I carrozzieri della Marca Trevigiana chiedono cambiamenti al decreto liberalizzazioni sui risarcimenti Rc Auto

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veicolo incidentato carrozziere verniciatura

carrozziere verniciaturaAppello al Governo Monti per evitare inutili ed ingiustificate penalizzazioni

“Chiediamo al Parlamento la cancellazione del comma 2 dell’articolo 29 del Decreto Legge 1/2012, cosiddetto ‘CrescItalia’- spiega Armando Sartori, presidente dei carrozzieri di Confartigianato Marca Trevigiana – perché limita la libertà dei cittadini, altera la concorrenza nel mercato delle riparazioni di auto ed è incostituzionale”.

Si tratta di una richiesta unanime espressa dai carrozzieri di Confartigianato (oltre 250 imprese associate e 1.000 addetti), accorsi in massa ad un incontro di categoria, nel corso del quale hanno confermato lo stato di mobilitazione, indetto nei giorni scorsi a livello nazionale dalle Confederazioni di rappresentanza, presentando un emendamento al comma 2 dell’articolo 29 del decreto liberalizzazioni.

Esso, infatti, stabilisce: “In alternativa ai risarcimenti per equivalente, è facoltà delle compagnie offrire, nel caso di danni a cose, il risarcimento in forma specifica. In questo caso, se il risarcimento è accompagnato da idonea garanzia sulle riparazioni, di validità non inferiore ai due anni, per tutte le parti non soggette a usura ordinaria, il risarcimento per equivalente è ridotto del 30%”. Ciò significa che, in caso di incidente automobilistico, i cittadini possono scegliere il risarcimento “in forma specifica”, vale a dire far riparare il veicolo dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione; oppure possono optare per il risarcimento “per equivalente”, che consiste nel rimborso del danno dalla propria compagnia di assicurazione per poi far riparare l’auto dal proprio carrozziere di fiducia. Ma, in questo secondo caso, devono rinunciare al 30% del risarcimento dovuto dall’assicurazione.

“In pratica – afferma Sartori – gli automobilisti potrebbero non essere più liberi di farsi riparare l’auto da chi desiderano e di scegliere di essere risarciti in denaro, perché in entrambi i casi perderebbero il 30% dell’importo del risarcimento. Insomma, in un colpo solo, si penalizzano sia i consumatori che le imprese di carrozzeria indipendenti e i loro occupati”.

Per Sartori “la norma contenuta nel Decreto Legge cosiddetto “CrescItalia” è incostituzionale perché aggira la sentenza della Corte Costituzionale 19 giugno 2009, n. 180, nella quale viene confermato che il sistema del risarcimento diretto è facoltativo e che tale sistema non può e non deve essere considerato e/o utilizzato come se fosse “obbligatorio”, quanto piuttosto quale alternativa rispetto al sistema tradizionale (risarcimento corrisposto dalla compagnia del responsabile)”.

A dar ragione alle associazioni di categoria è intervenuto anche il recente parere della Commissione Giustizia del Senato, approvato lo scorso 1 febbraio, nel quale si legge che il risarcimento del danno in forma specifica sia previsto meramente come facoltativo e che sia soppressa la decurtazione del 30% al risarcimento per equivalente, che spetta all’automobilista che non sceglie la forma specifica.

“In relazione al costi dei sinistri, conclude Sartori, è opportuno evidenziare che si tratta di un problema oggettivo presente in Italia per la cui risoluzione i carrozzieri da tempo propongono di avviare un tavolo di coordinamento nazionale, assieme alle compagnie di assicurazione e alle associazioni dei consumatori”.

Secondo dati e statistiche ufficiali fornite dal mondo assicurativo, fatto 100 il costo medio complessivo di un sinistro, il 65% è imputabile ai risarcimenti per il danno fisico, il 25% serve a coprire alcuni costi fissi e indiretti delle compagnie (non collegabili ai singoli sinistri) e solo il 10% copre il puro costo della riparazione. Quest’ultimo, per il 60% è imputabile al prezzo dei ricambi (molto costosi in Italia), mentre solo il restante 40% riguarda la manodopera delle carrozzerie.

Pertanto, se l’obiettivo del decreto è quello di ridurre i costi dei sinistri, nel tentativo di perseguire una riduzione dei premi assicurativi, occorre attuare una strategia ed un piano di azione coerenti con la composizione di tali costi, evitando ipotesi che danneggiano la concorrenza nel mercato della riparazione e negano la libera scelta dell’assicurato.