Manifestazione pro autonomia sottotono: tanti politici, ma poca gente comune

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Trento manifestazione pro autonomia 4 1L’evento animato dal Patt ha calamitato a Trento delegazioni dalle realtà autonome ed aspiranti tali, come quella dalla provincia di Belluno

L’autonomia del Trentino ha manifestato il suo orgoglio, scendendo in piazza al suono dell’Inno del Trentino, catalizzando solo l’attenzione del mondo della politica e assai meno quello della popolazione che, nelle intenzioni degli organizzatori, avrebbe dovuto partecipare in massa alla difesa della storica ed in verità un po’ incrostata autonomia trentina. Organizzazione formalmente fuori dalle fila della politica, ma di fatto catalizzata dal Patt, partita da uno storico, Lorenzo Baratter, ma i politici locali c’erano praticamente tutti, “a titolo personale”, come ha tenuto a precisare il presidente della provincia di Trento, Lorenzo Dellai.

Bandiere del Trentino sono state distribuite a pagamento (12 euro ciascuna) ai partecipanti, sei-settecento, venuti da tutte le valli, con cartelli a sottolineare l’appartenenza territoriale e slogan a difesa dell’autonomia. Contento di questa partecipazione Dellai, per la “tanta gente che rappresenta la comunità trentina e che vede nell’autonomia un valore, una responsabilità, un progetto per il futuro”, puntualizzando che “definirla una manifestazione a difesa dell’autonomia dai recenti attacchi esterni mi sembra limitativo. Quelli strumentali li respingiamo, mentre le critiche da sempre le prendiamo seriamente, perché vogliamo migliorarci. Per noi l’autonomia è sempre stato un progetto di miglioramento del nostro modo di essere, di fare, e anche del nostro modo di essere utili al nostro Paese e all’Europa”.

Trento manifestazione pro autonomia 2 1Tra gli assenti eccellenti il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, che ha precisato come le istituzioni non fossero chiamate a partecipare e che dunque a titolo personale non ha ritenuto necessario esserci, pure sottolineando l’importanza di valorizzare l’autonomia. E tra i politici qualche scaramuccia, subito sopita, nei giorni scorsi era nata, un po’ a rivendicare quasi la discesa in piazza. Una faccenda che in Trentino non si vedeva, a guardare bene, dai tempi del consolidamento dell’autonomia trentina, cioè dell’Asar, il movimento autonomista trentino nato alla fine della seconda guerra mondiale.

“E’ un’autonomia plurale quella che vedo qui – ha affermato il vicepresidente della Provincia Alberto Pacher (Pd) – con rispetto delle diversità e senza schieramenti politici. E’ riuscita l’idea della manifestazione trasversale, unita dallo scopo di parlare della nostra autonomia”. Ugo Rossi, segretario del Partito autonomista trentino tirolese, ha voluto ringraziare tutti i presenti e a quelli che non sono venuti ha voluto dire: “l’autonomia si può migliorare, ma partendo dall’autonomia stessa, perché è nostro dovere migliorarla”. Apprezzamento è stato espresso anche da Walter Viola, capogruppo consiliare del Pdl, che ha precisato come “la difesa dell’autonomia va fatta con mille strumenti, la piazza è uno di questi, ma se finisce qui è ben poca cosa, tanto più che è stata sollecitata politicamente”, distinguendosi dal segretario del partito azzurro che ha ritenuto non opportuno partecipare.

“E’ un momento importante per la nostra Autonomia – ha detto Marino Simoni, presidente del Consiglio delle autonomie e del Consorzio dei Comuni trentini – e vedo rappresentato tutto il territorio trentino, c’è una buona partecipazione popolare: è un segnale per il governo, ma anche per l’orgoglio autonomista”. Per il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, “è una buona occasione per conoscere e informarsi sul significato dell’Autonomia trentina, senza schieramenti o posizioni contrastanti, ma solo con il desiderio di approfondire il senso di appartenenza”.

Per Sergio Divina, senatore della Lega Nord, “non servono manifestazioni come queste, ma serve appianare i gap tra noi e gli altri, tra le Regioni a statuto speciale e le altre, per evitare la nascita di invidie tra territori. Per questo invitiamo ad attuare al più presto la riforma federalista che l’attuale maggioranza che governa a Roma pare avere messo in un cassetto”.