In Veneto cresce il lavoro somministrato

Pubblicata la “Misura 85” dell’Osservatorio di Veneto Lavoro sulle recenti dinamiche del lavoro interinale in regione e sulle caratteristiche di lavoratori e imprese coinvolte. 

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Sono circa 100.000 in Veneto secondo il report dell’Osservatorio di Veneto Lavoro sul lavoro somministrato nel periodo 2013-2019 i lavoratori interessati da contratti di questo genere di lavoro, con una crescita costante negli ultimi anni e che in questo 2019 pare ulteriormente accentuarsi. In quasi la metà dei casi si tratta di giovani fino a 30 anni, prevalentemente diplomati, e uno su quattro è straniero. Come logico attendersi il 99% delle assunzioni è a tempo determinato, con durate effettive superiori ai due mesi e una media di due contratti l’anno per ciascun lavoratore, ma anche i rapporti stabili si rivelano in crescita.

Se nel 2013 le assunzioni effettuate dalle agenzie di somministrazione con sede in Veneto erano state circa 112.000, di cui appena 500 a tempo indeterminato e con 55.000 lavoratori coinvolti, nel 2018 si è arrivati a oltre 190.000 assunzioni (quasi 2.000 a tempo indeterminato) e 100.000 lavoratori interessati. Il picco massimo si è toccato nel 2017 con 215.000 assunzioni. Varia anche il peso delle assunzioni in somministrazione, che mediamente rappresentano il 22% del totale delle attivazioni con contratto di lavoro dipendente, passando da un minimo del 18% registrato nel 2013 a un massimo del 26% nel 2017.

Se la crescita dei rapporti di somministrazione a tempo determinato è stata costante negli anni, quelli a tempo indeterminato, che pesano appena per l’1% sul totale delle assunzioni stabili, hanno invece mostrato un andamento meno lineare. Una brusca impennata si è verificata nel corso del 2015, in concomitanza con l’introduzione di generosi esoneri contributivi, seguita da un vistoso rallentamento nei due anni successivi e da un nuovo picco a partire dalla fine del 2018, in questo caso dovuto soprattutto al clima di incertezza determinato dalle nuove norme introdotte dal Decreto Dignità, che rendendo più restrittivo l’accesso al tempo determinato, in alcuni casi hanno indotto anche le agenzie di somministrazione a stipulare più contratti a tempo indeterminato. È questa una delle cause della crescita dello staff leasing, ovvero del caso in cui un dipendente a tempo indeterminato di un’agenzia viene inviato ad un’impresa utilizzatrice senza vincoli di tempo. Nel primo trimestre 2019 circa 500 imprese hanno attivato 1.629 lavoratori in staff leasing, superando ampiamente, in un solo trimestre, il numero di attivazioni effettuate in tutto il 2018 (1.237).

Complessivamente, sono circa 11.000 ogni anno le imprese utilizzatrici di lavoratori in somministrazione, equamente distribuite nei settori dell’industria, prevalentemente metalmeccanica (18% del totale), e dei servizi, soprattutto alberghi, ristorazione, ingrosso e logistica, servizi di pulizia. Una maggiore presenza femminile si riscontra nei servizi sanitari e sociali, nell’istruzione e nell’oreficeria, mentre i giovani sono più frequenti nell’occhialeria e nei servizi finanziari.

Il report consente inoltre di analizzare il livello di concentrazione dei rapporti di lavoro all’interno delle agenzie di somministrazione. Ne emerge che su un totale di 117 agenzie attive in Veneto nel periodo considerato, 10 di esse concentrano ben il 75% del volume complessivo delle missioni, le prime 5 il 57%. Un effetto ancora più evidente se si osservano i contratti a tempo indeterminato, l’80% dei quali si concentra in sole 5 agenzie di somministrazione.

Alla luce dei dati raccolti, nel report si evidenzia come il lavoro somministrato, da un lato, risponda alle difficoltà di reperimentodi manodopera qualificata e, dall’altro, rappresenti per le imprese un canale più duttile per gestire la forza lavoro rispetto adaltre tipologie contrattuali.

La “Misura 85 – Il lavoro somministrato nella temperie dei cambiamenti normativi” è disponibile a questo link.

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