Elezioni europee, scatta l’operazione consenso

Campagna di comunicazione anche da 200.000 euro ad editore per decantare i successi conseguiti dal governo di Ursula von der Leyen (che punta ad un bis sempre più difficile).

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Elezioni europee

In vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno prossimo, Commissione ed Europarlamento hanno dato il via alla campagna di informazione molto articolata volta ad illustrare ai cittadini i presunti vantaggi conseguiti dall’azione comunitaria nel corso della legislatura su cui, ovviamente, è lecito dissentire. Ma se questa campagna è accompagnata da generosi sostegni economici – fino a 200.000 euro ad editore – è ovvio che le possibili critiche tenderanno a sbiadirsi in un monocorde elogio della minestra ammannita a Bruxelles ai commensali europei.

La generosità di Bruxelles è planata su tutti i maggiori giornali italiani, comprese televisioni e agenzie di stampa, chiamati a fare gli straordinari nei prossimi 68 giorni, tutti impegnati nelle agiografie della Commissione uscente e del suo sommo vertice in particolare, di quell’Ursula von der Leyen che corre per un secondo mandato sempre più nei panni di un’anatra zoppa, invischiata direttamente nelle indagini dell’Eppo – la Procura europea – per la vicenda dello scandalo battezzatoPfizergate” che ha visto una gestione come minimo disinvolta nell’acquisto centralizzato dei vaccini Covid.

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Se l’operato della Commissione fosse stato realmente all’insegna degli interessi degli europei, ora non sarebbe necessario rincorrere il consenso in una spasmodica corsa contro il sempre più diffuso malcontento che interessa trasversalmente intere categorie di europei – dagli agricoltori ai proprietari di case e ai produttori di autoveicoli – perché a Bruxelles nel corso di questa legislatura non ne hanno imbroccata una. Di più: pare che abbiano fatto a gara per trasformarsi nel braccio operativo di potenze esterne – la Cina su tutte – per favorirne gli interessi economici imponendo l’elettrificazione coatta della mobilità, il taglio delle emissioni climalteranti, la riduzione della produttività del comparto agricolo, l’obbligo di adozione di pannelli fotovoltaici su tutti gli edifici, eccetera.

Si capisce che a Bruxelles temano come la peste l’esito delle elezioni europee e che tutto faccia brodo per cercare di arginare una probabile Waterloo elettorale. Ma ai cittadini-lettori l’avvertenza è di stare molto attenti agli articoli con tema o sfondo europeo, raccomandando di leggere tra le righe e in trasparenza articolesse più o meno elogiativi del bilancio di legislatura della Commissione von der Leyen. Potrebbe darsi che a qualche estensore più o meno a libro paga dei finanziatori comunitari abbia fatto un compitino non proprio all’insegna della migliore deontologia giornalistica e dei fatti separati dalle opinioni e, soprattutto, dagli interessi dei generosi finanziatori.

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