Retribuzione da fame: sindacato e Ordine dei giornalisti contro il Comune di Mezzolombardo

Il caso non è isolato in Trentino: ci sono pure comuni che non accettano l’uso della Pec e dello Spid. Comune denominatore l'offerta di una retribuzione risibile a fronte della responsabilità e professionalità richiesta.

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La sede del comune di Mezzolombardo in Trentino.

La professione giornalistica in Italia è avviata verso un triste tramonto, tra lavoro dipendente sempre più scarso e con contratti sempre più magri e tra incarichi libero professionali assegnati – quando lo sono attraverso una procedura pubblica: spesso non accade – al massimo ribasso partendo da una retribuzione base di gara risibile, per giunta lorda.

In Trentino il caso è stato portato all’attenzione del sindacato e dell’Ordine dei giornalisti da alcuni giornalisti lavoratori autonomi che in questo periodo stanno consultando i vari bandi pubblicati da molte nuove amministrazioni comunali per la direzione del periodico d’informazione locale o per realizzare un vero e proprio ufficio stampa con tutto quel che ne consegue in termini di organizzazione e, soprattutto, di responsabilità civile e penale.

Tra i vari bandi pubblicati, il comune denominatore è la risibilità della retribuzione proposta, lorda ovviamente: si va dai 600 euro a numero per la gestione e direzione del bollettino comunale di Lavis edito in tre numeri all’anno salvo esigenze speciali in formato A4 di circa 32 pagine, alla richiesta di un’offerta con il criterio del massimo ribasso del comune di Mezzocorona che, per analoga necessità mette sul piatto ben 500 euro lordi a numero, con la chicca che il bando per la presentazione dell’offerta sembra essere stato redatto agli inizi del 1900, in quanto tra le varie modalità di consegna della domanda, oltre a quella fisica presso lo sportello municipale, l’invio con raccomandata e corriere espresso (attenzione che in questi casi la responsabilità della mancata consegna entro i termini del bando è a carico esclusivo dell’aspirante concorrente) non è assolutamente contemplato il riscorso alla posta elettronica certificata (Pec) o allo Spid (il sistema di certificazione elettronica dell’identità), nonostante da alcuni anni sia obbligo per tutte le amministrazioni pubbliche utilizzarla ed accettarla.

Al comune di Ala si chiedono per partecipare al bando che abbraccia tutta la durata della legislatura per una retribuzione decisamente migliore dei precedenti – circa 1.100 euro lordi al mese – pure l’avere gestito almeno per due anni un bollettino comunale, cosa che sembra fatta apposta per ridurre già in partenza il numero dei partecipanti.

A Riva del Garda nemmeno la nuova giunta di centro destra sfugge alla mancanza di trasparenza, decidendo di rinnovare per un ulteriore biennio senza alcuna gara pubblica l’incarico al giornalista già in servizio.

E che dire di Rovereto, dove il rieletto sindaco Francesco Valduga, dopo avere scaricato senza nemmeno un grazie l’addetto stampa uscente, si dota niente popò di meno che di un altro sindaco come addetto stampa? Nomina avvenuta anche qui con uno scarso se non inesistente ricorso all’evidenza pubblica (che dovrebbe essere sempre obbligatoria), nonostante le somme in gioco non siano affatto trascurabili.

La palma del miglior bando comunale per la comunicazione giunge da Mezzolombardo, dove per una retribuzione di ben 450 euro lordi al mese, si chiede, oltre alla direzione e gestione del periodico comunale, anche la gestione dei rapporti istituzionali con gli organi di informazione e l’organizzazione di conferenze stampa, la raccolta di informazioni relativa all’attività amministrativa e la rassegna stampa quotidiana (comprensiva del monitoraggio e aggiornamento dei “social-network” istituzionali) ed il controllo continuo dell’Albo della Provincia Autonoma di Trento e della Comunità Rotaliana Koenisberg in relazione a provvedimenti di interesse per l’amministrazione. Insomma, la fornitura di un vero e proprio ufficio stampa con tempi di lavorazione, responsabilità e oneri vari non propriamente trascurabili se il lavoro è richiesto ad un professionista serio.

Quello di Mezzolombardo è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, innescando la reazione del sindacato e dell’Ordine dei giornalisti che ha diffuso una piccata nota. «Il comune di Mezzolombardo non tiene conto dell’articolo 36 della Costituzione Italiana, che “sancisce il diritto per ogni lavoratore ad una retribuzione proporzionata a quantità e qualità del suo lavoro sufficiente ad assicurare a sé ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Il sindacato dei giornalisti del Trentino Alto AdigeFNSI e l’Ordine dei giornalisti della Regione chiedono il ritiro del bando per un giornalista, retribuito 450 euro lordi al mese più Iva. L’amministrazione comunale ha approvato una selezione che scade lunedì 11 gennaio per un addetto stampa prevedendo un compenso inadeguato rispetto all’incarico e alle mansioni richieste».

Il sindacato regionale dei giornalisti FNSI e l’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige ritengono inaccettabile che un’amministrazione pubblica offra 5.400 euro lordi all’anno oltre all’Iva per le mansioni sopra riportate, in quanto «l’attività richiesta dal Comune, oltre a gettare un’ombra sulla capacità amministrativa dell’ente (dato che alcune mansioni sconfinano nella segreteria comunale), rappresenta uno svilimento della professione giornalistica e della dignità del lavoratore, ma anche uno sfregio dei principi fondanti della Repubblica Italiana, che al primo rigo della Carta Costituente ricorda che “la Repubblica è fondata sul lavoro”».

Sindacato e Ordine concludono la nota chiedendo «pertanto all’amministrazione comunale di Mezzolombardo di ritirare immediatamente il bando in questione e si invitano i colleghi a disertare il bando medesimo che non rispetta i minimi principi costituzionali». 

Per ovviare a questi episodi incresciosi oltre che di dubbia legittimità specie per un ente pubblico sarebbe oltremodo utile che il Consorzio dei comuni trentini, nell’ambito del ventaglio dei servizi offerti ai propri associati, introducesse anche quello della comunicazione, da svolgere o tramite giornalisti dipendenti regolarmente assunti o ricorrendo ad un appalto esterno incaricando alla bisogna qualche studio di comunicazione, avendo comunque ben presente che il lavoro di un giornalista professionista non può essere retribuito con quattro denari, oltretutto lordi.

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