Riportare i cittadini al centro dei processi politici e democratici

Giugni: «la partitocrazia ha privato gli elettori del diritto reale di scelta e di indirizzo della politica». 

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Riportare i cittadini al centro dei processi politici e democratici oggi accentrati in troppe poche mani, i segretari di partito, e ridarli al popolo, ad iniziare dal diritto di scegliere i propri rappresentanti e non di votarli a scatola chiusa come avviene con l’attuale, sconcertante, sistema elettorale: questo il primo impegno di Giovanna Giugni, candidata al Senato nel collegio di Rovereto, Vallagarina, Alto Garda e Giudicarie per Italia Sovrana e Popolare in questa intervista speciale a “Focus Trentino” di “ViViItalia Tv” del direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena.

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Riportare i cittadini al centro della scena politica e delle principali decisioni strategiche del Paese è per Giugni fondamentale: «ne va della democrazia e della trasparenza delle scelte che coinvolgono tutti noi» dice Giugni che nel collegio si confronta con altre due candidate espressione delle coalizioni di centro destra e di centro sinistra invotabili, esempio concreto della partitocrazia, del voltagabbanismo e del carrierismo politico solo a fini personali. Di fatto, Giugni si propone agli elettori del basso Trentino come una concreta alternativa dove si premia la coerenza politica e un impegno pubblico fatto solo all’insegna dei diritti dei cittadini.

Nel corso dell’intervista, la candidata di Italia Sovrana e Popolare un giudizio dell’Autonomia speciale di cui tutti parlano ma ben pochi operano, tanto che quella del Trentino durante gli anni della gestione Lega è scivolata indietro, assurgendo più a mera gestione del potere che a capacità di incidere sulla qualità dell’autogoverno per aumentare l’efficienza e ridurre gli sprechi.

Giugni, da esponente di un partito antisistema e contrario ai lacci e vincoli imposti dagli organismi comunitari, esamina gli effetti degli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia, dove i governanti degli ultimi vent’anni almeno hanno brillato per non difendere gli interessi nazionali, delle famiglie e delle imprese italiane, con il risultato che oggi il Paese si trova privo di una seria politica energetica e con costi di approvvigionamento decisamente più elevati rispetto a Francia e Germania, principali competitori del Belpaese.

Non solo: spazio anche per una riflessione sulla guerra in Ucraina e sulle sanzioni boomerang inflitte dall’Europa alla Russia, che stanno avendo pesanti effetti specie sull’Italia, oltre ad una considerazione sul femminismo a corrente alternata di tante attiviste, stranamente assenti e silenti nei confronti di quei governi che colpiscono l’affermazione femminile nella società.

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