Il vino italiano riparte al galoppo: entro il 2021 attesi 11miliardi di fatturato (+9%)

La pandemia da Covid-19 ha bruciato 3 miliardi di fatturato, ma crescre (75%) il commercio elettronico delle bottiglie.

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Festival TrentoDoc vino italiano spumante prosecco bollicine versamento in bicchieri shutterstock

Il vino italiano ha ripreso il suo galoppo sui mercati internazionali e, dopo aver bruciato 3 miliardi di fatturato nel 2020 a causa della chiusura di molte attività, conta di chiudere il 2021 con 11 miliardi di euro di fatturato globale, in aumento del 9%.

La strada per tornare ai 13 miliardi di produzione del 2019 è ancora lunga ma possibile, dove occorre far tesoro anche del periodo del confinamento scommettendo sul digitale e sulle esportazioni, in particolare del Prosecco e dei vini rosati.

Il Forum nazionale vitivinicolo 2021 promosso da Cia-Agricoltori Italiani in collaborazione con Unione Italiana Vini ha fatto il punto sulla situazione del comparto enologico nazionale. «E’ necessario implementare le risorse sulla promozione soprattutto su quei mercati dove l’Italia può crescere -, ha detto il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli -. Il vitivincolo è uno dei settori del primarioche va più di tutti sostenuto perché riesce a creare valore aggiunto, ha una filiera che funziona molto bene che riesce a distribuirlo in modo coerente e corretto tra i diversi attori».

Secondo le associazioni di settore il pieno rilancio del comparto non avverrà prima del 2022, perché bisogna attendere la ripresa stabiledella ristorazione e delle enoteche che lo scorso anno hanno perso rispettivamente il 40% e il 23%; ma anche del turismo, così come del commercio mondiale, sperando che la variante “Delta” (o indiana) del Convid-19 non imponga nuove restrizioni.

Per il presidente Cia, Dino Scanavino, «il 2021 è un anno decisivo dove occorre puntare su nuovi canali, mercati e tendenze, scommettendo sull’e-commerce in crescita del 120% nei primi sei mesi dell’anno. Siti aziendali e portali dedicati sono aumentati del 75% per andare incontro ai tanti consumatori che ormai acquistano sul web; basti pensare che sul 52% che lo ha fatto per la prima volta durante il confinamento, almeno il 40% continua a usare questo canale. Imperativo è poi l’export in Paesi strategici come la Cina, che – secondo Scanavino – ha messo a segno +22% nel primo quadrimestre, dove a guidare la ripresa saranno ancora una volta gli spumanti, pari a quasi un quarto dell’export vinicolo per circa 2 miliardi di euro, di cui il 70% grazie al sistema Prosecco».

Un andamento in crescita per il vino italiano con una produzione prevista in aumento del 30% entro il 2024, rispetto ai 750 milioni di bottiglie odierne. Un risultato reso possibile dal deciso successo dei vini rosati, che hanno totalizzato 120 milioni di bottiglie solo nel 2020, pari a 450 milioni di euro, con un effetto traino del nuovo Prosecco Rosè superiore al 10%.

Proprio sul fronte estero sono fondamentali i fondi per la promozione che, come ha detto il presidente dell’Uiv, Ernesto Abbona, «politiche protezionistiche europee vorrebbero mettere in discussione». Ne è convinto anche il responsabile Cia-Agricoltori ItalianiArea politiche vitivinicole, Luca Brunelli, secondo il quale «per un rilancio vero del vino italiano occorre uscire dalla logica emergenziale dei ristori e puntare sulla promozione per competere sempre e meglio sui mercati esteri».

Positive, infine, le prospettive del vigneto Italia, con un potenziale produttivo verso gli 800.000 ettari entro il 2025, anche per merito della Pac con la proroga dei diritti d’impianto e nuove opportunità per migliaia di giovani sempre più attratti dalle possibilità offerte dal comparto primario.

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