Confronto con i territori per fare il punto sulla gestione dell’emergenza della Peste suina africana (Psa) in Emilia Romagna e sulle misure attuate per tutelare gli allevamenti e la filiera suinicola. Questi i temi al centro degli incontri che si sono svolti a Piacenza e a Parma, con la partecipazione degli assessori regionali all’Agricoltura, Alessio Mammi, e alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, del Commissario straordinario alla Psa, Giovanni Filippini, degli enti locali, dei consorzi e delle associazioni agricole e industriali.
Una giornata di confronto alla quale faranno seguito, nelle prossime settimane, altre tappe in altre province, con l’obiettivo di fare il punto su una strategia comune per contenere e contrastare la diffusione del virus e salvaguardare una filiera – quella dei salumi – che rappresenta un comparto fondamentale dell’agroalimentare, sia per l’Emilia Romagna, sia a livello nazionale.
«Il lavoro di squadra – sottolineano Mammi e Fabi – è indispensabile per individuare e attuare misure di contenimento e contrasto alla diffusione del virus che siano efficaci. Da parte della Regione c’è massima attenzione e totale collaborazione con la struttura commissariale per tutelare e assicurare la tenuta di una filiera che rappresenta un patrimonio irrinunciabile da salvaguardare, sia dal punto di vista economico, sia sociale».
Ad oggi, le risorse messe in campo dalla Regione per il contrasto della Peste suina africana superano i 14 milioni di euro. «Siamo pronti a fare ancora di più, e a investire ulteriori risorse – aggiunge Mammi – per intervenire, sia sotto il profilo relativo al depopolamento dei cinghiali, sia per la biosicurezza negli allevamenti. A partire dalla riconferma, per il 2025, del milione di euro destinato alle Province, che sarà incrementato qualora fosse necessario, proprio per rafforzare le misure di contenimento delle specie selvatiche, possibile veicolo di trasmissione del virus».
In Emilia Romagna sono stati registrati due focolai in suini domestici, entrambi nel Piacentino, la Regione ha risposto con misure straordinarie, attivando gruppi operativi territoriali nelle province più colpite, Piacenza e Parma, ma anche a Reggio Emilia, Modena e Bologna, e pubblicando bandi per il depopolamento dei cinghiali, con abbattimenti mirati e l’introduzione di trappole per la cattura degli animali infetti.
La Regione ha investito 3 milioni di euro per il depopolamento e 11 milioni per il potenziamento delle misure di biosicurezza, sia all’interno che all’esterno degli allevamenti. Grazie al coordinamento con il Commissario straordinario, è stata inoltre istituita una cabina di regia per ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili e garantire interventi tempestivi e strutturati, con l’obiettivo di contenere la diffusione della Psa.
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