S’impoverisce sempre più il tessuto imprenditoriale italiano sotto i colpi della crisi e delle mancate scelte del Governo Monti

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Secondo uno studio della Cgia, in media nel primo trimestre 2012 sono “morte” 1.626 imprese al giorno

Il Belpaese sta diventando sempre più un paese arido per l’impianto e lo sviluppo dell’imprenditorialità, con l’interessata felicità di territori come il Tirolo e la Carinzia per non dire della Serbia che fanno letteralmente ponti d’oro agli imprenditori tricolori perché questi spostino oltreconfine la loro attività, oggi troppo vessata da mille gabole, burocrazie e tasse che il sempre più pavido Governo Monti non riesce ad incidere per semplificare, ridurre, detassare.

Nei primi tre mesi di quest’anno, in Italia sono cessate 146.368 imprese: praticamente 1.626 al giorno. L’allarme è lanciato dalla Cgia di Mestre che ha analizzato la nati-mortalità delle imprese italiane.

Se il saldo (cioè la differenza tra le nuove iscrizioni e le cessazioni) nel primo trimestre del 2012 è stato negativo (-26.090), a preoccupare l’organizzazione artigiana mestrina non è tanto questo dato, visto che il primo trimestre presenta quasi sempre un valore negativo, ma il fatto che ad iscriversi sono aziende che hanno dimensioni occupazionali minori di quelle che cessano.

“Se tra le aziende fino ad un addetto c’è una evidente supremazia dei neoimprenditori – sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – quello che preoccupa è che nelle classi dimensionali superiori il saldo è sempre negativo. Se a chiudere sono le imprese più strutturate che solo in parte vengono rimpiazzate con altre aventi livelli dimensionali più contenuti, ciò comporta un evidente aumento dei senza lavoro”.

Rispetto al primo trimestre 2011, la situazione è comunque peggiorata. Se le cessazioni erano state più contenute di quest’anno (134.909), il saldo però si era attestato su un valore pari a -9.638. Un dato meno negativo di quello registrato quest’anno. La differenza, fa notare la Cgia, è riconducibile alla classe dimensionale riferita alle partita iva senza dipendenti. Infatti, se quest’anno per questo comparto la differenza tra la natalità e la mortalità è stata pari a +3.987, l’anno scorso aveva superato le 19.000 unità (precisamente +19.369).


Natalità-mortalità delle imprese

I TRIMESTRE 2012

Iscrizioni

Cessazioni

Saldo

fino a 1 addetto

117.514

113.527

+3.987

2-5 addetti

2.288

27.900

-25.612

6-9 addetti

220

2.756

-2.536

10-19 addetti

146

1.424

-1.278

20-49 addetti

74

527

-453

50-99 addetti

17

140

-123

100-249 addetti

14

63

-49

250-499 addetti

5

18

-13

più di 500 addetti

0

13

-13

Totale imprese

120.278

146.368

-26.090

Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Infocamere

I TRIMESTRE 2011

Iscrizioni

Cessazioni

Saldo

fino a 1 addetto

122.423

103.054

+19.369

2-5 addetti

2.379

26.848

-24.469

6-9 addetti

215

2.802

-2.587

10-19 addetti

151

1.391

-1.240

20-49 addetti

74

587

-513

50-99 addetti

16

141

-125

100-249 addetti

9

55

-46

250-499 addetti

2

16

-14

più di 500 addetti

2

15

-13

Totale imprese

125.271

134.909

-9.638

Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Infocamere