Zanin nuovo presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia

L’esponente azzurro succede ad Ettore Romoli, prematuramente scomparso. Fedriga: «bene molti passaggi del suo primo discorso». 

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Il presidnete del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin.

E’ Piero Mauro Zanin il nuovo presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. E’ stato eletto con 29 voti alla seconda votazione, in quanto nella prima non era stata raggiunta la maggioranza assoluta. 20 gli astenuti da parte dei gruppi di opposizione.

Subito dopo l’insediamento, Zanin ha ringraziato l’Aula e ha tracciato le linee che caratterizzeranno la sua presidenza nella XII legislatura regionale. «Per quello che è successo non è per me un momento felice. Spero con il mio lavoro di poter recuperare un rapporto di fiducia con quanti ho già collaborato in passato e lavorerò in questi cinque anni». Sono state queste le prime parole del presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, con riferimento all’andamento delle votazioni per l’elezione. Dal chilometrico discorso del neo presidente, da segnalare alcuni passaggi. «Eserciterò il mio mandato attenendomi alle disposizioni che regolano l’attività del Consiglio, garantendo funzionalità ai nostri lavori, nel rispetto reciproco tra maggioranza e opposizione, per dare piena dignità all’azione dell’Assemblea legislativa che deve essere improntata, guidata da un’etica della responsabilità, a quel forte senso delle Istituzioni che tutti noi dobbiamo rappresentare. La reciproca legittimazione è la condizione necessaria per cogliere lo straordinario significato di sedere in quest’Aula, con l’orgoglio di rappresentare la nostra Comunità regionale e di impegnarci responsabilmente per il bene dei nostri cittadini, con concretezza e serietà».

Zanin ha ribadito che «l’Assemblea legislativa, nelle sue diverse articolazioni, dovrà concentrarsi anche nel riordino e semplificazione di un corpus normativo che necessita di snellimento e chiarificazione, attraverso l’approvazione di testi unici settoriali e, per quanto possibile, di un processo di delegificazione. La sburocratizzazione che ci viene chiesta dai cittadini, dalle categorie economiche, dal sistema delle Autonomie locali, più che richiedere l’approvazione di nuove leggi, segnala l’esigenza della riduzione del peso delle normative esistenti».

«Al Consiglio regionale  – ha proseguito Zanin – è assegnata anche una funzione di indirizzo e controllo sull’attività dell’Esecutivo che non si esercita solamente attraverso importanti atti di sindacato, ma con la verifica delle politiche regionali e la valutazione, attraverso una costante presenza, degli effetti della legislazione al fine di verificarne concretamente i risultati e le ricadute sulla Comunità regionale. Il Consiglio deve essere il luogo in cui devono prevalere l’umiltà di voler ascoltare e la capacità di dimostrare con i fatti di saper dare risposte ai cittadini, con azioni di buona amministrazione e sobrietà che devono informare la nostra attività dentro e fuori da quest’Aula. Dobbiamo essere persone animate dalla passione di voler migliorare il futuro della nostra Regione. Dobbiamo essere riferimenti affidabili».

Non poteva mancare un riferimento all’Autonomia speciale del Friuli venezia Giulia, annacquata sotto la gestione della meteora Serracchiani: «la nostra autonomia, unitamente alle condizioni particolari che costituiscono la specialità, non è negoziabile perché rappresenta uno dei connotati essenziali della composita realtà della nostra Regione, caratterizzata dalla ricchezza delle espressioni culturali e linguistiche che la compongono e dalla pluralità delle sue articolazioni istituzionali – ha detto Zanin – . L’Autonomia del Friuli Venezia Giulia non rappresenta un privilegio ma ha costituito nei fatti l’esercizio di una grande responsabilità come è avvenuto nel 1976 con il Presidente Antonio Comelli, per la straordinaria opera di ricostruzione delle zone terremotate, con la scelta di coinvolgere direttamente i sindaci e i comuni nel processo di rinascita e di avvio di un nuovo modello di sviluppo della Regione».

L’elezione di Zanin alla presidenza del Consiglio è stata salutata con favore dal capogruppo della Lega, il partito più rappresentativo della maggioranza: «esprimo soddisfazione per la nomina di Piero Mauro Zanin alla guida dell’Aula, una scelta arrivata in seconda votazione con ampia maggioranza – ha detto Mauro Bordin. Zanin, persona equilibrata e capace, con un’importante esperienza politica amministrativa, saprà certamente guidare con grande professionalità il Consiglio regionale. Nell’intervento, Zanin lascia intendere che sarà di garanzia per gli interessi dell’intero Consiglio regionale e che consegnerà all’Aula il ruolo istituzionale che merita».

Di tutt’altro parere le opposizioni che per il tramite del capogruppo Dem Sergio Bolonello commentano che «il neo eletto presidente del Consiglio regionale non può pensare di essere un presidente di tutti, vedendo il modo con cui ha esordito con un ringraziamento al presidente della Regione. Tutti i gruppi di minoranza, non solo il Pd, si sono astenuti dal voto proprio perché è mancato il confronto. Tutti i consiglieri Dem hanno preso la parola in Aula, motivando ciascuno la propria non partecipazione alla votazione».

Soddisfatto della presidenza di Zanin il governatore della Regione, Massimiliano Fedriga: «i passaggi su Europa, immigrazione, lavoro, povertà sembrano assolutamente condivisibili. Ovviamente da presidente del Consiglio non è entrato nel merito delle scelte da fare ma ha parlato dei grandi temi da affrontare, su cui del resto la Giunta in questi mesi si è già molto impegnata. Pensiamo ad esempio alla questione dell’immigrazione ma anche a quello dei rapporti con lo Stato, con cui già è stato aperto un tavolo permanente, con il quale stiamo già trattando competenze e risorse necessarie per ridare dignità al Friuli Venezia Giulia».