Venezia, inaugurato l’anno portuale 2012

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venezia inaugurazione anno portuale 2012Convegno al Terminal passeggeri con Zaia, Zaccariotto, Hlaca, Orsoni, Piattelli, Costa e Caccia

 

Al Terminal Passeggeri di Venezia si è inaugurato l’Anno portuale 2012 alla presenza del presidente della regione del Veneto, Luca Zaia, Bojan Hlaca, presidente del Napa (l’Associazione dei Porti del Nord Adriatico che unisce gli scali di Venezia, Trieste, Ravenna, Koper e Rijeka), Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia, Tiberio Piattelli, comandante del Porto di Venezia, Paolo Costa presidente dell’autorità portuale di Venezia, Francesca Zaccariotto, presidente della provincia di Venezia e il viceministro alle infrastrutture e trasporti, Mario Caccia.

“La logistica è uno dei settori più promettenti e quindi c’è l’urgenza di conoscere tutti gli elementi in gioco per conoscere il futuro della nostra provincia”:questo il saluto della presidente della provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno portuale 2012 dello scalo veneziano, che ha sottolineato come “il porto è un cantiere di grandi progetti, in grado di accrescere la forza e il prestigio dell’Alto Adriatico. E, dall’altro lato, è anche partner della Provincia per risolvere i problemi di tanti lavoratori”.

Per il governatore del Veneto Luca Zaia, il fatto che due terzi del traffico portuale “non sono gestiti da noi, ma vanno verso nord, significa che paghiamo una tassa logistica che non ci possiamo permettere: abbiamo quindi l’obbligo, come comunità, di dare servizi ai nostri territori”. Zaia ha detto che non bisogna vivere il Porto “come un mammut. La regione Veneto coglie questa sfida, sostenendo il porto d’altura, ma anche con la volontà di riconoscere che, in questi quattro anni, ci sono stati investimenti per mezzo miliardo. Perché la sfida da cogliere passa attraverso il rilancio di queste aree, puntando anche sull’intermodalità, con la connessione con interporti e traffico aeroportuale. E noi stiamo portando avanti la partita con la prospettiva della macroregione, perché credo che il corridoio Adriatico-Baltico, il corridoio Helsinki-La Valletta, il corridoio 5 siano tutti elementi su cui dobbiamo lavorare insieme”.

porto venezia terminal logistico 1Zaia ha quindi allargato il ragionamento anche ad altre due tematiche: il trasporto su rotaia e le bonifiche. Quanto alla prima, Zaia ha affermato che la grande partita del ferro “è ancora inespressa, perché mancano ancora i finanziamenti e soprattutto la volontà di completare il collegamento con il Friuli, per completare l’attraversamento est-ovest. Il rischio è quello di perdere, scusate il gioco di parole, questo importante treno”. Sulle bonifiche, invece, “siamo in dirittura d’arrivo – ha detto Zaia – perché l’accordo con il Ministero è questione di giorni e anche l’Eni è disponibile ad affrontare con noi la partita su queste aree. E questo significa che ci sono aziende pronte ad entrare nelle aree di Porto Marghera: aziende serie che hanno pronti due miliardi di investimenti”.

A Zaia ha fatto eco il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Mario Ciaccia, che è intervenuto all’inaugurazione dell’Anno portuale partendo dalle tratte italiane dei quattro corridoi della rete Ten-T che interessano il nostro Paese, affermando che queste “sono prioritarie per il Governo”, sottolineando come “il Corridoio Adriatico-Baltico, il Corridoio Mediterraneo, il Corridoio Helsinki-La Valletta e il Corridoio Genova-Rotterdam e i porti e gli aeroporti considerati terminali della stessa rete sono, e saranno l’oggetto dell’attenzione prioritaria del Governo all’interno del Programma delle Infrastrutture Strategiche ai sensi della Legge Obiettivo, programma che andrà eventualmente modificato in coerenza”.

Secondo il viceministro “il complesso delle norme emanate negli ultimi due mesi dal Governo non può essere riguardato come una serie disarticolata di disposizioni spot”, ma si tratta del risultato di “una visione di assieme e sinergica in cui infrastrutture e logistica si integrano tra loro. Visione in cui giocano un ruolo centrale le regole avviate sulla liberalizzazione dei mercati e la semplificazione delle procedure amministrative”. Per Ciaccia “si comprende come la politica infrastrutturale in generale, e quella delle infrastrutture portuali in particolare sia mirata a dare priorità di attuazione al complesso delle infrastrutture che scaturirà definitivamente dal processo di revisione della rete trans-europea di trasporto ‘essenziale’ in corso per ottenere maggiori e più rapidi risultati di accelerazione della crescita economica del Paese per il tramite di un aumento della sua competitività”.

Caccia si è occupato anche dell’annosa questione dei dragaggi dei porti e dello smaltimento dei relativi fanghi: “le nuove norme varate dal Governo restituiscono al territorio una vera potenzialità produttiva all’interno di un quadro di certezza normativa che può consentire l’arrivo di nuovi capitali di rischio per migliorare l’attività portuale italiana”.

I porti dell’Adriatico settentrionale aderenti al Napa (Venezia, Trieste, Ravenna, Koper e Rijeka) vogliono essere la via verde verso l’Europa. Per Zeljko Glavan, vicepresidente del Porto di Rijeka, intervenuto in rappresentanza del NAPA all’inaugurazione dell’Anno Portuale 2012 del Porto di Venezia “vogliamo essere l’alternativa ai porti del Nord e Centro dell’Europa, consentendo risparmi di costi, tempo ed emissioni di Co2. In questa sede – ha detto Glavan – mi piace sottolineare gli sforzi fatti dal Porto di Venezia per mettere insieme i nostri porti, nella condivisione di una visione molto forte di piattaforma logistica europea, porta d’accesso multinodale per aprire le porte ai mercati orientali, approfittando del fatto che l’Adriatico settentrionale è la via d’acqua naturale che penetra fino al centro dell’Europa continentale”.

laguna veneta bocche portoPer tutto il comparto marittimo, la situazione veneziana è sicuramente un’isola felice. “La sicurezza della navigazione – ha spiegato, nel suo intervento all’inaugurazione dell’Anno portuale 2012 il contrammiraglio Tiberio Piattelli, direttore marittimo del Veneto e comandante della Capitaneria di porto di Venezia – era ed è garanzia di regolarità nelle operazioni commerciali, condizione questa che ha fatto, nel tempo, la fortuna e la ricchezza della città di Venezia”.

La strategia di sviluppo del Porto di Venezia, anche dopo la tragedia della nave Costa Concordia, è di “mantenere il primato assoluto di primo home port italiano, senza però cedere al gigantismo crescente”. Lo ha detto il presidente dell’autorità portuale veneziana (Apv), Paolo Costa, osservando come l’incidente dell’Isola del Giglio, complicando effettivamente le prospettive di evoluzione del comparto passeggeri-crocieristico, abbia in realtà accelerato le conclusioni della riflessione che l’Apv aveva già avviato con il Comune di Venezia. L’emergenza grandi navi ha però avuto l’effetto di aggiungere al cronoprogetto futuro dello scalo veneziano una strategia di sviluppo dedicata al trasporto di passeggeri, che dovrà muoversi, ha spiegato Costa, in tre direzioni: “la definitiva realizzazione del sistema di ‘cold ironing’ alla stazione Marittima, la realizzazione di una via acquea alternativa di accesso, che usi la bocca di porto di Malamocco e il canale Contorta Sant’Angelo, e l’identificazione, progettazione e realizzazione nel medio-lungo periodo di una ‘Marittima 2’ al di fuori della laguna”. Per Costa “la crocieristica ‘non in Laguna’ non è una decisione, perché siamo solo in fase di esplorazione e studio della possibilità di riconvertire il cantiere di costruzione dei cassoni del Mose a Santa Maria del Mare, una volta completata l’opera nel 2014. L’obiettivo non è infatti quello di avere qualcosa di più in Laguna, ma qualcosa che va al di fuori di essa. Sono progetti ambiziosi, ma che non avrebbero senso se non inquadrati in un ambito europeo”.

All’evento è intervenuto anche il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, che ha chiesto per Marghera “una nuova missione, oltre alla portualità, all’industria: un’industria nuova, in cui la conoscenza e l’innovazione stanno al centro della produzione di valore”. Parlando di Marghera, Orsoni ha sottolineato che “c’è in cantiere anche l’accordo di programma con Regione e Ministero per le metodologie di bonifica dei siti, oltre ad una nuova apertura da parte dei proprietari delle aree, in particolare Eni, per il loro riutilizzo”.

Costa ha puntato anche sugli investimenti: “a livello nazionale, gli investimenti hanno puntato soprattutto sul Nord-Ovest, ma il futuro italiano ed europeo è da questa parte. Ma sono convinto che i nuovi interlocutori sapranno interpretare tutto ciò al meglio, perché anche l’Italia ha da avvantaggiarsi da un rilancio di Venezia”’. Il presidente dell’Autorità portale ha sottolineato che il futuro dello scalo è stato “conclusivamente segnato” nel momento in cui, nel 2003, si sono stabilite le soglie di profondità dei canali all’ingresso delle tre bocche di porto. Costa ha poi affrontato le questioni dello sfruttamento commerciale del porto d’altura (“mettendo a disposizione spazi portuali logistici”), del patto ambientale del 2003 (con l’escavo dei canali attuali che si concluderà entro l’estate 2012), della strategia pensata per rispondere agli interessi non solo di Venezia, ma anche del Veneto, dell’Italia e dell’Europa, alla crisi “nonostante la quale – ha detto – siamo riusciti a far crescere i volumi complessivi, significando che siamo riusciti a spostarci il più rapidamente possibile”. Quanto al futuro, Costa ha presentato quello che ha definito un “programma di sviluppo ambizioso, che Venezia è elemento indispensabile dell’economia dell’intera Europa e bisogna quindi guardare in una prospettiva molto lunga, avendo il coraggio di annunciare gli obiettivi’. Obiettivi che, per Venezia, passeranno per la realizzazione del nuovo terminal delle Autostrade del Mare a Fusina entro il 2013, di un nuovo terminal container a Porto Marghera entro il 2014. Fino a quella che Costa ha definito la sfida del terminal offshore, con il primo modulo da completare entro il 2016. “L’idea – ha spiegato – è assolutamente graduale, in grado di far fronte ad ogni altro possibile sviluppo entro il 2020 o il 2030 al fine di garantire i sei milioni di teu che gli studi più aggiornati hanno stimati per il 2030. Un dato nelle nostre possibilità, perché il mercato ci sta venendo incontro, anche se bisogna convincere i grandi player mondiali a puntare sui porti del Napa”.