Referendum sul biodistretto: domenica 26 settembre in Trentino si può dire “Sì” al biologico

Si vota all’insegna del silenzio delle istituzioni locali che mirano a fare fallire la consultazione referendaria per mancato quorum. Italia tra i primi Paesi in Europa per il consumo di sostanze chimiche di sintesi per ettaro coltivato. secondo il report WWF, il 94% delle aree agricole in Europa è contaminato da più di un pesticida. 

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A pochi giorni dal referendum per il Biodistretto in Trentino, il WWF rilancia l’allarme sui pesticidi utilizzati in agricoltura. La diversità di specie animali e vegetali della Terra sta sparendo ad un ritmo allarmante negli ultimi anni, per molti scienziati si sta attraversando la sesta estinzione di massa nella storia del pianeta, questa volta però innescata da una singola specie, l’essere umano.

L’agricoltura intensiva industriale è una delle principali cause di perdita della biodiversità in Europa e in Italia e a pagarne le conseguenze non sono, oltre che l’uomo stesso, mammiferi, uccelli e insetti (si pensi al ruolo fondamentale degli impollinatori) e anche specie meno note, come numerosi rettili e anfibi, quest’ultimo uno dei gruppi faunistici maggiormente in al mondo pericolo.

Il referendum, cui domenica 26 settembre i Trentini saranno chiamati a decidere nel silenzio delle istituzioni provinciali che mirano platealmente a fare fallire la consultazione per il mancato raggiungimento del quorum del 40% degli aventi diritto, pone l’attenzione sull’importanza di adottareun’agricoltura biologica e il WWF invita gli elettori Trentini a votare convintamente”.

Secondo il WWF, sulla base anche del rapporto sullo “Stato della Natura” dell’Unione europea, l’uso intensivo e prolungato di pesticidi nelle aree agricole, è uno dei principali fattori di minaccia alla base del declino della biodiversità poiché queste sostanze chimiche hanno effetti tossici anche su organismi viventi che non sono il loro diretto bersaglio, come anfibi e rettili ma anche uccelli, mammiferi, insetti impollinatori e uomo, con ripercussioni drammatiche sugli ecosistemi. A livello globale, il 64% dei terreni agricoli è a rischio di inquinamento da più di un pesticida e il 21% da più di dieci. In Europa il 62% delle aree agricole è ad alto rischio di inquinamento da un pesticida e il 94% da più di una sostanza. Oltre all’elevata tossicità, molticomposti sono altamente persistenti nelle matrici ambientali (acqua, suolo e aria) e altamente bioaccumulabili nei tessuti grassi di molti animali.

Secondo i dati dell’Ispra, il Trentino è secondo solo al Veneto per utilizzo di pesticidi, con 1.254 tonnellate, pari a 54 chili per ettaro. La superficie agricola utilizzata (SAU) certificata in agricoltura biologica è solo il 5,4% del totale, rispetto alla media nazionale del 16,6%.

Il Biodistretto proposto dal referendum, attraverso la valorizzazione delle filiere biologiche, la cooperazione delle aziende agricole con le amministrazioni comunali e gli altri operatori economici del territorio, con l’organizzazione di servizi per l’assistenza tecnica agli agricoltori, può essere la leva per una transizione ecologica dell’agricoltura del Trentino, indispensabile per tutelare la salute.

E la situazione è particolarmente grave dove l’agricoltura intensiva e monocolturale è particolarmente diffusa, come nelle coltivazioni a melo della Val di Non o quella a vigneto diffusa un po’ ovunque.

Nel silenzio del governo provinciale a trazione leghista, i sindacati si pronunciano a favore del referendum per il Biodistretto, invitando «a votare” al referendum, un’opportunità per migliorare la qualità delle produzioni, tutelare la salute della comunità e valorizzare il territorio e il lavoro di chi si occupa di agricoltura. Il referendum può essere occasione di crescita culturale per la nostra comunità, per accrescere la consapevolezza del consumatore nelle scelte d’acquisto e per il produttore. E’ un’opportunità per la salute dei cittadini e dell’ambiente e può diventare un significativo volano di promozione di tutto il territorio trentino anche in termini turistici».

A sostegno del referendum sul Biodistretto anche le Acli Trentino e alcune forze politiche, soprattutto d’opposizione, come la civica Onda Trentino e Rinascita Rovereto.

La sfida per tutti i cittadini è di partecipare al voto ed esercitare compiutamente il loro diritto dovere di votare e di decidere in prima persona (e per i loro figli) il futuro della loro terra, per un ambiente e alimenti più salubri.

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