Sono oltre 6.700, il 25% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, le adesioni presentate tra aprile e giugno 2018 al programma Garanzia giovani Veneto, l’iniziativa contro la disoccupazione giovanile riservata a ragazzi e ragazze tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.
«Uno strumento nato per affrontare l’emergenza, che oggi è riconosciuto dai giovani in cerca di lavoro come un interessante e valido punto di riferimento – sottolinea Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro del Veneto . Il secondo trimestre di quest’anno è stato un periodo particolarmente dinamico: quasi 6.000 le adesioni effettive, 5.200 i patti di servizio stipulati, 4.400 quelli conclusi, principalmente perché il giovane ha trovato lavoro o ripreso gli studi, e più di 3.000 le attività erogate».
Complessivamente, dall’avvio avvenuto nel maggio 2014 ad oggi, le adesioni a Garanzia giovani Veneto hanno raggiunto quota 120.000. Al netto delle cancellazioni d’ufficio per mancata presentazione allo Youth Corner entro i 60 giorni previsti dal Programma o per attivazione in un’altra regione, quelle effettive risultano 79.000 e, con una percentuale del 98%, il Veneto si conferma la regione con il più alto tasso di patti di servizio stipulati sul totale delle adesioni valide. I tempi che intercorrono tra l’adesione e la sottoscrizione del patto sono generalmente brevi, circa 4 giorni.
«Uno sforzo organizzativo che non ha paragoni – nota Donazzan – perché gli alti standard qualitativi della nostra Regione nella gestione delle politiche del lavoro, frutto di una forte e proficua collaborazione tra pubblico e privato e del coinvolgimento attivo dei centri per l’Impiego, permettono di conseguire risposte concrete in tempi certi. Offriamo volentieri al ministro Di Maio il know-how del modello Veneto di gestione delle Politiche del Lavoro: l’occasione giusta potrebbe essere il tavolo che sta per aprire con le Regioni e che crediamo potrà apportare buoni risultati».
I giovani che hanno trovato lavoro dopo l’adesione sono complessivamente 67.148, il 64% degli iscritti, prevalentemente nei settori del turismo, dell’industria metalmeccanica e del commercio. Molti risultano tuttora occupati. Al momento dell’ingresso nel mercato del lavoro, il 32% dei giovani occupati è stato assunto con contratto a tempo determinato, il 27% in apprendistato e il 20% con un contratto di somministrazione lavoro tramite agenzia. Il 12% dei giovani ha sottoscritto sin da subito un contratto a tempo indeterminato, mentre una quota marginale è stata interessata da altre tipologie contrattuali (lavoro intermittente, lavoro domestico, collaborazioni). A questi si aggiungono quanti potrebbero aver avviato un’attività di lavoro autonomo, svolto solo esperienze di tirocinio o trovato lavoro all’estero, casistiche che non sono oggetto del monitoraggio.
«Le proiezioni sul Decreto Dignità che abbiamo fatto studiare a Veneto Lavoro potrebbero determinare difficoltà proprio per i contratti di inserimento: faccio riferimento in particolare alla diminuzione della durata massima dei contratti a tempo determinato, da 36 a 24 mesi. 3 anni sono un tempo né breve né lungo per far conoscere un giovane al proprio datore di lavoro e permette all’azienda di considerarlo non intercambiabile – conclude Donazzan – e un anno in più o un meno ha più il sapore di un cambiamento estetico. Mi auguro si torni ai 36 mesi perché, dal nostro punto di osservazione, darebbe una stabilità nel riferimento normativo ai datori di lavoro ai quali chiediamo di accogliere, in particolare, i nostri giovani».