La giunta provinciale di Trento in visita alle miniere in galleria di Tassullo Materiali

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Tassullo vista galleria rio maggiore AD Stefano Odorizzi 1Presentato lo sviluppo degli spazi ricavati dall’attività estrattiva per lo stoccaggio d’acqua, l’immagazzinamento della frutta e le attività manifatturiere

Il gruppo Tassullo attivo in Val di Non (Trentino) è una realtà leader nei materiali speciali per l’edilizia, specie nella produzione di intonaci e di malte ad alte prestazioni. Gran parte del minerale che serve alla preparazione dei prodotti viene scavata nella miniera di Rio Maggiore a Tuenno, una realtà che a partire dal 2004 ha creato nella roccia della montagna scavata ben 16 chilometri di cunicoli, compresi alcuni spazi giganteschi di cui oggi si discute circa il loro utilizzo. Una miniera di cui l’unica traccia visibile all’aperto è l’imbocco della galleria e un nastro trasportatore per la veicolazione del materiale estratto allo stabilimento poco distante, mentre al di sopra si stende una coltre di meleti in piena produzione.

Tre le ipotesi di studio che ora sono molto vicine alla trasformazione in altrettante realtà concrete. La prima riguarda direttamente l’azienda che ha intenzione di spostare in uno spazio ipogeo uno dei suoi stabilimenti attualmente operativi all’aperto. Una realtà totalmente automatizzata realizzata all’interno degli spazi appositamente realizzati per eliminare l’impatto ambientale, oltre a risparmiare energia e territorio, ripristinando l’ambiente esterno e il paesaggio.

Tassullo vista galleria rio maggiore gallerie 1 1Altra ipotesi di studio che si va concretizzando è quella d’impiegare due grandi cunicoli in via di scavo per l’immagazzinamento dell’acqua in modo da assicurare adeguati approvvigionamenti di acqua potabile e per scopi irrigui in una realtà che oggi ha forti problemi d’approvigionamento. L’acqua di falda sotterranea sarebbe captata e portata in due bacini sotterranei della capacità iniziale di 120.000 metri cubi (con la possibilità di successivi ampliamenti) e da qui condotta per caduta (con conseguenti risparmi d’energia) agli acquedotti potabili e per l’irrigazione dei meleti. Stoccare l’acqua in serbatoi ipogei (quelli in programma sono alla profondità di 200 metri) hanno il vantaggio di evitare l’evaporazione naturale dei bacini posti all’aperto (in ragione del 10%), conservare l’acqua in modo ottimale senza decadimenti organolettici e contaminazioni ed evitare impatto e rischio ambientale.

Infine, la terza linea d’azione è costituita dallo sfruttamento degli spazi lasciati vuoti dall’estrazione del materiale calcareo per ospitarvi celle di conservazione della frutta, aspetto che in Val di Non è particolarmente sentito, essendo la valle una delle realtà leader in Italia. Dopo sei mesi di sperimentazione condotti in collaborazione con il consorzio Melinda basandosi sulle esperienze condotte in questo campo dalla Norvegia (realtà dove lo sfruttamento del sottosuolo per fini civili e produttivi è molto avanzato). Si è evidenziato che la conservazione delle mele in celle ipogee consente un drastico abbattimento dei costi energetici (nell’ordine del 60%), con in più maggiori garanzie in fatto di sicurezza e di prevenzione degli incendi, senza considerare l’azzeramento dell’impatto ambientale e paesaggistico costituito dalla presenza degli attuali magazzini fuori terra. Una soluzione che è praticamente pronta per la trasformazione in realtà concreta, scalabile sulla base delle esigenze visto che i lavori di scavo per l’estrazione del minerale prosegue con una velocità di 24 metri al giorno su un fronte di circa 8-10 metri di diametro, con una potenzialità estrattiva garantita per i prossimi vent’anni. 480.000 quintali di mele Dop potrebbero entro 3-4 anni essere spostate nei nuovi magazzini ipogei per diventare la prima mela italiana ad essere conservata in caverne alla profondità di 250 metri con temperatura esterna costante a 10°C (nelle celle la temperatura è appena sopra lo zero).

La presentazione dei tre progetti è avvenuta alla presenza della giunta provinciale di Trento che ha “benedetto” i progetti.