La Commissione Ue boccia l’Austria: «violata la libera circolazione delle merci al Brennero»

Successo del governo Meloni. Soddisfazione delle categorie economiche e degli autotrasportatori di Italia, Germania e anche Austria.

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Commissione Ue boccia l’Austria
L'ultimo incolonnamento di Tir lungo 80 km in Italia in attesa di passare in Austria dopo una festività tirolese.

La Commissione Ue boccia l’Austria ritenedo che «alcune misure in vigore in Austria limitino il trasporto di merci sulle autostrade A12 e A13 e, di conseguenza, la libera circolazione delle merci» tutelata dall’Ue, si legge nel parere motivato emesso dall’Ue in merito alla denuncia dell’Italia contro Vienna per i blocchi unilaterali imposti ai Tir al Brennero.

«Pur prendendo atto di alcune spiegazioni avanzate dall’Austria in relazione a considerazioni ambientali», l’Ue ritiene che «le misure austriache manchino di coerenza e non possano essere giustificate nella loro interezza».

Di fatto, la Commissione Ue boccia l’Austria e da Bruxelles arriva al governo Meloni il via libera per deferire il governo austriaco alla Corte di giustizia europea per ripristinare il rispetto delle norme comunitarie, peraltro accettate dall’Austria all’epoca del suo ingresso nell’Unione europea, salvo poi disdettarle unilateralmente per non meglio giustificate motivazioni ambientali.

Lo scontro tra l’Italia e l’Austria sul Brennero dura ormai da anni. Nel corso del 2023 la Commissione europea aveva cercato la via della mediazione – organizzando sei incontri tra le parti -, senza tuttavia sortire alcun successo. Il 15 febbraio, Roma ha dunque inviato a Bruxelles una missiva con la richiesta di procedere contro Vienna per i blocchi unilaterali imposti ai Tir al valico e lungo la tratta autostradale tirolese tra i confini di Italia e Germania.

L’esecutivo Ue «dopo aver valutato attentamente le osservazioni scritte e orali» delle parti, i funzionari Ue hanno espresso parere contrario sul «divieto di circolazione notturna, divieto di circolazione settoriale mirato ad alcune merci con “affinità ferroviaria”, divieto invernale il sabato e razionamento dei veicoli pesanti in ingresso in autostrada (il cosiddetto “dosing”)» imposti dall’Austria sulla spinta del governo regionale del Tirolo.

Le argomentazioni ambientali addotte da Vienna – «protezione dell’ambiente, sicurezza stradale, fluidità del traffico» – non sono, a giudizio della Commissione Ue, interamente giustificate. Inoltre, si legge nel parere, «alcune di queste misure hanno maggiori probabilità di incidere sulle imprese straniere rispetto a quelle austriache». Per quanto riguarda invece «l’eccezione avanzata dall’Italia contro l’Austria per una presunta mancanza di leale cooperazione», Bruxelles ritiene che il governo italiano «non abbia fornito prove sufficienti a sostegno».

La procedura per portare l’Austria davanti alla Corte di giustizia Ue è regolamentata dall’articolo 259 dei Trattati. A seguito dell’adozione del parere motivato da parte dell’esecutivo Ue, spetta ora all’Italia decidere se deferire Vienna alla Corte, anche se questo «non impedisce» tuttavia ai due Paesi «di trovare una soluzione amichevole alla controversia», precisa ancora Bruxelles, dicendosi «pronta a sostenere entrambe le parti in questo» eventuale «sforzo».

Annusando la possibile condanna in sede giudiziaria, Vienna, in una nota diffusa dall’ambasciata austriaca a Roma, invoca il dialogo sul Brennero, anche se «dal punto di vista austriaco, è assolutamente chiaro che le misure di tutela per gli abitanti del Tirolo, che risentono molto del volume di traffico, sono necessarie, proporzionate e in linea con il diritto dell’Ue – affermano il ministro austriaco della Costituzione Karoline Edtstadler e il collega degli Esteri Alexander Schallenber commentando il parere -. La Commissione europea non le ha criticate in passato. Inoltre, l’Austria e il Tirolo hanno l’obbligo di adottare misure per mantenere l’aria pulita. La tesi della libera circolazione delle merci non può avere più importanza dell’onere per la salute della popolazione e dell’ambiente in Tirolo».

Per i due ministri Edtstadler e Schallenber «deve essere nostro impegno comune per far passare più merci sulla ferrovia, invece di lasciare che un numero sempre maggiore di Tir attraversi il Brennero. Questo onere sulle persone e sulla natura è inaccettabile. Naturalmente continueremo il dialogo con i nostri partner in Italia e a Bruxelles. Solo attraverso uno scambio è possibile trovare una soluzione ragionevole e a lungo termine per la popolazione tirolese che soffre da tempo. Un ricorso presso la Corte di Giustizia europea non consentirà di allargare la strada del Brennero di spostare un solo camion sulle rotaie. Abbiamo bisogno di cooperazione e non di scontro, per evitare procedimenti legali perenni. Siamo molto tranquilli riguardo a qualsiasi procedimento».

La Commissione Ue boccia l’Austria, decisione condivisa dal governo tedesco della Baviera, che soffre dei vincoli sul confine tra Germania e Austria relativi al contingentamento orario deciso dal governo tirolese. «La Baviera sostiene questa posizione. La gestione dei blocchi sta danneggiando la nostra economia e bloccando una delle nostre principali arterie in Europa – ha dichiarato il ministro presidente della Baviera, Markus Soeder -. Allo stesso tempo, stiamo promuovendo un sistema di slot digitali che consenta agli spedizionieri di prenotare fasce orarie specifiche per i loro viaggi. Tuttavia c’è bisogno del sostegno dei governi federali nazionali, soprattutto di Berlino. Per noi la gestione dei blocchi con tutti i pesanti oneri che gravano su residenti e imprese non è più accettabile».

Dal fronte altoatesino, si apre alle necessità del Tirolo nell’ambito dei rapporti euroregionali, senza dimenticare le necessità di rispettare le norme europee. Per l’assessore regionale all’integrazione europea, Angelo Gennaccaro, «posso comprendere che il governo austriaco voglia tutelare il suo ambiente ed è condivisibile voler spostare il trasporto merci dalla gomma alla rotaia, ma non è giustificabile imporre un blocco unilaterale. Sono convinto, invece, che si debbano trovare insieme delle soluzioni condivise, facendo fronte comune, senza contrapporsi ma lavorando insieme per l’ambiente e la salute dei cittadini».

Intanto, le organizzazioni imprenditoriali e dell’autotrasporto salutano con soddisfazione questo primo passo, in attesa che la situazione possa concludersi ripristinando il maggiore corridoio di traffico tra Nord e Sud Europa, in attesa del tanto agognato potenziamento del trasporto merci su ferrovia che potrà sostanziarsi solo dopo il 2032 quando la nuova galleria di valico sarà completata con il quadruplicamento di tutta la linea ferroviaria da Verona fino a Monaco. E, guarda caso, dove i ritardi sono maggiori sono proprio in Austria e in Germania, con l’Austria che ha problemi anche sulla tratta ferroviaria ordinaria che limita il traffico dei treni merci.

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