Covid in Alto Adige: deciso rafforzamento misure prevenzione

Secondo l’Agenas la pandemia cresce in modo deciso in 8 regioni con forte preoccupazione per la tenuta dei reparti ospedalieri. 

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covid-19 variante delta

La diffusione della pandemia da Covid-19 ha accelerato anche in Italia: secondo la rilevazione Agenas in 8 regionie province autonome cresce la percentuale di posti in reparto occupati da pazienti Covid con sintomi, ovvero Calabria (al 7%), Marche (al 10%), Puglia (al 4%), Piemonte (al 5%), Toscana (all’8%), Umbria (al 7%), Sardegna (al 6%) e Bolzano (al 9%). In altre 6 regioni sale la percentuale di letti Covid nelle terapie intensive: Basilicata (al 2%), Lombardia (all’11%), Veneto (al 6%), Piemonte (al 6%), Sicilia (al 10%) e Trentino (al 10%). La situazione è stabile in Friuli Venezia Giulia, ma a livelli oltre soglia, pari a 15% e 17%.

A livello nazionale, secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), il 6% delle terapie intensive e l’8% dei posti in reparto, sono occupate da parte di pazienti Covid, entrambi i valori sono sotto la soglia limite, rispettivamente al 10% e 15%, il cui superamento costituisce uno dei parametri che possono determinare il passaggio della regione in “zona gialla”. Tale soglia è superata da singole regioni. Questa attualmente la situazione relativa, rispettivamente, all’occupazione di terapie intensive e di posti letto in reparti ospedalieri di area non critica: Abruzzo 4% e 7%; Basilicata 2% (+1) e 6%; Calabria 7% (+1%) e 12%, Campania 5% e 8%, Emilia Romagna 6% e 7%; Friuli Venezia Giulia 15% e 17%; Lazio 9% e 10%; Liguria 8 (-1%) e 7%; Lombardia 4% e 11% (+1%); Marche 10% (+2%) e 7%, Molise 3% e 5%; Alto Adige 9% (+1%) e 16%; Trentino 7% e 10% (+2%); Piemonte 5% (+1) e 6% (+1); Puglia 4% (+1%) e 5%; Sardegna 6% (+1%) e 3%; Sicilia 5% e 10% (+1%); Toscana 8% (+1%) e 5%, Umbria 7% (+1%) e 7%, Valle d’Aosta 3% e 7% (-1%); Veneto 6% e 6% (+1%).

Intanto, in Alto Adige la giunta provinciale ha dato una decisa stretta alle libertà di attività, soprattutto in una ventina di comuni che, di fatto, sono in “zona rossa”, alcuni dei quali in piena area turistica con forti ripercussionisull’avvio della stagione invernale.

Il presidente della provincia, Arno Kompatscher, ha emanato una nuova ordinanza che introduce da subito regoleanti Covid più severe. Oltre alle regole di prevenzione già in vigore, come il distanziamento, l’uso della mascherina e le norme igieniche, l’obbligo della mascherina viene esteso, da subito, a tutto il territorio provinciale. In sostanza ciò significa che la mascherina deve essere indossata in tutti gli ambienti chiusi, ad eccezione della propria casa. La protezione delle vie respiratorie deve essere indossata anche all’aperto se non è sempre possibile mantenere una distanza di un metro dalle altre persone. L’obbligo della mascherina si applica a tutti gli assembramenti di persone, e quindi nei centri cittadini e dei paesi, nelle piazze, nei mercati e nelle code d’attesa.

Sui trasporti pubblici i passeggeri devono indossare una mascherina FFP2 o una equivalente. Vengono nuovamente sospesi i balli che si svolgono in discoteche, locali danzanti e strutture analoghe, sia all’aperto che in ambienti chiusi.

I comuni dove sostanzialmente entrano in “zona rossa” sono Rodengo, San Pancrazio, Caines, Vandoies, Ultimo, Martello, Castelbello-Ciardes, Naz-Sciaves, Senales, Plaus, Castelrotto, Marlengo, Laion, Postal, Ortisei, Moso in Passiria, Funes, Santa Cristina Valgardena, Rasun Anterselva, Rio di Pusteria. Le norme più severe per questi comuni sono in vigore, per il momento, per 14 giorni.

Gli asili, le scuole ed i servizi assistenziali non vengono limitati. A questo proposito si esorta ad utilizzare maggiormente le offerte disponibili. Chiusura notturna, nessuna manifestazione pubblica e mascherine FFP2.

Alla popolazione dei 20 comuni interessati, tra le ore 20.00 e le 5.00 del giorno successivo, sono consentitisolamente spostamenti sulla base di comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità ed urgenza. Per questi spostamenti è necessaria un’autodichiarazione, che deve essere compilata preventivamente o direttamente durante il sopralluogo.

È consentita l’attività sportiva o l’esercizio all’aperto, anche nelle aree attrezzate a tal fine e nei parchi pubblici. Tuttavia nello svolgimento dell’attività sportiva deve essere mantenuta una distanza di almeno due metri dalle altre persone, per tutte le altre attività è consentita una distanza minima di un metro. Durante l’attività motoria è inoltre necessario indossare una protezione respiratoria. Sport e attività fisica non sono consentiti tra le 20.00 e le 05.00.

Sono sospese tutte le manifestazioni (anche in ambito culturale, del tempo libero, sportive o fieristiche) in spazi chiusi privati o pubblici. Sono sospese anche le prove e le esibizioni di cori e bande musicali, nonché gli spettacoli teatrali, le proiezioni cinematografiche, i convegni e simili incontri in presenza.

Gli eventi pubblici possono avere luogo all’aperto in aree delimitate nel rispetto delle misure di sicurezza previa presentazione del Green Pass (guarito, vaccinato, testato). Le restrizioni di accesso sono specificate nei protocolli di sicurezza al fine di evitare assembramenti e mantenere le distanze minime.

Gli eventi e le competizioni sportive nazionali e internazionali e gli eventi comparabili organizzati dalle Federazioni sportive possono svolgersi nel rispetto dei protocolli di sicurezza dell’Associazione sportiva competente. Le unità di allenamento degli atleti che prendono parte alle manifestazioni e gare consentite sono ammesse nel rispetto dei protocolli di sicurezza della relativa Federazione sportiva. Le altre competizioni sportive outdoor sono consentite solo per gli sport individuali e non per gli sport di contatto: nessun pubblico può essere presente a nessuno degli eventi sportivi, delle gare e degli allenamenti consentiti.

Le mascherine FFP2 o equivalenti devono essere indossate in tutte le stanze chiuse (eccetto in casa propria). Le mascherine chirurgiche o di qualità superiore devono essere indossate all’esterno se la distanza interpersonale di un metro non può essere mantenuta nel lungo periodo. In ogni caso, questo vale per tutti gli assembramenti di persone, e quindi, ad esempio, nei centri cittadini e nei paesi, nelle piazze, nei mercati e nelle code d’attesa.

All’interno degli esercizi commerciali, sia i clienti che il personale devono indossare una maschera FFP2 o equivalente. Nei negozi è ammesso un cliente ogni 10 metri quadri di superficie; nei negozi con una superficie inferiore a 20 metri quadrati, è consentita contemporaneamente la presenza di un massimo di due clienti. Deve essere garantita la distanza interpersonale di almeno un metro. Gli ingressi devono essere scaglionati in modo che le persone non rimangano nelle stanze più a lungo del necessario per la spesa.

Nel settore della gastronomia è consentita la consumazione seduti al tavolo, con un massimo di 4 persone a tavola, fino alle ore 18.00, purché siano osservate le misure di sicurezza. Le strutture alberghiere possono effettuare il servizio ai propri clienti anche dopo le ore 18.00.

Per Kompatscher «le misure, sia a livello provinciale che comunale, sono state emanate sulla base delle indicazioni delministero della Salute e ci consentono di intervenire tempestivamente per far fronte ai cambiamenti dei dati epidemiologici. Crediamo che con lo sforzo di tutti attraverso le vaccinazioni e con il rispetto delle regole potremo evitare ulteriori misure. Dovremo valutare, di volta in volta, l’evoluzione dei dati per adottare le misure più adeguate. Salutiamo con grande favore – ha proseguito Kompatscher – il fatto che il Governo ha deciso che la dose di richiamopossa essere effettuata già dopo 5 mesi della vaccinazione. Auspichiamo altresì l’introduzione del Super Green Passsolo per persone vaccinate o guarite allo scopo di garantire la libertà di movimento anche in base alle attese della maggioranza della popolazione. Speriamo che i 14 giorni previsti per l’adozione di queste misure più severe, nei nostri 20 comuni, siano sufficienti a ridurre la curva dei contagi, per evitare un confinamento generalizzato, proteggere le strutture sanitarie dalla quarta ondata e garantire il mantenimento delle attività economiche e sociali durante i prossimi mesi invernali».

Intanto, anche in Trentino cresce la paura per la diffusione del Covid-19, con la giunta provinciale che cerca in tutti i modi di evitare la chiusura della stagione turistica invernale specie in località dove l’indice di vaccinazione è più basso, guarda caso proprio nelle località turistiche di montagna.

Quanto sta accadendo in Alto Adige, dove le prenotazioni hanno già registrato un deciso calo, con forte crescitadelle disdette come in Val Gardena perché il turista generalizza sull’indizione della “zona rossapotrebbe rapidamente estendersi anche al Trentino. Peccato che il governo provinciale a trazione leghista sia ancora titubante nel prendere provvedimenti preventivi, ad iniziare dall’obbligo generalizzato della mascherina all’apertoche contribuisce a limitare la circolazione del virus, anche per evitare la crescita dei ricoveri in ospedale, già raddoppiati nel giro di pochi giorni.

Intanto, ad un giorno dall’apertura per le prenotazioni per il richiamo delle vaccinazioni, in Trentino sono già oltre10.000 le richieste.

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