La stagione 2021–2022 del Palazzetto Bru Zane di Venezia

Due festival a Venezia, altri a Parigi e in Europa. Pubblicazioni di libri e CD, conferenze, convegni ed eventi per famiglie nel sempre più ricco cartellone del Centre de musique romantique française. Di Giovanni Greto

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palazzetto Bru Zane

E’ stata presentata la nuova stagione del Palazzetto Bru Zane, Centre de musique romantique française, che partirà sabato prossimo per concludersi il 27 maggio 2022.

Alexandre Dratwicki, direttore artistico e Rosa Giglio, coordinatrice artistica si sono alternati nel configurare l’intensa attività del Palazzetto, un’istituzione aperta al pubblico nel 2009, votata alla rivalorizzazione del patrimonio musicale, ad oggi meno conosciuto, del XIX secolo francese.

Due periodi, durante i quali l’arte francese si reinventa e rinasce, e due bicentenari sono al centro della programmazione. Il primo periodo (1795-1815), tra la fine del Terrore e la caduta dell’Impero, suddiviso in tre fasi – Direttorio (1795-1799), Consolato (1799–1804), Impero (1804–1815) – vede Parigi diventare capitale musicale europea, arricchita dalle opere di compositori, da cui avrà origine il Romanticismo francese. Il secondo (1822–1890), dopo la disfatta di Sedan e la fiammata della Comune, vede la creazione de la Societé nationale de musique (1871). I bicentenari si riferiscono alla morte di Napoleone (1821) e alla nascita di Cesar Franck (1822).

La stagione si apre con “Il suono dell’Impero. La musica all’epoca di Napoleone Bonaparte (1795 – 1815)”, un ciclo di sei concerti (dal 25 settembre al 12 novembre) e quattro conferenze.

La necessità di prendere in considerazione questo periodo cardine – due decenni cruciali, dal punto di vista dell’organizzazione e dell’ordinamento estetico – è imprescindibile, se si vuole comprendere l’origine dell’ideale romantico francese e il modo in cui viene liquidato il lascito della Rivoluzione.

Una volta destabilizzati la nobiltà e il clero, dal cui sostegno dipendeva sotto l’Ancien Regime il mondo musicale francese, la Rivoluzione (1789-1799) propone una musica di Stato per educare il cittadino alle nuove idee e all’amore per la Repubblica. Simbolo di tale evoluzione è la fondazione nel 1795 del Conservatorio di Parigi, cui seguiranno la rivalorizzazione delle scene liriche, il ripristino della Cappella del sovrano e l’istituzione della “Musique particulière” dell’Imperatore.

Dopo il concerto d’inaugurazione alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista del 25 settembre  e quello del 26 settembre al Bru Zane, l’8 ottobre alle 19.30, Clare Hammond eseguirà gli studi per pianoforte di Helene De Montgeroult, aristocratica pianista di avanguardia, professoressa di pianoforte in una classe maschile del Conservatorio. Il 19 ottobre, alle 19.30, ci sarà un concerto per duo di chitarre, a cura del Duo Tarentelle, ossia il chitarrista belga Stijn Konins e il francese Romaric Martin. Si ascolteranno trascrizioni delle opere più in voga del momento, tratte dall’ambito della lirica come anche dal repertorio dei concerti o della musica da camera.

Il 4 novembre alle 19.30, una serata con il trio Arnold. Si tratta di un trio per archi (violino, viola e violoncello), un organico che nella Francia del primo Ottocento si incontra di rado e che ispira solo eccezionalmente i compositori. In programma, opere giovanili del 1808 di Alexandre-Pierre-François Boely (1785–1858) e della fine del secolo precedente di Hyacinthe Jadin , prematuramente scomparso nel 1800.

Il Festival si conclude il 12 novembre alle 19.30 con l’esibizione del giovane Quatuor Elmire, che  eseguirà “quartetti  brillanti” di Pierre Baillot (1771–1842), Ferdinand Hérold e Hyacinthe Jadin, che mettono in risalto il primo violino, trattato come un solista accompagnato da un trio d’archi.

Afferenti al Festival, ci saranno quattro conferenze, alle ore 18.00 al Palazzetto, con lo scopo di illustrare aspetti curiosi e particolari legati alla figura di Napoleone: dalle sue predilezioni culinarie (Pollo alla Marengo, Napoleone e la ricetta della vittoria), il 30 settembre; alle sue capacità di influenzatore (Napoleone Bonaparte, l’imperatore che amava la musica), il 12 ottobre; fino ai legami con il cinema (attorno al Napoleon (1927) di Abel Gance (1889 -1981): un itinerario tra cinema e musica), il 26 ottobre. L’ultima conferenza, il 9 novembre, segna la nuova collaborazione con l’Archivio di Stato di Venezia (Non solo un “cuculo corso”: Napoleone a Venezia). Attraverso i documenti conservati presso l’Archivio di Stato, si evocherà come l’Amministrazione napoleonica si sia incardinata con il regno d’Italia (1806–1814); il contesto giuridico e culturale in cui si collocano le famigerate spoliazioni di opere d’arte, asportate e condotte in patria ad arricchire le collezioni parigine; la nuova nobiltà introdotta in Italia dall’Imperatore per stringere in un vincolo di fedeltà e riconoscenza i membri più eminenti delle elite locali.

Da segnalare, il proseguimento di “Romantici in erba”, progetti didattici gratuiti rivolti alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I e II grado di Venezia e del Veneto e degli eventi per

famiglie, ossia i Laboratori-Concerti per bambini dai 4 ai 7 anni e dagli 8 e 11 anni e i loro accompagnatori, il sabato o la domenica pomeriggio.

Non vanno dimenticate le pubblicazioni dell’etichetta Bru Zane, che con i suoi Livres-Disques produce registrazioni di opere misconosciute o riscoperte, del “Grand XIX siècle” francese, associando iconografie rare e testi di analisi e di contestualizzazione. Tre collane – Opera Français; Portraits; Prix de Rome – fanno rivivere sia il repertorio lirico, sia la musica sacra, sinfonica e concertante. Tra le ultime novità, nella prima collana, l’opera lirica La princesse jaune (1872) di Camille Saint Saens, nell’esecuzione dell’Orchestre National Du Capitole de Toulouse, diretta da Leo Hussain e La Fille de Madame Angot (1872), di Charles Lecocq, con l’Orchestre De Chambre de Paris e il Choeur Du Concert Spirituel, diretti da Sébastien Rouland.

Dal 2 aprile al 7 maggio prossimi, si svolgerà il secondo festival, L’universo di Cesar Franck, per un totale di sette concerti. Nel celebrare il bicentenario della nascita del compositore belga, il Palazzetto intende presentare l’artista sotto una luce nuova : l’integrale delle mélodies e la prima registrazione dell’opera lirica Hulda, senza tagli, saranno tra i momenti clou di questa rinascita.

Come di consueto, non mancheranno conferenze, concerti, convegni, presentazioni di libri fuori dei festival.

Il 2 ottobre, nell’ambito di Art Night, a partire dalle 19.00, il Palazzetto propone un percorso immaginario tra Profano e Sacro, sulle note dell’opera di Benjamin Godard Dante. Accoglierà la compagnia dell’attrice teatrale Eleonora Fuser e alcune opere dello scultore Giorgio De Marchi, in una visita-performance inedita del Casinò Zane e della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista.

Alla fine della sintetica, quanto esaustiva presentazione, nella sala da concerto del Bru Zane, il giovane, talentuoso pianista Mihàly Berecz, ha eseguito alcuni estratti dalla Sonata n. 2 in Fa minore, JD 12 di Hélène de Montgeroult.

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