Caso Santanché: l’ispezione su Visibilia Editore aggrava la posizione del ministro al turismo

Emergono irregolarità nel bilancio della società e sull’affidabilità delle garanzie offerte alla procedura concorsuale.

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Caso Santanché Ki Group-Bioera Daniela Santanchè
Il ministro al Turismo del governo Meloni, Daniela Santanchè.

Si complica la posizione di Daniela Santanché, ministro al Turismo del governo Meloni, nella sua veste di imprenditrice editoriale a capo di Visibilia Editore finita in crisi per via degli ingenti debiti accumulati.

Dalla relazione ispettiva su Visibilia Editore, una delle società del gruppo fondato da Santanchè e che ora è in composizione negoziata della crisi emerge un quadro negativo con irregolarità nell’ultimo bilancio, «assetti organizzativi, contabili e amministrativi» che «appaiono inadeguati», dubbi sulle prospettive di «continuità» aziendale e forti criticità pure sulle garanzie messe sul piatto da Daniela Santachè per coprire i debiti intrasocietari.

Le accuse sul caso Santanché sono contenute in un documento di 26 pagine, depositato dopo quasi 4 mesi di lavoro da parte della commercialista Daniela Maria Ausilia Ortelli, nominata dal Tribunale civile di Milano nella causa promossa contro amministratori ed ex della società editoriale da un gruppo di soci di minoranza, capeggiati da Giuseppe Zeno e assistiti dall’avvocato Antonio Piantadosi.

Il bilancio al 31 dicembre 2022 e la relazione semestrale al 30 giugno 2023 «non risultano correttamente» predisposti, secondo l’esperta. Inoltre, «l’avviamento avrebbe dovuto essere completamente svalutato», come hanno sempre sostenuto l’aggiunto Laura Pedio e il pm Marina Gravina, titolari di filoni di inchiesta sul caso Visibilia e che coinvolgono la senatrice di FdI, che è stata alla guida del gruppo fino al gennaio 2022.

Il patrimonio «netto rettificato di Visibilia Editrice risulta negativo» dal 31 dicembre 2021 e «per il solo anno 2021, a seguito della conseguente necessaria svalutazione della partecipazione, risulta negativo anche il patrimonio netto di Visibilia Editore», la holding della Editrice.

Negli esiti dell’ispezione viene evidenziato, poi, che «il business plan 2023-2025» è naufragato «a seguito del mancato avvio delle attività necessarie alla sua implementazione da parte di Sif», società azionista di maggioranza che era guidata da Luca Ruffino, morto suicida lo scorso agosto. Sif che in autunno, poi, si è sfilata dal progetto di risanamento.

La società, intanto, ha fatto ricorso alla «composizione negoziata della crisi (manovra di gruppo) allegando un business plan basato sulla sola attività editoriale e supportato da un necessario apporto dei soci». Nella relazione ispettiva, che passa in rassegna anche i debiti infragruppo della galassia Visibilia, si parla anche «dell’accollo» dei debiti da parte della senatrice, la quale ha messo come garanzia la sua casa milanese del valore di quasi 6 milioni di euro. In caso di «omologa dell’accordo di ristrutturazione di Visibilia srl in liquidazione (una delle società del gruppo, ndr)», che il Tribunale deve ancora validare, scrive l’esperta, «il vincolo di destinazione sugli immobili» di Santanchè, «trascritto a beneficio della procedura concorsuale di Visibilia srl», sarà «opponibile anche a Visibilia Editrice» con «la conseguenza – che, si legge – piuttosto che costituire una garanzia per Visibilia Editrice, in realtà l’ha ridotta».

La relazione sarà discussa in udienza il 22 febbraio e prima le parti potranno depositare osservazioni. Nello scenario peggiore per vecchi e nuovi amministratori gli esiti dell’ispezione potrebbero portare al commissariamento della società e al fallimento in caso di insolvenza, con i profili di bancarotta annessi.

Intanto, il caso Santanché sul fronte delle inchieste la Procura nelle prossime settimane dovrebbe chiudere il capitolo del falso in bilancio contestato al ministro Santanchè e ad altri cinque indagati e quello della presunta truffa sulla gestione della cassa integrazione Covid.

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