Riforma sanitaria del Friuli Venezia Giulia: si cambia passo con Azienda Zero

Fedriga e Riccardi: «con la riforma basta a scelte imposte. L’informatizzazione deve far correre i dati e non le persone». 

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riforma sanitaria del Friuli Venezia Giulia

La riforma sanitaria del Friuli Venezia Giulia è stata varata dalla giunta regionale, riforma che è stata presentata in diretta social dal governatore Massimiliano Fedriga e dal suo vice e assessore alla sanità, Riccardo Riccardi.

«La riforma sanitaria del Friuli Venezia Giulia che stiamo varando riscontra consensi nella sostanza e critiche pretestuose al di fuori del merito: significa che stiamo andando nella giusta direzione, quella dei cittadini» hanno sottolineato Fedriga e Riccardi, con il governatore che ha evidenziato come «la nuova gestione sia frutto di confronto e ascolto, presupposti fondamentali per acquisire da tutti gli addetti ai lavori le informazioni necessarie ad attivare le scelte attualmente più idonee e sostenibili per il territorio».

L’obiettivo, hanno ribadito Fedriga e Riccardi, è «dare risposte, le migliori possibili, agli utenti del sistema sanitario, ovvero a coloro i quali lo utilizzano per bisogni vitali e sono interessati a tempi e qualità della prestazione e non alle posizioni politiche pregiudiziali». Un lavoro frutto della capillare interlocuzione con i portatori di interesse e le parti sociali, tenendo conto di tutte le preoccupazioni legate a un sistema già stressato dalle scelte del passato, con un modello salute del Friuli Venezia Giulia che sta perdendo attrattività in quanto la confusione creatasi fra ospedale e territorio è tale da indurre a evitare scontri frontali e insanabili divisioni.

«La gestione della Giunta regionale precedente – hanno detto Fedriga e Riccardiha provocato un passivo di 60 milioni di euro che pesa sulle casse pubbliche. Il cambiamento radicale è evidente con l’istituzione dell’Azienda Zero, ovvero la struttura che coordinerà le attività di staff per tutte le aziende territoriali, tagliate nel numero e negli sprechi, ma potenziate nel servizio. L’Azienda Zero gestirà anche acquisti, rendendoli più veloci e convenienti, e un’informatizzazione al momento inadeguata ed inefficace, incapace di fornire una cartella sanitaria elettronica».

Ci vorrà tempo e serviranno ulteriori passaggi per rimediare a una situazione drammatica che coinvolge un sistema da 2,7 miliardi di euro all’anno su un bilancio regionale che supera di poco i 5. L’impegno, garantito da Fedriga e Riccardi, sarà comunque nei confronti dell’intera comunità, sanitariamente divisa in tre aree (Trieste-Gorizia, Udine e Pordenone), ma con specifiche tutele e autonomia gestionale per ogni territorio.

Il disegno di legge varato dalla Giunta passa ora all’esame del Consiglio regionale. «Si tratta di un modello di cambiamento della sanità regionale che è il risultato di un reale confronto con il territorio e con gli operatori del settore a testimonianza del cambio di passo messo in atto da questa Amministrazione, rispetto ad un passato nel quale le decisioni sono state calate dall’alto generando i problemi che oggi ci troviamo ad affrontare – hanno detto Fedriga e Riccardi -. Siamo partiti da due idee, di cui una improntata alla separazione tra ospedale e territorio, sulla quale c’era una condivisione importante all’interno della maggioranza. Una scelta che, applicata al nostro sistema sanitario stressato dai danni causati dalla cattiva applicazione della precedente riforma, avrebbe rischiato di far collassare l’intera struttura. Un allarme, questo, lanciato dagli operatori a cui non siamo rimasti insensibili, coerentemente a un’impostazione sinceramente votata al dialogo e all’ascolto».

In 17 articoli, la proposta di legge disegna la riforma sanitaria del Friuli Venezia Giulia che, prima di tutto, indica precise finalità che vanno dal miglioramento della presa in carico dei pazienti, garantendo la continuità dei percorsi assistenziali, al complessivo rafforzamento della qualità dell’assistenza sia ospedaliera sia territoriale, anche sviluppando il ruolo dei distretti. Nel dettaglio è previsto, come hanno spiegato Fedriga e Riccardi, una mutazione dell’assetto complessivo, destinato ora a ruotare, innanzitutto, su un ente denominato Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs) in grado di assicurare la duplice finalità di garantire il supporto alla direzione centrale e alle aziende sanitarie nel governo del sistema e di coordinare e dare attuazione ai servizi condivisi (quali acquisti centralizzati di beni e servizi, gestione accentrata di funzioni amministrative, valutazione dell’impatto di innovazioni e investimenti).

Ad affiancare questa struttura, che avrà sede a Udine, vi saranno tre aziende di area vasta (Friuli occidentale, Friuli centrale, Giuliano Isontina) le quali «dovranno ricomporre l’omogeneità dei territori di riferimento, comprendendo al loro interno sia l’area territoriale che quella ospedaliera a garanzia di quella auspicata integrazione che – hanno ribadito Fedriga e Riccardi – una parte largamente maggioritaria degli attori del sistema, in ogni sede, ha richiesto e valutato come elemento strategico».

All’interno di questa operazione di riassetto, i due istituti di ricovero e cura a carattere scientifico Cro di Aviano e Burlo Garofolo di Trieste completano l’articolazione della rete ospedaliera regionale. La nuova architettura del sistema prevede anche l’intento preciso di rafforzare il rapporto con le autonomie locali (con le Conferenze dei sindaci ad esprimere i bisogni di salute delle popolazioni), investire sul sociale e sul sociosanitario per prevenire il ricorso inappropriato alle strutture sanitarie e sviluppare la collaborazione con le Università, «nel rispetto dei reciproci interessi ed esigenze».

Il ddl indica inoltre precise disposizioni attuative, stabilendo che con decorrenza 1 gennaio 2019 decadono gli incarichi in essere negli attuali enti del servizio sanitario e vengono nominati per 12 mesi il commissario dell’Arcs, il commissario unico di Asuits e dell’Azienda sanitaria n. 2, il commissario unico dell’Asuiud e dell’azienda n. 3. Saranno i commissari straordinari a elaborare gli atti di organizzazione e di funzionamento delle nuove aziende.

Fedriga e Riccardi hanno infine evidenziato come il risparmio di risorse previsto non comprenda solo quello derivato dall’abbassamento del numero delle Aziende e dal relativo taglio delle figure manageriali, ma anche dai costi burocratici che la futura Arcs andrà a ridurre prendendosi in carico l’organizzazione di procedure che oggi sono moltiplicate per otto, «consentendo in questo modo alle Aziende di occuparsi meno delle carte e più delle persone».

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