Sanità trentina: nuovo vertice nominato senza il rispetto delle norme?

Interrogazione dell’esponente Dem (ed ex assessore alla sanità del Trentino), Luca Zeni. Ancora una prova dell’insussistenza dell’attuale vertice della sanità provinciale. 

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L'assessore alla sanità della provincia di Trento, Stefania Segnana (Lega).

Nuova tegola sul percorso sempre più travagliato della sanità trentina ed in particolare dell’attuale assessore provinciale, la leghista Stefania Segnana, che nel recente, ennesimo (il terzo in un anno) cambio al vertice dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari parerebbe avere sbagliato le procedure di nomina del nuovo vertice; una situazione denunciata dall’ex assessore alla sabnita, il Dem Luca Zeni, che ha stilato a proposito una dettagliata interrogazione che pare mettere con le spalle al muro l’assessore Segnana (e il presidente Maurizio Fugatti, leghista pure lui), solo pochi giorni fa salvata dalla sua maggioranza LegaForza Italia-Fratelli d’Italiadall’ennesima richiesta di dimissioni.

Il Partito Democratico chiede alla Giunta perché il Comitato di direzione dell’Apss (formato dal direttore generale, direttore sanitario, direttore amministrativo e all’integrazione socio-sanitaria) non sia stato ancora «nominato ufficialmente» e perché siano stati scelti come direttore sanitario e direttore all’integrazione socio-sanitaria (rispettivamente Giuliano Brunori e Gino Gobber) due professionisti che risultano «non inseriti nei rispettivi elenchi regionale» del Trentino o di altre realtà regionali.

«La gestione delle dimissioni del direttore generale dell’Apss è stata quantomeno caotica: annunciate dal presidente Fugatti in conferenza stampa, pare all’insaputa del direttore generale, con argomentazioni molto fragili (la mancata comunicazione della conferma di un primario, competenza esclusiva dell’APSS e su cui la politica non avrebbe potuto interferire, ed in ogni caso fatta con un provvedimento pubblico che doveva essere noto alla giunta), contraddizioni tra presidente e assessore alla salute, con la seconda che rinnovava la fiducia al direttore generale ed il primo che la toglieva, fino alle dimissioni formali che pervenivano, dopo alcuni giorni, l’11 luglio – riporta l’interrogazione del Partito Democratico -. Il 12 luglio, con delibera 1176, la giunta provinciale prendeva atto delle dimissioni del direttore generale Benetollo e dell’assunzione delle funzioni da parte del direttore sanitario Ferro, ai sensi della legge 16 del 2010».

«Il 15 luglio veniva presentata ufficialmente la nuova squadra, con il Comitato di direzione composto dal primario di nefrologia Brunori come direttore sanitario e il dottor Gobber direttore dell’integrazione socio sanitaria; due professionisti di riconosciuta competenza e la cui nomina ha rasserenato l’ambiente sanitario. Tuttavia – proseguono i consiglieri Dem – in data 21 luglio, ad una settimana di distanza dalla presentazione ufficiale alla stampa, non risulta ancora alcun atto di nomina dei componenti il comitato di direzione, che quindi si presume non sia ancora in funzione, in assenza di atto di nomina».

I consiglieri Dem evidenziano come da una lettura della norma provinciale e statale, emerge un dubbio giuridico. Sia per la norma provinciale che per quelle statali ,i professionisti per questi ruoli dirigenziali devono essere trovati dal direttore generale all’interno di specifici elenchi (secondo la normativa nazionale «attingendo obbligatoriamente agli elenchi regionali, anche di altre regioni, appositamente costituiti»). «Ricordiamo inoltre che la normativa nazionale è tassativa nell’indicare il limite di 65 anni per la nomina dei direttori generali, sanitari e amministrativi – scrivono gli interroganti -. Purtroppo i professionisti presentati dall’assessore alla sanità e dal dirigente generale facente funzione il 15 luglio non sono inseriti nei rispettivi elenchi di direttore sanitario e di direttore per l’integrazione sanitaria».

Nonostante ciò, il 16 luglio la giunta del leghista Fugatti adottava la delibera 1220 “indicazioni operative sull’esercizio delle funzioni di direttore generale dell’Azienda sanitaria per i servizi sanitari in vacanza dell’incarico”, e le questioni rilevate dagli esponenti Dem venivano liquidate in poche righe: «ritenuto al riguardo che, in ragione della temporaneità dell’incarico, i direttori del Consiglio di direzione possano essere individuati anche in deroga agli elenchi approvati con determinazione del Direttore generale del Dipartimento salute e politiche sociali n. 230 di data 2 dicembre 2020”. Inoltre si precisa che il dirigente generale facente funzione. puòprocedere ad una delega delle funzioni di Direttore sanitario”, «si presume per aggirare la disposizione di legge che vieta la nomina di direttori sanitari che abbiano compiuto i 65 anni. Tuttavia lascia giuridicamente molto perplessi la previsione della delibera della giunta, poiché la legge statale e quella provinciale non escludono l’applicazione dei criteri previsti per la nomina del Comitato di direzione nel caso di nomine temporanee» evidenzia Zeni, nonostante che lui stesso li ritenga «ottimi professionisti e che il loro apporto sarebbe molto importante per traghettare l’APSS nei prossimi mesi, in attesa della nomina del direttore generale e del comitato di direzione definitivo, tuttavia non si può non rilevare il rischio che nomine che non rispettino i requisiti di legge possano portare a ricorsi con conseguenze molto gravi per il sistema sanitario».

Le nomine ai vertici provvisori dell’Apss sembrano essere state condotte all’insegna della fretta e di una mancata analisi delle norme, cosa che espone anche al rischio che le decisioni prese dai dirigenti possano essere annullate per carenza nelle procedure di nomina, probabilmente anche esponendo a rischi di danno erariale chi le ha approvate.

Una situazione che getta ulteriori ombre sull’operato della giunta Fugatti sulla sanità trentina ed in particolare dell’assessore Segnana.

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