Fondo indennizzo risparmiatori: nuovo scippo dal governo Meloni

Arman: «defalcati dal Fondo oltre 200 milioni che dovevano servire ad indennizzare gli investitori delle banche popolari venete fallite». Di Andrea Arman, presidente Coordinamento Associazioni banche Popolari Venete “don Enrico Torta”

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Probabilmente, forse, qualcuno si è chiesto come mai il “Coordinamento don Torta” non scrive più e non è attivo sui social o sui giornali: il motivo è semplice e triste: siamo disorientati di come viene gestito il Fondo indennizzo risparmiatori.

Dal 2015 abbiamo combattuto l’impari scontro contro la grande finanza e le forze politiche che ne erano e sono l’espressione; negli anni ci siamo appoggiati ed abbiamo dato il nostro sostegno a forze politiche di opposizione ottenendo una buona legge, il Fondo Indennizzo Risparmiatori, legge che poi è stata pian pianino mutilata da quelle stesse forze politiche che ci avevano consentito di scriverla e farla approvare. Comunque, fra mille difficoltà ed intoppi, quella legge è riuscita a dare dei soldi ai risparmiatori ed altri ne avrebbe dovuto dare sino ad arrivare a distribuire il famoso miliardo e mezzo di Euro che era la dotazione della misura legislativa.

Con il nuovo Governo Meloni, formato da quei partiti politici che ci avevano sostenuto nella nostra battaglia, confidavamo che la questione fosse chiusa e che lo Stato Italiano avrebbe rispettato e dato esecuzione ad una propria legge. Invece, dimentichi delle promesse fatte dai palchi e per iscritto, i nuovi governanti sono riusciti a fare quello che non era riuscito neppure ai passati governi che avevamo combattuto perché troppo sensibili ai soli interessi della grande finanza e del mondo bancario.

Il Governo Meloni, attraverso il proprio ministro alle Finanze, il leghista Giancarlo Giorgetti, ha deciso di portare via ai risparmiatori Veneti ed Italiani (già vittime dell’esproprio programmato che ha portato al fallimento delle Banche Popolari Venete), altri 200 milioni di Euro, riducendo la dotazione del Fondo Indennizzo Risparmiatori. In verità, la decisione governativa ci toglie più di 200 milioni perché il promesso incremento del 10% non esaurirà i 300 milioni che residuano in dotazione al Fondo (FIR) e non sono previsti meccanismi che consentano di redistribuire il residuo.

Ora, c’è polemica fra associazioni ed alcune di esse sono accusate di essere state causa di tale decisione governativa, queste si difendono sostenendo che meglio così che niente perché a Roma tirava brutta aria per i risparmiatori… Ma, a Roma adesso non ci sono quelli che ci avevano fatto le promesse?

Io credo che le associazioni non centrino nulla, il ministro Giorgetti lo aveva già detto a Treviso ed a Vicenza il 7 maggio 2023, ed è stata solo sua e del Governo la decisione di portarci via altri 200 e rotti milioni di Euro.

Al di là di associazioni cronicamente filogovernative che volevano costringere i risparmiatori alla roulette degli arbitrati previsti dalla legge Baretta – Puppato – Santini ed il cui esponete di punta l’altro ieri dai microfoni di Radio Gamma 5 ha affermato di non credere nella giustizia di questo paese (ed allora, ci si chiede, perché ha sostenuto una legge che metteva ogni decisione in mano ai Giudici), sono persuaso che le associazioni siano state abilmente usate dalla politica per dare una formale copertura di condivisione ad una scelta che, ripeto, è stata solo del Governo.

Cambiano i cantori ma la musica è la stessa! Nulla è cambiato da Governo a Governo: nessuna trasparenza sulle procedure di liquidazione coatta amministrativa, sui tempi e modi di recupero crediti da parte di Amco – con particolare riferimento ai grandi debitori delle banche -, indagini e processi lenti specialmente a Vicenza dove nulla si sa di eventuali azioni nei confronti delle società di revisione (filone, invece, che lascia ben sperare per i risparmiatori di Veneto Banca).

Niente è cambiato a favore dei cittadini e dei risparmiatori nelle regole bancarie e non vi sono prospettive, siamo, dunque, ben distanti da quella verità e giustizia che da anni cerchiamo e che quasi tutti i partiti politici ci avevano promesso sulla soglia del seggio.

I 200-300 milioni di Euro che il Governo Meloni ha portato via ai risparmiatori non sono una somma assolutamente rilevante e per la provenienza dei soldi assegnati al FIR e per l’ammontare. Essi, però, a noi, che tanto già abbiamo perso, mancano ed erano soldi nostri. Quei soldi ci appartenevano, ci appartengono e ci devono essere dati, anche innalzando il limite del tetto dei 100.000 euro e riammettendo tutti quei risparmiatoriche sono stati esclusi per errori sul reddito o sul patrimonio. E’ solo volontà politica farlo e nulla centra e può centrare l’Europa o altre fantasie.

Quello che stiamo subendo non ha altra spiegazione che una dimostrazione di forza del mondo della finanza e delle banche che non vuole uscire sconfitto dal confronto con quell’azionariato popolare che con la legge di riforma del sistema bancario del Governo Renzi pensavano di avere definitivamente spazzato via.

Auspichiamo che il Governo Meloni intervenga quanto prima per reintegrare e distribuire l’intero ammontaredell’iniziale dotazione del FIR, per dare trasparenza all’azione delle Liquidazioni Coatte Amministrative e di AMCO, per dare il promesso (dai precedenti Governi) impulso alle attività di Procure della Repubblica e Tribunali, per attuare quelle riforme che riequilibrino il rapporto fra finanza ed economia e mondo bancario e cittadini.

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