Pnrr, difficile modificare gli impegni già assegnati, pari a 142 miliardi

Analisi di Bankitalia: già attribuito l'80% dei fondi.

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Le risorse del Pnrr complessivamente assegnate ai soggetti, sia pubblici che privati responsabili dell’attuazione delle circa 300 misure previste, ammontavano a maggio 2023 a circa 141,9 miliardi (pari al 74,1% della dotazione complessiva). La cifra, ultima disponibile, viene da un’analisi della Banca di Italia contenuta nella sua memoria sul Pnrr depositata al Senato.

Di questi 141,9 miliardi, 76 miliardi riguardano misure che sono interessate alle modifiche al piano, propostedal governo Meloni: in particolare si tratta di misure con difficoltà oggettive di realizzazione entro la scadenzadel giugno 2026 fissata dal Pnrr.

«In vista di una complessiva revisione del Piano, qualora si intendesse rimodulare parte dei fondi già assegnati, il cambio di destinazione potrebbe innescare un processo amministrativo impegnativo che rischierebbe di rallentare l’implementazione dei progetti interessati», avverte Bankitalia, che stima all’80% delle risorse destinate agli interventi con almeno un ostacolo oggettivo all’attuazione «è già stato assegnato ai soggetti attuatori», 57 misure per un valore complessivo di 95 miliardi di euro.

Nel percorso ad ostacoli che il governo Meloni sta percorrendo per realizzare le circa 300 misure del Pnrr si profila un’altra possibile difficoltà. Se il governo intende realizzare comunque gli interventi eliminati dal Piano, «destinandovi risorse nazionali non ancora tuttavia specificate – osserva Bankitalia -, ogni aumento di spesa o riduzione di entrata dovrà essere preceduto dall’identificazione di coperture strutturali certe e adeguate» secondo i vincoli di bilancio. Ma soprattutto occorre «una rapida individuazione delle fonti di finanziamento per questi interventi». Ciò è necessario, spiega Banca d’Italia, «anche per fornire un quadro finanziario affidabilealle amministrazioni già impegnate nella realizzazione di quegli investimenti».

Le difficoltà incontrate dalle tante amministrazioni locali a raggiungere gli obiettivi del Pnrr, sono state uno dei motivi più importanti del rallentamento del cantiere Pnrr e ora l’attribuzione già fatta delle risorse, andrebbe a sommarsi alle vecchie difficoltà causate anche da una carenza di risorse umane specializzate. Un deficit quest’ultimo sul quale anche Bankitalia ha voluto soffermarsi nella sua memoria, indicando come un errore il fatto che il governo decise di reclutare per il Pnrr personale a tempo determinato, proponendo quindi bandi per posti di «limitata attrattività» visto l’alto profilo professionale richiesto, ricordando che solo successivamente, a fronte di tale criticità, successivi provvedimenti legislativi hanno previsto la possibilità di trasformare tali incarichi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

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