Accordi di sviluppo e coesione: Giorgia Meloni a Trento e Bolzano per la firma

96,4 milioni in Trentino e 100 in Alto Adige. Sul tavolo anche il rilancio dell’Autonomia speciale.

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accordi di sviluppo e coesione
Giorgia Meloni saluta la folla che l'attende a Trento.

Giorgia Meloni accompagnata dal ministro agli affari europei e alla coesione territoriale, Raffaele Fitto, è giunta a Trento e a Bolzano per firmare con i vertici delle due autonomie speciali altrettanti accordi di sviluppo e coesione per un importo di 96,4 milioni per il Trentino e 100 milioni per l’Alto Adige.

Secondo Fitto, si tratta di una «disponibilità finanziaria importante per il territorio, che la Provincia saprà sicuramente sfruttare al meglio come ha dimostrato in passato, registrando ottime performance in termini di efficienza nel rispettare i target di spesa e di efficacia nell’utilizzo delle risorse, contribuendo a far sì che il Trentino sia uno dei territori con la qualità della vita tra le più elevate d’Europa. Il Trentino ha proposto, e il governo ha condiviso, solo 5 progetti ma di grossa portata, destinati all’innalzamento degli standard di sicurezza ambientale e di disinquinamento avviato da tempo, ma anche al potenziamento dell’offerta educativa e ad una linea di azione di aumento della capacità amministrativa della provincia».

Gran parte degli investimenti in Trentino previsti dagli accordi di sviluppo e coesione, pari a 68 milioni, sono riservati al rifacimento di tre scuole superiori: il liceo artistico Fortunato Depero di Rovereto, il liceo artistico Alessandro Vittoria di Trento e l’istituto di formazione professionale Sandro Pertini di Trento. Le progettazioni delle nuove scuole sono già in avanzato stato e a breve potranno aprire i cantieri.

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La firma dell’accordo di sviluppo e coesione a Trento tra Meloni e il presidente del Trentino, Maurizio Fugatti.

In Alto Adige, l’accordo porta complessivamente 100 milioni, 11 dei quali già assegnati nel 2011. A differenza di Trento, Bolzano ha concentrato i fondi su 5 grandi progetti volti a potenziare le infrastrutture di trasporto, intervenendo dei nodi strategici per decongestionare i flussi di traffico, riducendo anche le emissioni inquinanti, a partire dal raddoppio dell’arginale di Bolzano e alla variante in galleria della statale del Brennero.

Nei suoi interventi a Trento e Bolzano per la firma degli accordi di sviluppo e coesione, Meloni ha fatto una riflessione sull’economia e sulla politica nazionale. «Abbiamo il Pnrr più grande d’Europa: si è detto che se avessimo tentato di rinegoziarlo avremmo rischiato di perdere le risorse. Noi abbiamo sempre ritenuto che andasse rinegoziato, perché quando è stato scritto la realtà era diversa. Le risorse sono strumenti, e vanno adeguati al mutare del contesto. Le cose sono andate diversamente da come alcuni temevano».

L’adeguamento del Pnrr per Meloni è stato un successo: «nel 2023, grazie a questo governo, abbiamo presentato gli obiettivi e ottenuto il pagamento della terza e quarta rata, siamo stati la prima nazione europea a presentare gli obiettivi della quinta, e intanto abbiamo rinegoziato gli obiettivi del Pnrr: cosa che si poteva fare e si doveva fare. Altrimenti alcune misure nel Pnrr non sarebbero state finanziate o non avrebbero potuto essere terminate nei tempi stringenti del Pnrr. Come nel caso della circonvallazione ferroviaria di Trento, per cui abbiamo garantito comunque i fondi attingendo da altri capitoli».

Per Meloni «una nazione seria deve ricordarsi che non è lo Stato che produce ricchezza, ma le aziende con i loro lavoratori: quello che compete allo Stato è mettere le persone in condizione di lavorare al meglio, per poi poter avere una parte della ricchezza prodotta e redistribuirla. Questa visione che stiamo cercando di realizzare e costruire ci sta dando qualche risultato».

Quanto all’economia nazionale, un segnale incoraggiante arriva dal mercato finanziario dei titoli di Stato: «un dato per me molto importante è l’andamento dei titoli di Stato, perché definiscono quanto è percepita come solida un’economia. Qualche settimana fa noi abbiamo raggiunto il record di titoli di Stato italiani sul mercato estero: c’erano in offerta 10 miliardi di Btp, ma sono arrivate richieste per 155 miliardi di euro. Questo significa che l’Italia, pur nelle tante difficoltà che ha, è percepita come un’economia solida. Tutto ciò per noi, e per me, è molto importante, perché è anche una questione di serietà».

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Giorgia Meloni.

Sempre in tema di andamento delle aste per il rinnovo del mostruoso debito statale di oltre 2.860 miliardi, Meloni si è detta «particolarmente contenta dell’andamento del Btp Valore, una brillante idea del ministro Giorgetti. Sono titoli di Stato dedicati soprattutto ai piccoli risparmiatori italiani. In tre emissioni hanno raggiunto il record di 53 miliardi, questo ci consente da una parte di offrire ai cittadini uno strumento di mettere in sicurezza i prossimi risparmi, e dall’altra è anche un elemento molto importante per noi: non nascondo che ci diamo come obiettivo quello di riportare il più possibile parte del debito pubblico italiano in mani italiane. Più sei padrone del tuo debito, più sei padrone del tuo destino».

«Sono fiera di alcuni dati economici: l’Italia ha il record di occupazione, di crescita del lavoro femminile, di crescita dei contratti stabili. L’Italia è una delle due nazioni nei Paesi Ocse a poter avere una crescita del reddito reale delle famiglie – prosegue Meloni -. Il reddito nei Paesi Ocse è diminuito dello 0,2%, con due soli Paesi in controtendenza: in Gran Bretagna è aumentato dello 0,2% e in Italia dell’1,4%, sette volte di più rispetto alla media. È una scelta politica: abbiamo concentrato le poche risorse sulla crescita dei redditi delle famiglie. Nel Paese, poi, diminuisce il rischio di povertà». Guarda caso dopo la cessazione del Reddito di cittadinanza grillino che avrebbe dovuto abolirla.

Per il governo è importante spendere bene e rapidamente le risorse disponibili dagli accordi di sviluppo e coesione: «i territori, per il bene dei cittadini, non devono farsi sfuggire nemmeno un euro – ha detto Meloni -. E le risorse non spese da territori inefficienti dovranno essere spese dai territori più efficienti in grado di farlo. Sia sui fondi di coesione sia sul Pnrr, se ci sono risorse e c’è qualcuno che le spende alla fine faremo in modo che vengano spese. Ma il nostro obiettivo è tentare di far spendere a tutti le risorse che sono state assegnate, ma se così non fosse, chiaramente siamo pronti a intervenire».

La responsabilità deve essere un fattore strategico da parte di tutte le pubbliche amministrazioni, statali e locali, prendendo ad esempio proprio le due autonomie speciali di Trento e di Bolzano: «dove è più forte il principio di responsabilità i risultati arrivano. Quello che ha fatto arrabbiare qualcuno, pochissimi per la verità, è che con il decreto che riorganizzava il fondo di coesione abbiamo introdotto alcune innovazioni. Ad esempio chiediamo ai territori di finanziare proposte che arrivano dai territori, ma che siano condivise dal governo nazionale. C’è stata grande collaborazione trasversale alle forze politiche, salvo un caso», con un implicito riferimento al garrulo governatore campano De Luca.

In Trentino Alto Adige l’Autonomia speciale è un fattore strategico e Meloni non si è sottratta: «stiamo già rispettando gli impegni presi sull’Autonomia. C’è un gruppo di lavoro all’opera in cui il governo è rappresentato dal ministro Calderoli. Mi pare che ci sia una collaborazione molto proficua e molto pragmatica per rafforzare le specificità in un’ottica di unità nazionale, che è quello che racconta anche il tema dell’autonomia differenziata».

E dell’Autonomia locale beneficia pure lo Stato, come ha ricordato a Meloni il presidente del Trentino Alto Adige, Arno Kompatscher: «l’Autonomia non garantisce solo tutela solo le minoranze ed uno sviluppo positivo del territorio, ma genera anche un valore aggiunto per tutto lo Stato italiano. L’Alto Adige è una delle poche regioni italiane in cui lo Stato beneficia di un avanzo nel saldo del gettito fiscale. Ogni abitante dell’Alto Adige ha una quota procapite di saldo fiscale positivo che è seconda solo della Lombardia».

Kompatscher ha anche toccato il tema della riforma dell’autonomia, ricordando che «sulla scia della riforma del titolo V della Costituzione, varie sentenze della Corte costituzionale hanno ristretto i margini dell’Autonomia speciale. E’ improcrastinabile adeguare lo Statuto d’Autonomia alla nuova situazione creatasi da allora varando una legge costituzionale che ripristini le competenze originarie».

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