Orsi, nuovo scorno giudiziario per la voglia matta di sangue di Fugatti

Il Tar salva l'orsa F36, non sarà uccisa ma catturata. Ma la Provincia ricorre subito al Consiglio di Stato.

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orsi Base di FdI
Il presidente uscente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, alla ricerca del secondo mandato.

La voglia matta del presidente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, di fare scorrere sangue degli orsi è stata nuovamente rintuzzata dalla magistratura amministrativa che ha accolto e sospeso in via cautelare la delibera di soppressione immediata dell’orsa F36 che, invece, deve essere catturata e rinchiusa nel centro faunistico del Casteller sulla collina di Trento, assieme agli altri due orsi lì rinchiusi.

Lo ha stabilito, con decreto monocratico, il presidente del Tar di Trento, Fulvio Rocco, accogliendo in via cautelare il ricorso delle associazioni animaliste contro l’ordinanza di soppressione firmata dal Fugatti che sulla caccia e soppressione dei carnivori (oltre agli orsi ci sono anche i lupi) basa una bella fetta della propria campagna elettorale nel tentativo di riconquistare la guida dell’Autonomia speciale.

La decisione del giudice amministrativo è arrivata mentre erano già in corso ricerche dell’esemplare da parte delle squadre specializzate del Corpo forestale trentino. La soppressione dell’orsa F36 è stata decisa la scorsa settimana contro cui le associazioni protezionistiche Leal, Lav, Lndc, Wwf, Enpa, Oipa e Leidaa hanno immediatamente fatto ricorso accolto parzialmente dal giudice.

La trattazione della questione avverrà in camera di consiglio il prossimo 12 ottobre. Nel frattempo la Provincia di Trento è chiamata a depositare il parere dell’Ispra sul caso, fornito lo scorso 22 agosto, e il rapporto tecnico relativo alla popolazione degli orsi in Trentino.

A poche ore dalla pubblicazione del decreto cautelare, Fugatti ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato: «siamo in un mondo alla rovescia in cui il comportamento di un animale è giustificato rispetto alle conseguenzesulla vita umana. La sentenza non ci ferma e non ci fa cambiare opinione: la vita di una persona va tutelata», invocando anche «leggi speciali per poter intervenire immediatamente».

Nemmeno delle associazioni animaliste si sono dette soddisfatte della sentenza, a causa delle disposizioni di cattura. La Lav ha fatto sapere che sta preparando una diffida affinché l’orsa sia lasciata libera, mentre Oipa e Leidaa hanno parlato di un «provvedimento ingiustificato».

Diametralmente opposta la convivenza con gli orsi in Abruzzo: l’orsa Gemma la scorsa notte si è intrufolata in una palazzina a Scanno (L’Aquila), dove, per ironia della sorte, ha sede la pasticceriaPan dell’orso“. L’esemplare è noto nella zona per le sue incursioni: qualche giorno fa è entrato all’hotel “Mille pini”, dove si è mangiato una torta, e alla pizzeria “La baita”, dove si è addormentata tra i sacchi di farina tra la tolleranza generale della popolazione. Salvo qualche odiosa eccezione, come quella di colui che ha abbattuto a fucilate l’orsa Amarenaqualche giorno fa, colpevole solo di non conoscere i confini stabiliti dagli umani, oltre alle modalità di comportamento cui Fugatti, una volta libero da incarichi istituzionali, potrebbe applicarsi all’insegnamento in prima persona alla popolazione ursina trentina.

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