Maltempo: una banale nevicata (peraltro largamente annunciata) manda in tilt la viabilità e la rete elettrica

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manicotti ghiaggio linee elettriche terna elettrodotti 1In Emilia Romagna, dopo il blocco della circolazione, perdura il disservizio nella distribuzione elettrica. Malumore delle imprese e del mondo politico

In Italia, basta una normale nevicata, peraltro largamente annunciata, per mettere in crisi la viabilità e la distribuzione di energia elettrica. Particolarmente gravi i disservizi sulla rete elettrica, causa numerosi crolli della linea aerea per il peso del ghiaccio o per la rottura di rami di alberi.

Lunedì mattina erano ancora circa 1.200 le utenze in provincia di Reggio Emilia disalimentate per i guasti alle linee a media tensione di Enel, che conta però di risolvere totalmente in giornata grazie ai 68 cantieri attualmente operativi. Ripristinata la media tensione, Enel inizierà a lavorare su quella a bassa tensione, e quindi i disservizi potrebbero proseguire. E’ emerso nel corso della nuova riunione del Centro coordinamento soccorsi (Ccs) istituito per affrontare l’emergenza del black-out. Presenti, tra gli altri, il prefetto Raffaele Ruberto, il presidente della provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi con la responsabile della Protezione civile Federica Manenti, numerosi sindaci, a partire da quello di Reggio Emilia, Luca Vecchi, rappresentanti di forze dell’ordine, vigili del fuoco, volontariato e sanità.

All’incontro, spiega la Provincia, Enel si è presentata con due dirigenti: il responsabile della rete del Nord Italia e la responsabile delle relazioni esterne. «Una presenza che ci saremmo aspettati almeno 72 ore fa», ha sottolineato Manghi. Enel, scrive la Provincia nella nota, ha parlato di «una emergenza eccezionale, che mai abbiamo dovuto affrontare prima d’ora, con 200.000 utenze in Emilia, 70.000 delle quali nel Reggiano, disalimentate in seguito alla nevicata tra mercoledì e giovedì, che ha provocato la formazione di numerosissimi manicotti di ghiaccio intorno ai cavi e, soprattutto, la caduta di numerosi alberi anche ad alto fusto, fuori dalla fascia di rispetto». Enel si è impegnata a fornire in serata un nuovo aggiornamento e le prime previsioni sui problemi alla bassa tensione. Il prefetto ha quindi concordato con i vertici Enel un rapido sistema di comunicazione tra Comuni e società elettrica per affrontare nel migliore dei modi gli eventuali problemi che dovessero verificarsi nella seconda fase, quella relativa alla bassa tensione.

Venerdì, «dopo l’interruzione della corrente elettrica, non è stato possibile avere alcun contatto con Enel, né da parte dei cittadini privati di energia elettrica, né da parte dei comuni e dei sindaci interessati. Dalle notizie di stampa risulta che neppure il Prefetto di Reggio Emilia sia riuscito a mettersi in contatto con Enel durante tutta la giornata» scrivono i parlamentari Pd Paolo Gandolfi, Antonella Incerti, Vanna Iori e Maino Marchi, nella interrogazione urgente al Ministro degli interni presentata per chiarire il comportamento di Enel durante la gestione dell’emergenza blackout in Emilia dello scorso fine settimana. «Il primo contatto è avvenuto alle 18, dopo dodici ore di black out, al comitato di emergenza convocato dal Prefetto di Reggio Emilia, tramite un funzionario che si è dichiarato non in grado di rispondere alle domande dei sindaci e dei responsabili provinciali della sicurezza, preoccupati di conoscere gli elementi necessari ad organizzare servizi di assistenza per i problemi che l’imminente notte avrebbe provocato ai cittadini privi di luce e riscaldamento».

«Non basta una semplice “strigliata” a Enel, la Regione deve avviare da subito una class action contro l’azienda e valutare una denuncia per interruzione di pubblico servizio» dice il capogruppo leghista in Regione Emilia-Romagna, Alan Fabbri, che sprona il governatore Stefano Bonaccini a inaugurare la «linea dura» contro l’Enel, chiamata anche a «risarcire subito agli utenti i disservizi prodotti in queste ore». «I disagi visti in questi giorni sono degni solo del terzo mondo – contesta Fabbri -. E’ tempo che chi sbaglia paghi, tanto più se di mezzo c’è l’incolumità e la sicurezza dei cittadini. Non possiamo tollerare che a 72 ore dall’ondata di maltempo ci siano ancora persone senza luce e, in alcuni casi, riscaldamento». «Il settore pubblico (che detiene oltre il 31% di Enel Spa) deve farsi garante dell’erogazione del servizio, e garantirne pure regolarità, efficienza e qualità. Se questo non avviene è dovere di ogni amministrazione accertare e sanzionare le responsabilità, garantire i risarcimenti e adoperarsi affinché certe situazioni non si verifichino più». «Poiché ad ogni ondata di maltempo i black out sono diventati un triste ritornello, è giunto – conclude Fabbri – il momento di adottare una linea dura contro il gestore».

La proposta di class action è stata rilanciata anche dalla Confederazione Italiana Agricoltori di Reggio Emilia: secondo il presidente Antenore Cervi, «intendiamo aderire alla class action contro il gestore degli impianti per l’energia elettrica, annunciata dai Sindaci e dalla Provincia di Reggio, per attuare ogni possibile azione di tutela dei nostri associati e degli agricoltori tutti, pesantemente danneggiati dalle interruzioni nell’erogazione dell’energia elettrica a seguito della nevicata verificatasi nelle prime ore di venerdì 6 febbraio scorso. Stiamo registrando una situazione semplicemente inaccettabile, perché oltre ai danni materiali dovuti essenzialmente al peso della neve che si è depositata sulle strutture agricole nel nostro territorio, dobbiamo mettere nel conto i costi aggiuntivi dovuti alle interruzioni nell’erogazione di energia elettrica, indispensabile per il funzionamento della maggior parte degli impianti, particolarmente negli allevamenti». «A questo aggiungiamo – afferma Cervi – che i tempi di ripristino della normale erogazione restano sconosciuti, ma probabilmente lunghissimi. Infatti la priorità del gestore degli impianti è rivolta in primo luogo alle abitazioni civili, quindi il ripristino riguarderà le industrie, ultimi in ordine di priorità vengono gli agricoltori, che certamente nella maggior parte dei casi vivono e lavorano in strutture isolate, ma non per questo possono attendere settimane intere prima di riavere una situazione di normalità».