Silk-Faw finisce sul binario morto della speculazione fallita

La Gdf indaga per tentata truffa aggravata per i 38 milioni di aiuti di stato. La regione Emilia Romagna stracciai finanziamenti promessi.

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Silk-Faw motor valley
I modelli di auto alto di gamma previsti dall'alleanza Fai-Silk EV che avrebbero dovuto essere prodotti in Emilia.

Doveva essere l’ennesima perla della Motor Valley emilianasupportata da personaggi di primo piano della politica regionale e nazionale, a partire da quella di Romano Prodi e molti esponenti della regione EmiliaRomagna, come il governatore Stefano Bonaccini, e da molti ministri del governo Draghi: la corsa dell’alleanza delle hypercar elettriche superlusso tra l’americana Silk e la cinese Faw finisce definitivamente sul binario morto, con la Guardia di finanza che ha avviato un’inchiesta sull’ipotesi di tentata truffa aggravata ai dannidello Stato nei confronti di Silk-Faw.

La Gdf ha realizzato un’incursione negli uffici di Invitalia a Roma dove sono state sequestrate le pratiche – in corso di valutazione dall’agenzia governativa per l’attrazione degli investimenti – con le quali Silk-Faw aveva inoltrato una domanda per ottenere 38 milioni di aiuti tramite accesso ai fondi del Pnrrpromettendo 380 milioni di investimenti.

L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Emilia, Piera Cristina Giannusa – scattata da un espostopresentato nel luglio scorso dal deputato reggiano Gianluca Vinci di Fratelli d’Italia – è al momento senza indagati, ma da “modello 45” (senza ipotesi di reato) è passata a “contro ignoti” con la possibilità che a breve possano essere individuate responsabilità personali.

Gli inquirenti stanno scandagliando i conti dell’azienda e il giro di finanziamenti con altre società afferenti (soprattutto alcune operazioni depositate e transitate dalle Isole Cayman) per accertare se possa sussistere anche un’ipotesi di riciclaggio.

Nei giorni scorsi, la regione Emilia Romagna ha stracciato l’accordo con Silk-Faw per l’insediamento del mega stabilimento produttivo promesso a Gavassa di Reggio Emilia (terreno mai neppure acquistato dalla società) e ha revocato i 4,5 milioni di euro di finanziamento pubblico che aveva assegnato tramite bando.

Già prima dell’apertura dell’indagine, Silk-Faw aveva assistito alla continua fuga dei vertici tecnici della società“rubati” alle aziende della “Motor Valley” con tanti dipendenti che avevano intentato procedura per vedersi liquidate le spettanze economiche che non venivano erogate dalla società.

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