Rigassificatore di Trieste, dopo il voto negativo del capoluogo giuliano Confindustria chiede un ripensamento

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FVG sergio razeto presidente confindustria trieste 1Calligaris: “Perplessità sul no categorico”. Razeto: “sì a prescrizioni ambientali stringenti, no all’ideologia semplice”

Attorno alla realizzazione di nuovi rigassificatori per rendere l’Italia meno suscettibile dalle tensioni geopolitiche legate alla fornitura di gas, scende in campo Confindustria Friuli Venezia Giulia che critica il voto contrario a larga maggioranza del consiglio comunale di Trieste alla costruzione di un impianto nello specchio di mare antistante.

In una nota, il presidente regionale di Confindustria Friuli Venezia Giulia, Alessandro Calligaris, afferma che “nel prendere atto con doveroso rispetto istituzionale dell’ampia convergenza con cui il Consiglio comunale di Trieste si è espresso negativamente in ordine al rigassificatore, esprimo alcune perplessità in merito al no categorico al progetto. Per gli industriali la realizzazione del terminale potrebbe costituire uno strumento di supporto e rilancio del tessuto produttivo, non solo triestino, ma anche regionale”. Per Calligaris “fermo restando che la salvaguardia dell’ambiente e la tutela delle condizioni di sicurezza per tutti i tipi di impianti sono considerati una priorità, per Confindustria la realizzazione di questo importante progetto rimane necessaria ed urgente: gli approvvigionamenti energetici costituiscono infatti una conditio sine qua non per la competitività di un sistema Paese, ed è in quest’ottica che un progetto come quello di Gas Natural deve essere valutato, pur con le dovute attenzioni alle esternalità che un impianto del genere può causare”.

Dello stesso avviso è il presidente dell’Associazione Industriali di Trieste, Sergio Razeto: “mi preme sottolineare che l’orientamento favorevole di Confindustria non vuole e non può prescindere da alcuni prerequisiti di capitale importanza nella stesura del progetto definitivo, quali l’utilizzo delle tecnologie più avanzate in termini di sicurezza ed impatto ambientale, la riduzione dell’impatto paesaggistico dell’impianto e la compatibilità con le attività logistiche e portuali presenti e future”. Per il presidente dell’Associazione triestina “sarebbe stato più costruttivo sollecitare la società proponente a colmare i deficit progettuali attraverso la richiesta e l’imposizione di prescrizioni sempre più stringenti, anziché esprimere netta contrarietà al progetto. Parimenti, si riconosce che da parte di Gas Natural è mancata l’apertura ad un confronto efficace e diretto con gli attori locali, presupposto fondamentale per rendere la proposta il più possibile coerente con le esigenze del territorio e per tradurla in una reale opportunità per la comunità”.

Per Confindustria è necessario “assecondare la crescita e lo sviluppo del territorio attraverso iniziative improntate alla sostenibilità di lungo periodo e non certo attraverso soluzioni che rispondono ad una logica che non le appartiene, come quella di “prendere questo perché non c’è altro”.