A “Bianco & Nero” il commento dei fatti politici ed economici della settimana

Le conseguenze economiche della guerra russo-ucraina sulla traballante economia italiana. Il ritorno alla normalità sarà un pesce d’aprile. “Focus” vede giusto sugli errori dell’Unione europea circa l’elettrificazione spinta della mobilità: i governi di Germania, Francia e Italia invertono la rotta.

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In questa puntata de il “Bianco & Nero”, il commento settimanale di “ViViItalia Tv” con l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, si approfondiscono i temi caldi della politica e dell’economia.

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In apertura, il conflitto bellico scoppiato tra Russia ed Ucraina, con la prima che ha invaso il suo ex paese satellite reo di guardare con troppa insistenza ad occidente, all’Unione europea e, soprattutto, alla Nato, quest’ultimo aspetto indigeribile per il leader russo, Vladimir Putin, che già deve vedersela con le tre repubbliche baltiche divenute avamposto della Nato proprio sul suo affaccio sul mar Baltico. Il conflitto che si è aperto tra Mosca e Kiev è figlio anche dell’incapacità dell’Unione europea di avere una strategia unitaria e una politica estera degna di questo nome, con vari personaggi coloriti che ne combinano di cotte di crude, con ministri degli esteri totalmente digiuni (fatta eccezione dei pranzi e dei buffet: citazione dal ministro degli esteri russo Serghei Lavrov nei confronti dell’italiano Luigi Di Maio) dell’arte della diplomazia e della mediazione, oltre che della conoscenza puntuale dei fatti su cui sono chiamati ad operare.

In Italia ci si prepara alla fine dell’emergenza Covid-19 che dovrebbe scattare, dopo ripetute ed inutili proroghe, il prossimo 31 marzo. Una data che in molti, tanti, troppi temono sia un’anteprima del pesce d’aprile che scocca puntuale il giorno dopo, perché a danno degli italiani rimarranno in vigore numerosi vincoli, tra cui quello più odioso ed inutile del green pass che limita pesantemente i diritti civili ed economici di una bella fetta di cittadini. Cittadini che dalla loro hanno ormai un ricco dossier di sentenze di Tribunale che hanno azzerato l’impianto giuridico dell’emergenza, basato su una interpretazione farlocca delle norme e della Costituzione, con tanto di annullamento di tutti i 44 Dpcm per insussistenza della norma di base e conseguente assoluzione più ampia perché il fatto non sussiste per coloro che hanno avuto il coraggio di resistereagli ukaze di quell’Avvocato del Popolo che numerosi Tribunali hanno bollato come perfetto ignorante delle basi del diritto.

Infine, ci si permetta un momento di soddisfazione: questo canale, attraverso “Focus” e i vari “Lo Schiacciasassi” è stato tra i pochi a sostenere l’inutilità di spingere verso l’elettrificazione a tappe forzate della mobilità privata e pubblica nel tentativodi abbattere l’inquinamento derivante dai tubi di scappamento – che ammonta in Europa solo all’1% del totale delle emissioni inquinanti dell’Unione a 27 – anche a costo di abbattere intere filiere produttive con licenziamento di oltre 3 milioni di persone e parecchi punti di Pil persi. Il tutto a vantaggio economico e strategico della Cina che, con silenziosa lungimiranza orientale (quella che tutti i politici occidentali avrebbero bisogno di imparare, senza decidere solo con la reazione delle loro parti basse), ha provveduto a monopolizzare per la produzione di batterie e motori elettrici controllando la disponibilità delleterre rare. Oltretutto, senza abbattere di un grammo l’emissione di sostanze inquinanti, spostate dagli scappamenti alle centrali di produzione dell’elettricità, alle fabbriche delle batterie e alle miniere di estrazione delle terre rare.

Ora, non possiamo che essere soddisfatti che l’aver tenuto la barra dritta sulla sopravvivenza dei motori termici, magari alimentati con nuovi carburanti riformulati a basso tenore di carbonio, sia stata finalmente fatta propria anche dai governi delle maggiori manifatture dell’automotive, con quello tedesco unitosi buon ultimo nella battaglia contro i mulini a vento che ruotano ancora impetuosi a Bruxelles, ma prossimi a fermarsi per il diniego dei tre maggiori paesi dell’Unione. Una piccola,grande soddisfazione che ci ha fatto vedere giusto tra il mare dei peana e degli osannatori del tutto elettrico, ora e subito con ingente esborso di camionate di palanche dei contribuenti per convincere i consumatori recalcitranti ad acquistare un prodotto ancora immaturo, troppo costoso, di difficile utilizzo quotidiano, che speriamo ora si traduca puntualmente nella nuova girandola di incentivi governativi al mercato dell’auto senza alcun trattamento di favore per il prodotto elettrico o ibrido (già bollato più inquinante di quello tradizionale dagli svizzeri, che ne hanno sospeso ogni forma di incentivazione).

Buona visione.

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