Il Festival invernale del Palazzetto Bru Zane con la musica da camera

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palazzetto bru zane concerto 1Sei concerti sempre affollati e graditi dal pubblico veneziano
di Giovanni Greto

Ancora una volta, l’accogliente sala da concerto del Palazzetto Bru Zane, che riproduce l’ambiente per la musica da camera del XIX secolo, privo di barriere tra l’interprete e lo spettatore, si è riempita di pubblico per il festival “Le salon Romantique”. Tra i sei concerti che hanno alternato opere celebri a rarità pressoché sconosciute, quello del duo formato dal violinista Nicolas Dautricourt e dal pianista Dominique Plancade si è focalizzato sulle partiture più notevoli della scuola violinistica francese di fine Ottocento.

Tre le composizioni eseguite, presentate con spirito ed autoironia, in un inglese affaticato, da parte di Dautricourt. La prima, la Sonata per violino e piano op.40 di Fernand de La Tombelle (1854-1928), è suddivisa in tre movimenti, il primo e l’ultimo, assai concitati, il secondo con momenti lirici di pianismo. Scritta per l’amico violinista Paul Viardot, la Sonata enuncia il tema, formato da slanci successivi in varie tonalità, dando all’ascoltatore l’impressione che il discorso musicale lo trasporti sempre più lontano. Il Poema elegiaco per violino e piano op.12 di Eugene Ysaye (1858-1931), ascoltata subito dopo, è interessante perché va eseguito su un violino accordato in modo inconsueto, al punto da sembrare scordato, poiché il Sol grave è sostituito da un Fa. E’ un brano virtuosistico, dal linguaggio cromatico, che attesta l’influsso della musica di Wagner. Conclusione affidata alla Sonata per violino e piano in La maggiore di Cesar Franck (1822-1890), composta nel 1886 e donata il giorno del matrimonio a Eugene Ysaye, il quale era anche uno dei maggiori violinisti del suo tempo. La eseguì il 28 settembre a prima vista con Marie-Leontine Bordes-Pène.

Per celebrare l’anniversario della morte di Richard Wagner (13 febbraio 1883), a duecento anni dalla nascita, la pianista rumena Dana Ciocarlie ha preparato un interessante recital, ispirato al wagnerismo in Francia. Si tratta di un movimento culturale senza precedenti in Europa: dalla metà dell’800 fino almeno al 1914, il wagnerismo, ossia l’influsso artistico, sociale e politico del celebre compositore, fu infatti uno dei fenomeni più strutturati della Francia musicale del Secondo Impero e della Terza Repubblica. Con classe e talento, l’artista ha eseguito la Sonata per piano in La bemolle maggiore di Wagner e gli adattamenti pianistici di Franz Liszt per L’Olandese volante e Tristano e Isotta, preceduti da due improvvisazioni del pianista Alfred Jaell(1832-1882) sul Rienzi, un’opera che segnò il primo successo, nel 1842, di Wagner, anche se oggi appare alquanto scialba e soprattutto enfatica.

Eccellente il concerto conclusivo del “giovane pianista che non ha paura di nulla”, secondo quanto scritto su “Le Monde de la musique”. Si tratta di Geoffroy Couteau, interprete di un repertorio di mazurche, bagatelle ed elegie di Camille Saint-Saens (1835-1921), concluso con una pirotecnica versione della famosissima Danza Macabra, inizialmente concepita come poema sinfonico – il testo appartiene a Henri Cazalis -, in seguito trascritta per pianoforte da Franz Liszt, che ha messo in evidenza un virtuosismo satanico accanto ad effetti di stupefacente inventiva.

Il prossimo festival del palazzetto avrà luogo dal 20 aprile al 31 maggio e come titolo “Théodore Gouvy (1819-1898) tra Francia e Germania”.