Primario di cardiologia dell’ospedale di Pieve di Cadore chiede 130 euro a visita per accorciare i tempi di attesa

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ospedale pieve di cadore 1Arrestato dalla Guardia di Finanza di Belluno. Coletto: “se i fatti saranno confermati, saremo inflessibili, fino al licenziamento”

Il primario di cardiologia del nosocomio di Pieve di Cadore (Belluno) aveva trovato per i pazienti la scorciatoia contro i tempi lunghi d’attesa per le visite: i pazienti li riceveva in ospedale in orario di lavoro dietro il pagamento di 130 euro, 100 euro se il compenso era senza fattura. Un meccanismo che andava avanti da tempo, interrotto dalla Guardia di Finanza di Belluno che ha notificato al professionista, Jacopo Dalle Mule, 64 anni, la sospensione dall’esercizio dell’attività sanitaria e il divieto di dimora nel comune bellunese. Il primario è accusato di peculato aggravato continuato, truffa aggravata continuata ed interruzione di pubblico servizio. Dovrà invece rispondere di concorso in truffa sua moglie, che da casa raccoglieva telefonicamente le prenotazioni, spacciandosi a volte, come ‘addetta alla cardiologia’. La donna fissava data e ora delle visite da eseguire negli ambulatori ospedalieri con le attrezzature sanitarie pubbliche. Ospedale ‘sfortunato’ quello di Pieve di Cadore: solo un mese fa sempre i finanzieri avevano arrestato il primario di ginecologia, Carlo Cetera, che avrebbe intascato ‘mazzette’ per velocizzare le pratiche per la procreazione assistita.

Quanto all’inchiesta che coinvolge Dalle Mule, i finanzieri sospettano che il medico avesse fatto della struttura ospedaliera una dependance dei suoi ambulatori privati. A fronte dei 5 mesi d’attesa per una visita cardiologica, Dalle Mule riusciva a ridurli a sole due settimane per chi era disposto a pagare extra ticket. La visita non avveniva però in uno dei suoi due ambulatori privati, ma all’interno dell’ospedale di Pieve di Cadore e durante l’orario di servizio, senza alcuna autorizzazione da parte dell’Ulss. La prassi non era sfuggita alle infermiere del reparto di cardiologia che si vedevano arrivare numerosi pazienti, senza prenotazione; questi ultimi sostenevano di aver prenotato una visita privata col primario. Lo stesso personale infermieristico aveva raccolto le lamentele degli stessi pazienti che non capivano come mai dovessero pagare il ticket all’ufficio cassa ospedaliero, dopo aver sborsato 130 o 100 euro in contanti al primario. Ultimamente, Dalle Mule aveva suggerito ai pazienti privati di rivolgersi al pronto soccorso ospedaliero al fine di giustificare le visite ‘senza attesa’. Grazie all’analisi della documentazione sequestrata ed alle testimonianze rese da pazienti, medici ed infermieri i finanzieri hanno ricostruito l’illecita attività del medico.

Regione Veneto giunta ass Luca Coletto LN 1“Attendiamo la conclusione delle indagini degli inquirenti e del lavoro della magistratura, ma se le accuse troveranno conferma in sede giudiziaria, saremo inflessibili, sino ad avviare le procedure di sospensione definitiva, e cioè di licenziamento”. Lo sottolinea l’assessore alla sanità del Veneto, Luca Coletto, che tiene a sottolineare “la correttezza e la trasparenza con cui ha operato l’Ulss di Belluno, che già tempo addietro, appena ricevuta da alcuni pazienti la segnalazione che qualcosa non andava, ha avviato le necessarie azioni disciplinari interne nei confronti del medico ed ha informato tempestivamente l’autorità giudiziaria, consentendo così l’avvio delle indagini”.

“Il medico in questione – precisa Coletto – aveva scelto il regime di attività extra moenia e quindi per nessun motivo avrebbe potuto svolgere attività privata in ospedale. In casi come questo – prosegue l’assessore – la tolleranza zero è un dovere per l’amministrazione regionale, non solo per gli eventuali danni economici, ma perché il comportamento tenuto ha sicuramente avuto riflessi sull’allungamento delle liste d’attesa lasciando in coda chi aveva diritto di essere visitato prima, e getta ombre sul lavoro onesto e faticoso che la stragrande maggioranza dei nostri sanitari porta avanti giorno dopo giorno, spesso anche oltre il dovere formale”.