Dal caveau di Fondazione Cariverona: l’arte di Carlo Zinelli a Palazzo Te

A Mantova la mostra-dossier dedicata all’artista pazzo internato a Verona espressione dell’“Art Brut”. di Silla Araldi 

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Carlo Zinelli

A Mantova, negli spazi di Palazzo Te è visitabile la mostra-dossier “Carlo Zinelli. Visione Continua” a cura di Luca Massimo Barbero che propone un corpus di 32 lavori su carta – 26 dei quali fronte/retro – dell’imponente collezione d’arte visibile nella sua interezza in digitale (www.opere.fondazionecariverona.org).

Nella sala dei Cavalli della villa giuliesca, il direttore della Fondazione Palazzo Te, Stefano Baia Curioni, il presidente Fondazione Cariverona, Alessandro Mazzucco, il curatore nonché direttore artistico della stessa fondazione di origine bancaria Barbero e il sindaco di Mantova Mattia Palazzi accolgono i giornalisti all’anteprima. Dai loro interventi emergono la necessità di potenziare i rapporti e le collaborazioni fra enti – tenendo presente che la cultura è motore di sviluppo per le comunità (Baia Curioni) -; la volontà di Cariverona di aprirsi soprattutto al pubblico delle province di Verona, Vicenza, Belluno, Ancona, Mantova, suoi territori di riferimento (Mazzucco); l’intento di liberare la produzione di Carlo Zinelli dalla gabbia dell’arte terapeutica (Barbero) – anche perché la si potrebbe considerare un’anticipazione del graffitismo (Palazzi).

Attraversata la spettacolare camera dei Giganti, ecco le sale dell’ala napoleonica. Lì, si snoda il percorso labirintico dell’esposizione illustrato in una maneggevole guida pieghevole: da “Tre insetti neri e albero giallo” (1958-’59) a “Cammello con serpente nella pancia e uomo con spada/”Due grandi croci nere” (fronte/retro, 1970). Passando per “Uomini e donne verdi su sfondo di ‘pretini’ neri”, “Quattro barche gialle e carta di caramelle”, “Cerchio bianco e uomo viola a cerchi con pistola”, “Alpino verde con cappello rosso e naso a punta”, “Cavallo nero e orante con macchia a più colori”, “Maschera rosa e verde con barba”.

Allestimento ben studiato, come conferma lo stesso Barbero: «oggi siamo divorati dalle immagini che ci attaccano, mentre quelle di Carlo Zinelli ci attraggono, rapiscono, e ci portano dentro al suo spazio ritmato. Fra le pagine di un diario intimo, universale, storico, di tantissimi oggetti/soggetti che è il suo mondo reticolare. Il suo linguaggio – nuovissimo – è quello della fantasia, della creazione».

Carlo Zinelli? “Un riferimento visivo tutto da scoprire”. Non mancano lo spazio “Kids” con un piano didattico – per le scuole (gratuito) e per le famiglie – rivolto ai bambini dai 5 agli 11 anni ed il catalogo (italiano/inglese) Corraini Edizioni. Calamita la copertina. Due i saggi: “Carlo Zinelli. Visione Continua” a firma del curatore e “Il mondo oltre i confini dell’occhio” di Lorenza Roverato. Sì, Barbero sembra riallacciarsi al suo “Le immagini scaturite dalla pittura come ‘forza magica’”, nel catalogo (italiano/inglese) “Autentiche Visioni. Verona e l’arte irregolare da Carlo Zinelli a oggi” (2012).Carlo Zinelli

È il 1964 quando Vittorino Andreoli fa conoscere l’espressione artistica di Zinelli al francese Jean Dubuffet. Colui che ha introdotto e meglio precisato, nel 1949, Art Brut in “L’Art brut préféré aux arts culturels”. Autore, nel 1968, de “Asfissiante cultura”. Le opere di Zinelli entrano nella collezione di Dubuffet e lo rendono un autore storico dell’Art brut. Famoso a livello internazionale. Lo confermano la sezione finale del catalogo dell’esposizione tenutasi a Reggio Emilia (17 novembre 2018-3 marzo 2019) “Jean Dubuffet. L’arte in gioco” e la mostra “Carlo Zinelli, recto verso” (20 settembre-2 febbraio 2020) in Collection de l’Art Brut, a Losanna, Svizzera, all’url artbrut.ch Mentre Dubuffet sarà di nuovo in Italia, a Venezia, dal 10 maggio al 20 ottobre 2019. Nella rassegna a cura di Sophie Webel e Frédéric Jaeger.

Con Zinelli (1916-1974) si va oltre confine. A portata di clic in hallesaintpierre.org (fra i musei), in abcd-artbrut.net (fra i collezionisti), in outsiderartfair.com (fra le gallerie d’arte), in carlozinelli100.it (fra le pagine della sua vita). Nel 1939 si imbarca per Cadice, durante la guerra di Spagna. Dal 1957 è autorizzato a far spola dall’atelier dell’ospedale psichiatrico di San Giacomo di Tomba, a Verona, dove è internato dal 1947, a quello di Villa Idania, residenza dello scultore Michael Noble e Ida Borletti. Sulle colline, a Garda. Con possibilità di andare anche in barca, sulle acque del Benaco.

«Oggi, il dibattito intorno all’Art Brut, intesa in senso lato, al di là della psicopatologia o delle applicazione terapeutiche, continua ad appassionare. L’occasione del nuovo rilancio di questo dibattito è stata la 55ª Biennale di Venezia, intitolata Il Palazzo enciclopedico, tenutasi dal 1° giugno al 24 novembre 2013, sotto la direzione di Massimiliano Gioni” – così scrive Giovanni Lista in “Art e Psychopathologie” a pagina 6 de Ligeia, dossiers sur l’Art/Art Brut y es-tu? (2018) -. Anche Gustavo Giacosa si sofferma su “L’art sans thérapie”, nel volume “L’art brut” (2018) a cura di Martine Lusardy.

E il curatore Barbero come conclude il saggio “Carlo Zinelli. Visione Continua”? A pagina 33 del catalogo: «È certo che ciò che è qui riunito, in questa mostra e in questo libro, è il punto di partenza per nuovi approfondimenti e studi per riportare alla corrente della contemporaneità nuove possibili immagini e grandi opere germinali di quella che oggi possiamo chiamare una possibile matrice del nostro mondo visivo e cosciente».

La mostra a Mantova è visitabile fino al 9 giugno. Poi, nell’autunno 2019, con un nuovo allestimento site-specific, la stessa esposizione sarà fruibile a Verona, a Palazzo Pellegrini, sede della Fondazione Cariverona.

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