A Musikamera il recital pianistico di Emanuele Arciuli

Al Teatro La Fenice un programma interamente di musica contemporanea. Di Giovanni Greto 

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«Un programma singolare con difficoltà esecutive per un musicista che si è dedicato con grande passione alla musica americana»: con queste parole Vitale Fano, direttore artistico di Musikamera, ha presentato il recital del pianista leccese Emanuele Arciuli.

Il concerto si è aperto con “In a Landscape” (1948), una composizione, si legge nel programma di sala, dedicata da John Cage alla danzatrice Louise Lippold, con la quale collaborò in fase di scrittura. E’ un brano delicato e ripetitivo, quasi come un ostinato incantatorio orientale e molto importante, ha spiegato Arciuli dopo l’esecuzione, perché anticipa tante soluzioni e intuizioni della musica successiva. E, parlando con Ludovico Einaudi, l’affermato pianista gli confidava che è stato il pezzo di svolta per il suo modo di suonare.

Curiosa la storia compositiva di “Nudo” (2015). All’autore, Nicola Campogrande, un misterioso signore commissionò nel 2012 un pezzo per piano e orchestra, che fosse come un ritratto, dedicato alla moglie, una donna molto famosa, di cui non si può svelare l’identità. Spogliato dell’orchestra, “nudo” appunto, è diventato una Sonata per pianoforte in cinque movimenti, ma non con i titoli classici, bensì come se fossero fotografie che delineano rappresentazioni del volto della donna in diverse ore della giornata (Home, Occhi, Conquiste, Notte Finale).

Il brano più interessante è stato il terzo, “Round Midnight Variations: Hommage to Thelonious Monk (for Emanuele Arciuli)”. Una ventina d’anni fa, Arciuli chiese a 19 compositori (15 statunitensi e 4 italiani) di scrivere per lui delle variazioni su uno dei capolavori di Thelonious Monk, “Round Midnight”. Ne sortì circa un’ora e mezza di musica, da lui definita una galleria della musica americana. Alle sale Apollinee ne ha eseguite quattro, precedute da una sua esposizione personale del tema. Il progetto è anche un disco uscito nel 2011.

Da Monk si passa a Nino Rota che fu preside del Conservatorio di Bari, dove Arciuli si diplomò appena diciannovenne. Si sono ascoltati sei dei quindici “Preludi per pianoforte” (1965), una delle pagine più esemplari di un musicista colto e di un eccellente pianista, conosciuto principalmente per essere stato il musicista di Fellini.

Conclusione del programma con un omaggio ad un musicista amico, scomparso lo scorso giugno, Frederic Rzewski, secondo Arciuli, il più grande compositore degli ultimi 50 anni. Il brano scelto, “Winnsboro Cotton Mill Blues” (1980), è una composizione di protesta, tratta da un canto popolare, ma dotata di una poesia enorme. Contrappone il Blues al moto incessante delle macchine, mentre il testo racconta le condizioni drammatiche degli operai tessili del Sud Carolina nel 1930.

Applausi insistiti hanno ottenuto due brevi bis, il primo, “The Man I love” di George Gershwin; il secondo, “Abschied Gedanken”, di Ludwig van Beethoven.

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