Commercio cooperativo in Trentino: il bilancio del Sait “tiene” nel 2011, mentre ombre s’aprono sul 2012

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Sait 2012 da sin Fedrizzi Angeli Dalpalù pavana Carlin 1
Sait 2012 da sin Fedrizzi Angeli Dalpalù pavana Carlin 1Cresce la presenza della distruzione cooperativa trentina in Alto Adige e in Veneto. Probabile l’allargamento al Bresciano

“Un bilancio 2011 che complessivamente ci soddisfa, anche se preoccupa il contesto, non certo facile del 2012 alla luce dell’andamento dei primi cinque mesi” dice il presidente di Sait (il consorzio distributivo cooperativo di secondo grado che assicura il rifornimento ad oltre 390 punti vendita di piccole e medie dimensioni) Renato Dalpalù commentando i risultati economici del 2011, in vista dell’assemblea generale del consorzio. “Abbiamo rispettato in pieno le previsioni del piano quinquennale del 2009, ma siamo entrati in una fase difficile, e per questo guardiamo al futuro con una certa preoccupazione. Avevamo un piano di dismissioni di beni che non sono avvenute, vista la stagnazione del mercato immobiliare. Essi riguardano un’area di 47.000 metri a Spini di Gardolo, l’immobile che ospitava la piattaforma ortofrutta in via Brennero, il deposito di carburanti sito in via Maccani (altri 5.000 metri), oltre la ‘vecchia’ sede del consorzio, ora in parte affittata ad un vettore logistico. Anche senza queste dismissioni – dice Dalpalù – abbiamo tenuto. Siamo allineati con la concorrenza privata, ce la giochiamo alla pari”.

Per reggere su un mercato sempre più competitivo che fa registrare una tendenza alla contrazione, il Sait “ha limato al massimo i prezzi al consumo, sacrificato circa un milione di euro di utile rispetto al 2010 a causa dei maggiori ammortamenti, oneri finanziari e imposte”, ha aggiunto il direttore generale Luigi Pavana, che guarda al bicchiere mezzo pieno: “in compenso stiamo lavorando sulla valorizzazione delle relazioni oltre i confini trentini: in Alto Adige crescono sia i volumi che le iniziative. Tra le più recenti, l’apertura di nuovi esercizi cooperativi a Moso in Passiria ed a Varna. Spazi significativi anche in Lombardia, regione in cui stiamo ricercando collaborazioni per la logistica. Oltre all’aumento dei volumi, perseguiamo il contenimento dei costi di struttura. Su questo versante abbiamo messo a bilancio una diminuzione di quasi 300.000 euro grazie ad una migliore razionalizzazione della nostra organizzazione”. Usando un’immagine bucolica, Pavana ha detto che “dobbiamo fare come le canne al vento piegarci e non spezzarci”.

La base sociale, in costante crescita, ha superato quota 100.000 soci; 74 le Famiglie cooperative trentine attive associate al consorzio; circa 2.700 le persone che lavorano nella cooperazione di consumo, distribuite tra i negozi delle Famiglie Cooperative, il Sait e i Superstore di Trento e Rovereto. 390 i punti vendita in Trentino, che in 200 paesi rappresentano l’unico negozio di alimentari, a beneficio di circa 104.000 cittadini. La quota di mercato coperta dalle Famiglie Cooperative, insieme ai negozi Sait e ai due Superstore è di oltre il 40% del mercato locale.

Quanto alle cifre del documento contabile, il bilancio 2011 di Sait è positivo: il valore della produzione ha raggiunto i 315 milioni di euro (+2,76% rispetto al 2010). L’utile di esercizio è di 1.336.448 euro (l’anno prima era di 2.327.000 euro). Sotto controllo l’esposizione debitoria verso le banche che passa dai 65 milioni di euro del 2010 ai 64 del 2011, mentre i debiti verso i soci passano dai 33,7 milioni del 2012 ai 24,1 del 2011. Il patrimonio del consorzio ammonta complessivamente a 91 milioni di euro.

Sulla composizione delle vendite, risultano in crescita i freschi (salumi e latticini) a valore 7,4% ed a peso 5,3%, mentre l’ortofrutta tiene in quantità (+2%) ma diminuisce in valore, a causa della contrazione dei prezzi. “In questo momento di difficoltà – ha detto Pavana – è necessario rinunciare ai margini per mantenere le quote”. Confermato il ristorno alle Famiglie Cooperative – pari al 2,25% del ritirato dal magazzino alimentare, per 3.205.580 euro – e il dividendo del 2,65% sul capitale sociale, per 879.681 euro. Il tutto in linea con il piano quinquennale del Consorzio, approvato nel 2009.