Reddito di cittadinanza, Governo Draghi come il BisConte: altri 2 miliardi nel buco nero

Continua l’alterazione del mercato del lavoro, con i precettori del RdC che ingrossano truffe e fenomeni criminali, ad iniziare dal lavoro nero. Poco o nulla per il lavoro degli autonomi. 

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reddito di cittadinanza

Per il Reddito di cittadinanza non bastano gli 8,6 miliardi già stanziati per il 2021: il governo Draghi s’appresta ad integrare il grisbì del pozzo nero con altri 2 miliardi di euro complice il fatto che il numero dei poveri in Italia è in continua crescita (ma non doveva essere abrogata per decreto proprio dall’arrivo salvifico del Reddito? Di Maio, rispondi!).

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Il Reddito di cittadinanza si è dimostrato essere un pozzo senza fondo, visto che le norme attuali ne autorizzano ben 22 miliardi di finanziamenti fino al 2023, con una tendenza alla crescita fino alla cifra monstre di ben 40 miliardi di euro al 2029. Cifre francamente insostenibili per qualsiasi bilancio statale, a maggior ragione per uno disastrato come quello italiano.

Per il Reddito di cittadinanza serve una via d’uscita come per l’altro provvedimento scellerato di “quota 100”, voluto dalla Lega per contraltare al provvedimento grillino all’epoca del governo contro natura del Conte Uno finito tragicamente annegato in un mojito estivo. Ovvio che non si può cancellarlo dalla sera alla mattina, ma bisogna far sì che entro la fine del 2022 questo sia solo un pallido ricordo di un governo scellerato che è finito solo per ingrossare i casi delle truffe (oltre che “arricchire” criminali e mafiosi in galera) e ad allontanare dal lavoro regolare frotte di persone che puntano ad arrotondare con il lavoro nero.

E mentre il governo Draghi s’arrabatta per trovare altri 2 miliardi da buttare nel pozzo nero del Reddito di cittadinanza, con comodo sta arrivando ad imprese e lavoratori autonomi la seconda quota del “Sostegnibis, evidenziando ancora una volta una stridente, insostenibile, insopportabile diversità di trattamento tra stessi cittadini: da una parte, chi non lavora percepisce a prescindere una mancetta di circa 600 euro al mese netti; dall’altra, chi invece lavorava ed è stato costretto a fermarsi causa decisioniscellerate del governo BisConte ha ricevuto decisamente meno, molto meno, per giunta erogato con il contagocce. Una differenza di trattamento vergognosa che una figura come il Premier Draghi farebbe bene a cancellare per evitare che schizzi di palta possano macchiare la sua autorevolezza e credibilità.

Ecco come la matita graffiante di Domenico La Cava interpreta la situazione.reddito di cittadinanza

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