La corsa dell’inflazione annulla il rialzo dei redditi delle famiglie

Per BankItalia, per la fascia più povera l'aumento reale del costo della vita è del 17,9%.

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effetti dell’inflazione corsa dell'inflazione

Nel 2022 il reddito delle famiglie italiane è aumentato sulla carta, ma l’impennata dei prezzi causata dalla corsa dell’inflazione lo ha di fatto praticamente annullato, falcidiando il loro potere d’acquisto, anche se gli italiani, forti anche dei risparmi accumulati durante la pandemia, hanno continuato a spendere per consumi.

Secondo BankItalia la corsa dell’inflazione ha penalizzato di più le famiglie più povere, quelle nel primo quinto di spesa equivalente con un aumento dei prezzi per il loro paniere a fine 2022 del 17,9% contro il 9,9% sul paniere delle famiglie più benestanti, appartenenti al quinto di spesa più alto.

Nella relazione annuale, BankItalia rileva come il reddito disponibile delle famiglie consumatrici sia salito del 6,2% a prezzi correnti, mentre il suo valore in termini di potere d’acquisto di beni e servizi sia tuttavia diminuito dell’1,2% per effetto della corsa dell’inflazione, portandosi poco sotto i livelli precedenti la pandemia. E la riduzione è ancora più intensa se vi si aggiungono le perdite che l’inflazione genera sulle attività finanziariecon valore nominale fisso, come i depositi bancari o i titoli non indicizzati.

In ogni caso tutte le componenti del reddito sono aumentate a prezzi correnti: sono cresciuti in particolare i redditi da lavoro dipendente, sospinti soprattutto dalla ripresa dell’occupazione, e quelli da lavoro autonomo. Anche i redditi netti da proprietà, trainati da quelli derivanti dai beni immobiliari e dagli interessi netti hanno fornito un contributo significativo.

Nonostante il calo del reddito disponibile reale, lo scorso anno il recupero della spesa delle famiglie residenti è proseguito con intensità analoga all’anno precedente (+4,6% contro il +4,7% del 2021). Sarebbe stato sostenuto, secondo BankItalia, anche dai risparmi accumulati durante la pandemia e dall’espansione del credito al consumo, pur con differenze tra i nuclei a seconda della loro situazione economica. In particolare, dopo una crescita significativa in primavera e in estate, nell’ultimo trimestre del 2022i consumi si sono ridotti e in media d’anno si sono collocati sui livelli di poco inferiori a quelli del 2019. La voglia di svago post pandemia si è riflessa in particolare nella spesa per alberghi e ristoranti che è salita di circa un quarto, pur rimanendo di oltre il 10% inferiore ai livelli pre-covid.

Secondo le stime di BankItalia, inoltre lo scorso anno la ricchezza delle famiglie detenuta sotto forma di attività reali (prevalentemente abitazioni) è aumentata dell’1,6% in termini nominali, mentre l’espansione del mercato immobiliare è stata più contenuta rispetto al 2021, risentendo della progressiva restrizione delle condizioni di offerta del credito.

Via Nazionale stima inoltre che la ricchezza totale netta delle famiglie, pari al valore delle attività finanziarie e di quelle reali al netto delle passività, è diminuita a 8,2 volte il reddito disponibile, da 8,8 nel 2021, a causa della forte riduzione della ricchezza finanziaria lorda (-5,1%) in seguito alla marcata svalutazione delle attività(-6,6%). E i flussi per investimenti finanziari si sono quasi dimezzati, frenati dall’incertezza e dall’accresciuta volatilità dei mercati. Infine, per quello che riguarda l’indebitamento delle famiglie verso banche e società finanziarie, lo scorso anno è salito del 4,6%: a fronte di un leggero rallentamento dei mutui immobiliari (dal +5% del 2021 al +4,7%), il credito al consumo ha invece accelerato (dal +3,2% al +5,9%).

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