Caro energia e sci: in Trentino gli impianti della Panarotta non apriranno

Primo caso in Italia di fermata delle strutture di risalita. Ghezzi: «caro energia e carenza acqua per gli impianti dell’innevamento artificiale». 

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caro energia

La stagione invernale 2022-23 probabilmente sarà ricordata per gli impianti di risalita e di innevamento artificiale a mezzo servizio, quando andrà bene: il caro energia e la siccità perdurante al Nord Italia mette a rischio l’apertura ordinaria degli impianti sciistici.

In Trentino il primo caso di impianti di risalita chiusi per la prossima stagione invernale: si tratta di quelli della Panarotta in Valsugana, una delle località minori del Trentino che fermerà funivie e skilift, mentre è ancora in dubbio l’attività degli impianti di innevamento artificiale, soprattutto per un problema di disponibilità di acqua.

Se i piccoli impianti non aprono, quelli più grandi lavoreranno ma a redditività azzerata, anche perché sono i volani del turismo bianco in generale e tutti gli operatori del settore turistico sono consci delle difficoltà che si cerca di tamponare con rincari generalizzati dell’abbonamento alla funivia e degli alberghi in media del 15%.

Gli impiantisti dell’Anef, Associazione nazionale esercenti funiviari, sono in allarme rosso: per la presidente Valeria Ghezzi «c‘è molta preoccupazione tra gli operatori con la stagione ormai alle porte, ma la volontà è quella di tenere duro quasi a ogni costo perché abbiamo la responsabilità di un’intera filiera: se si fermano gli impianti, tutto il comparto va in sofferenza».

Secondo l’Anef, la maggiore sofferenza riguarda soprattutto le realtà più piccole che hanno anche minori volumi di affari e che sono in balia, oltre del caro energia, anche delle bizze meteorologiche, sperando in una stagione invernale ricca di precipitazioni per ridurre il costo dell’innevamento artificiale.

Non tutto è perduto e forse la prossima sarà l’occasione per recuperare un contatto più sostenibilecon la stagione invernale, tornando maggiormente all’utilizzo dello sci alpinismo e di fondo, oltre alle camminate con le racchette da neve.

Però l’annunciata mancata apertura degli impianti in Panarotta per Ghezzi è un pessimo segnale: «è stata una sorpresa, non mi sarei aspettata una decisione di questo tipo da territori con l’autonomiaspeciale come il Trentino. E ancora meno mi sarei aspettata una scelta così forte da una società controllata interamente dall’ente pubblico» tramite Trentino Sviluppo. E dopo la Panarotta, specie se le condizioni meteo non saranno favorevoli, c’è il rischio che l’esempio venga seguito anche da altre stazioni sciistiche, specie quelle più svantaggiate.

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