Tassi Bce: Lagarde non perde il vizio, rialzando nuovamente dello 0,25%

Il livello è al 4,5%. Aumenta il rischio di ulteriore rallentamento dell’economia e del credito a famiglie e imprese.

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Il presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde.

Nuovo ritocco al rialzo dei tassi Bce, perché il presidente della Banca centrale europea, la francese Christine Lagarde, non perde il vizio, anzi lo conferma rilanciando con l’ennesimo aumento del costo del denaro di un ulteriore 0,25%, arrivando al 4,5%, nonostante che il vertice della Bce non fosse completamente in linea con Lagarde.

La decisione non ha mancato di scatenare le reazioni dell’economia, che teme un nuovo rallentamento oltre a quelli già in corso, che hanno portato la Germania in recessione e l’Italia in forte frenata.

«L’ennesima decisione improvvida della Banca centrale europea corre seriamente il rischio di dare un colpo di grazia all’economia dell’eurozona e dell’Italia in particolare. I rischi per la crescita sono assai rilevanti – dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora -. L’aumento del costo del denaro deciso oggi, il decimo in 14 mesi, con il tasso che sale al 4,5%, rappresenta una mazzata per le famiglie e per le imprese, con effetti devastanti tanto sui consumi delle persone tanto sugli investimenti e le spese ordinarie delle aziende. Le ragioni della scelta odierna non si comprendono né bastano i chiarimenti forniti dalla presidente Christine Lagarde. Soprattutto, per il nostro Paese c’è un rischio enorme di credit crunch, di liquidità progressivamente tagliata dalle banche nei confronti della clientela».

Secondo il Centro studi di Unimpresa, i continui rialzi dell’ultimo anno hanno cagionato una forte stretta al credito: solo nell’ultimo trimestre i prestiti al settore privato sono calati di 12 miliardi di euro, dai 1.713 miliardi di febbraio ai 1.701 miliardi di maggio. I soli finanziamenti alle aziende sono calati di 7 miliardi in appena tre mesi. La tendenza è di una profonda riduzione della liquidità fornita dalle banche all’economia reale, con tutte le conseguenze su produzione, investimenti, consumi, crescita economica e occupazione.

Stessa reazione da Cna: «appare incomprensibile l’ennesimo aumento dei tassi d’interesse deciso oggi dalla Banca centrale europea. Così, dopo essere intervenuta tardivamente contro l’inflazione, ipotizzando che il rialzo fosse transitorio, ora la Bce insistendo nella sua politica di incremento dei tassi rischia di tagliare definitivamente le gambe alla crescita economica».

Per il segretario della Fabi, la Federazione autonoma dei bancari italiani, Lando Maria Sileoni, «il rialzo di oggi deciso dalla Bce è in parte sorprendente. Sarebbe stata preferibile una pausa, con il costo del denaro lasciato al 4,25% di luglio. Servono prudenza e responsabilità perché il conto da pagare, così facendo, pesa sempre sulle tasche della povera gente. Alla lunga, questa situazione potrebbe essere controproducente e potrebbe portare a un rallentamento della crescita economica. E gli effetti sui mutui alle famiglie e sui prestiti alle imprese potrebbero essere negativi. Accedere al credito diventa sempre più difficile e costoso: questo vuol dire un impatto pesante sul mercato immobiliare, sui consumi delle famiglie e sulla liquidità delle aziende».

La Fabi ha fatto un bilancio delle conseguenze pratiche su famiglie e imprese del nuovo giro di rialzi dei tassi Bce. I nuovi mutui a tasso variabile potrebbero arrivare, a breve, in media, verso il 7% dallo 0,6% di fine 2021: vuol dire che, per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni, la rata mensile sarà di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa ovvero 665 euro.

Nel credito al consumo, a fine 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1%, alla luce della decisione di giovedì 14 settembre, potrebbe arrivare al 14,25%. Per acquistare un’automobile da 25.000 interamente a rate, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale passa da 37.426 euro a 48.396 euro, con una differenza complessiva di 10.971 euro (+29,3%) rispetto ai tassi di fine 2021. Per acquistare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale passa da 942 euro a 1.098 euro, con una differenza complessivadi 157 euro (+16,7%) rispetto ai tassi di fine 2021.

E, nonostante quest’ennesima spremitura di aziende e consumatori, Lagarde non si è detta soddisfatta, perché l’inflazione sta rialzandosi e il prossimo mese potrebbe arrivare un altro ritocchino al rialzo.

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