2021 che anno sarà?

Alcune riflessioni sulla sanità, politica ed economia dell’Italia. Di Mauro Marino, nato a Peschiera del Garda ed esperto di economia.

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2021

All’inizio di ogni anno si fanno previsioni su come sarà l’anno che comincia, ma mai come quest’anno questa previsione è impossibile da fare: ci sono all’orizzonte del 2021 diversi problemi di difficilissima soluzione.

Per esempio, sul fronte vaccini. Solamente per completare la campagna vaccinale in Italia occorreranno almeno nove mesi. Ma soprattutto per il vaccino fornito dalla Pfizer-Biontech bisognerà effettuare il richiamo dopo circa tre settimane e secondo gli scienziati appena una decina di giorni dopo la somministrazione della seconda inoculazione la persona può ritenersi al sicuro. 

Per raggiungere la cosiddetta “immunità di gregge” è necessario che almeno il 70% della popolazione sia vaccinato. Quindi, considerando che alcuni vaccini sono in ritardo nella sperimentazione e tenendo conto che sarebbero parecchie le persone che non vogliono sottoporsi alla vaccinazione, possiamo prevedere che per quasi tutto l’anno 2021 saremo ancora costretti a mantenere le distanze e le mascherine continueranno ad essere presenti nelle nostre vite. 

Si sente molto entusiasmo sull’efficacia di questi vaccini, ma quasi nulla riguardo ad eventuali effetti negativi. La cosiddetta immunità, inoltre, dovrebbe durare tra i nove e i dodici mesi quindi all’inizio dell’anno 2022 si sarà costretti nuovamente alla vaccinazione di massa. Siamo sessanta milioni di italiani ed è del tutto evidente che se nel 2020 si è impegnata buona parte della forza lavoro sanitaria del Paese questo non sarà più possibile nel 2021 quando bisognerà riprendere a riprogrammare le visite, le operazioni, i controlli delle altre patologie che nell’anno 2020 sono state necessariamente accantonate.  

Prendiamo poi in esame l’aspetto economico. I dati dell’anno 2020 sono disastrosi. Oltre 700.000 posti di lavoro persi, oltre il 10% di Prodotto interno lordo (Pil) in meno rispetto all’anno precedente, e un rapporto debito pubblico-Pil che si è assestato intorno al 160% del Pil. 

Se poi consideriamo che alla fine del mese di marzo scadrà il blocco dei licenziamenti, quando cioè si aprirà il tappo, i posti di lavoro persi potrebbero arrivare addirittura a superare il milione. Ed inoltre alcune delle attività commerciali che adesso sono forzatamente chiuse non saranno in grado di riaprire più. Con altri grossi problemi per l’occupazione. Secondo gli analisti economici di ogni tendenza politica per poter ritornare ad una situazione economica di pre-Covid saranno necessari non meno di tre anni.

C’è poi all’orizzonte una crisi politica. Giuseppe Conte è in estrema difficoltà. Portata a casa la legge di Bilancio può succedere veramente di tutto. Italia Viva di Matteo Renzi minaccia continuamente la caduta dell’esecutivo se non sarà ascoltato nella scelta di allocazione di fondi europei. Ora è tutto nelle mani del PD di Zingaretti. Se appoggiasse Italia Viva la crisi sarebbe inevitabile. E si aprirebbero nuovi scenari, come TerConte, Draghi o, come rivendicano da sempre Meloni e Salvini, elezioni anticipate.

Certamente, il governo BisConte non può continuare a vivacchiare come sta facendo oramai da mesi. Serve un governo forte, coeso, nel pieno delle proprie capacità decisionali. A questo punto le elezioni nella primavera del 2021 sarebbero probabilmente un toccasana. Non è vero che non si può votare a causa della pandemia. Nella tarda primavera, con il Covid-19 probabilmente in diminuzione e con tutti gli accorgimenti del caso si può andare a votare. Lo hanno dimostrato anche negli Stati Uniti. Se il governo è in grado di dare una forte accelerata e dimostra di essere in grado di affrontare gli enormi problemi che si presenteranno nel 2021 ben venga; altrimenti che ci sia la crisi e si vada velocemente alle elezioni. 

In Italia esiste al momento una legge almeno parzialmente maggioritaria per cui chi vincerà sarà messo in condizione di poter governare. I collegi elettorali sono stati aggiornati alla riforma Costituzionale che ha ridotto il numero dei parlamentari. Anche perché da luglio va in vigore il “semestre bianco” per l’elezione del nuovo Capo dello Stato che congelerà le camere fino all’inizio dell’anno 2022. 

Nonostante tutto, ci sono dei segnali in controtendenza e bisogna essere fiduciosi. In Italia, dopo il primo confinamento di marzo in cui tutte le fabbriche erano chiuse, in questa seconda ondata del Covid-19, con delle chiusure mirate si è salvaguardata l’economia delle grandi aziende manifatturiere ed industriali. Il lavoro da distanza, inoltre, ha permesso alle aziende strutturate di mantenere alti standard di produttività. Ci saranno poi i miliardi del “Next Generation Eu”: sul sono tappeto 209 miliardi euro di prestiti a basso tasso d’interesse di cui 87 miliardi sono a fondo perduto. E se poi si richiede anche il MES sanitario ci sarebbero ulteriori 37 miliardi da destinare al personale e alle strutture sanitarie.

Sono oltre 240 miliardi di euro e se consideriamo che una legge di bilancio 2021 (la vecchia finanziaria) appena varata “pesa” circa 40 miliardi di euro, possiamo immaginare che enorme opportunità si presenta ai nostri governanti. Ci sarà finalmente la possibilità di cantierare le grandi opere pubbliche, attuare la digitalizzazione nel Paese con l’espansione della fibra ottica e operare investimenti consistenti di sostegno all’istruzione e alla ricerca. Inoltre possono essere realizzati progetti per contrastare i dissesti idrogeologici e fenomeni meteorologici più estremi. E ci sarà soprattutto l’opportunità di operare quelle grandi riforme della giustizia, del fisco e della scuola che il Paese aspetta da almeno trent’anni e che per mancanza di programmazione e investimenti non sono mai state attuate. 

C’è inoltre la necessità di approvare una nuova legge previdenziale: alla fine del 2021 va a concludersiquota 100”, la legge sperimentale voluta da Salvini, e che come è stato più volte dichiarato non sarà rinnovata. Per evitare quindi che in una sola notte dal 31 dicembre 2021 al 1° gennaio 2022 si crei uno scalone di ben cinque anni (da 62 a 67 anni) per poter accedere al pensionamento, si comprende l’urgenza di votare una nuova legge entro la fine dell’anno.  

Come si vede, quindi, un anno che si apre nell’assoluta incertezza ma che può anche offrire ai nostri governanti una eccezionale opportunità di sviluppo se saranno accantonati interessi partitici e se per una volta si penserà senza divisioni al rilancio dell’economia ed al benessere dei cittadini. L’importante è che l’ingente somma di denaro a prestito disponibile non venga sprecata nel solito clientelarismo ed assistenzialismo, tanto caro al governo BisConte e alla sua maggioranza.

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