Ricostruzione post alluvione Emilia Romagna troppo lenta

Legacoop: guardia alta fino a quando non sarà risarcito il 100% dei danni.

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In Emilia Romagna aumenta la preoccupazione con cui prosegue l’opera di ricostruzione post alluvione con Legacoop che scende in campo direttamente con l’organizzazione nazionale e regionale promuovendoFacciamo presto che è tardi” per fare il punto sulla ricostruzione coordinata dal commissario straordinario e della regione guidata da Stefano Bonaccini, candidato alle elezioni europee.

«In questi mesi, con spirito di collaborazione, abbiamo dialogato con la struttura commissariale per rendere più lineari gli interventi verso famiglie e imprese ma ribadiamo che il nostro impegno e la nostra attenzione rimarranno alti fino a quando i danni subiti non saranno rimborsati al 100% – dichiara Daniele Montroni, presidente di Legacoop Emilia Romagna -. Il settore agricolo è quello che ha subito grossi danni e perdite e quelle imprese, ad un anno di distanza, non hanno ancora avuto i rimborsi promessi».

Per Legacoop Emilia Romagna «tra le imprese più colpite ci sono le Cooperative Agricole Braccianti (CAB), che hanno fatto allagare i propri terreni per tutelare il bene il pubblico. Ci tengo a sottolineare – continua Montroni – che il movimento cooperativo ha contribuito alla ripresa con una grande azione di solidarietà, che ha permesso di raccogliere quasi sei milioni di euro, risorse che sono state fondamentali per il ripristino di situazioni critiche sia in ambito economico che sociale. Questa tragica esperienza ha dimostrato che c’è stata una positiva capacità di risposta, ad esempio nel primo soccorso, e un coordinamento tra le diverse strutture di soccorso e i territori colpiti, che ha permesso di tutelare e gestire situazioni molto complesse».

«Tuttavia – aggiunge Montronisuperata l’emergenza, la fase di ricostruzione è gestita da una struttura commissariale che necessariamente deve operare con modalità che troppo spesso richiedono l’attivazione di procedure ordinarie e i risultati, purtroppo, si vedono: ad un anno dall’evento siamo ancora in attesa dei rimborsi. C’è bisogno di dare la stessa capacità di risposta della fase di emergenza, standardizzando procedure per velocizzare la ricostruzione».

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