Trento Doc: la guida del consorzio passa a Stefano Fambri

Cambio al vertice dell’Istituto di promozione degli spumanti trentini.

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Trento Doc
Il nuovo presidente dell'Istituto Trento Doc, Stefano Fambri.

Cambio al vertice dell’Istituto Trento Doc con Stefano Fambri, direttore di Nosio e di Rotari del gruppo Mezzocorona, che succede ad Enrico Zanoni, direttore di Cavit, che ha guidato per 12 anni l’ente che rappresenta 67 case spumantistiche trentine.

Oltre al nuovo presidente, l’assemblea dell’Istituto Trento Doc ha eletto all’unanimità anche il nuovo consiglio di amministrazione composto da Roberta Giuriali, Lucia Letrari, Martina Togn, Andrea Buccella, Matteo Lunelli, Elio Pisoni, Federico Simoni e l’ex presidente, Enrico Zanoni.

Tante le sfide che aspettano Fambri alla guida degli spumantisti trentini, tra riduzione del potere d’acquisto dei consumatori, concorrenza sempre più forte dei prodotti similari, nazionali e non, e rilanciare e consolidare l’immagine delle bollicine trentine che si pongono al vertice della piramide qualitativa degli spumanti e champagne. Tutto all’insegna della continuità di percorso nel solco tracciato dalla presidenza di Zanoni per valorizzare un prodotto di nicchia.

«La mia sarà una presidenza di ascolto e di sintesi tra le esigenze del mondo spumantistico trentino, composto da grandi realtà cooperative e private, oltre che da piccoli produttori – sottolinea Fambri -. Sarà necessario operare con molta attenzione sul mercato, perché i produttori sono chiamati a fronteggiare ancora molte sfide, tra cui la crescita ancora sostenuta dei costi operativi, l’inflazione e la concorrenza internazionale. L’obiettivo è di consolidare l’andamento di crescita, anche se sarà meno impetuosa di quella registrata negli anni scorsi, puntando ad elevare la redditività per i produttori».

L’Istituto Trento Doc è stato fondato nel 1984 con lo scopo di tutelare lo spumante Metodo classico trentino e di promuoverlo in Italia e nel mondo, finanziandosi parte con il contributo dei produttori e parte con i fondi pubblici messi a disposizione dalla provincia di Trento e dal ministero dell’agricoltura.

Nonostante sia riconosciuto come un prodotto di assoluta eccellenza, spesso battendo i più rinomati champagne francesi nei vari premi internazionali, il Trento doc è in assoluto una realtà piccola che ha potenzialità di crescita, con 1.400 ettari di vigneto a Chardonnay e Pinot Nero, Pinot Bianco e Meunier (su un totale di 10.200 ettari vitati del Trentino) che assorbe il 13% dell’intero quantitativo di uva prodotta in Provincia, per una produzione che nel 2022 di 13 milioni di bottiglie vendute nel mondo per un fatturato 2022 di 180 milioni di euro circa.

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