Fondazione Musei civici di Venezia: presentato il programma 2013

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Gabriella Belli
Gabriella BelliBelli: raggiunti gli obiettivi previsti, ora la valorizzazione del patrimonio esistente”
di Giovanni Greto

Per la presentazione del programma 2013 della Fondazione Musei civici di Venezia è giunto persino il sindaco Orsoni, una circostanza che si verifica assai di rado, nonostante ogni volta il suo nome compaia tra i partecipanti nei diversi comunicati stampa, all’incontro di presentazione del programma 2013 della Fondazione Musei Civici di Venezia al museo Correr, anche se il suo intervento, il primo e quanto mai frettoloso, sia solo servito, secondo le sue parole, a dare il ‘la’ alle relazioni. La parte del leone l’ha fatta ancora una volta la direttrice della Fondazione Gabriella Belli, felice di aver raggiunto il risultato propostosi al momento di ricevere l’incarico nel dicembre 2011: trasformare in unità la Fondazione, far sentire che tutti gli 11 musei in qualche modo partecipano ad un grande obiettivo comune.

Le linee guida del suo lavoro si svilupperanno in maniera parallela sul piano scientifico e programmatico, nel segno della continuità nella strategia intrapresa l’anno scorso. Da un lato dunque proseguirà l’impegno costante nella conservazione e valorizzazione delle sedi storiche e l’attenzione per le collezioni permanenti, che necessitano di uno studio continuo, di interventi di restauro, recupero e valorizzazione, a partire da quelli di palazzo Mocenigo, per restituire alla città un grande salotto patrizio, nel quale arte, tessuti e profumi si intrecciano, suggerendo inedite prospettive critiche, e di Ca’Pesaro, per farlo diventare un luogo dinamico, in grado finalmente di avere un’identità contemporanea. Dall’altro lato, l’attenzione e la cura per gli eventi – ben 32 nel 2013 – basati sulle collezioni civiche, che troveranno in ogni museo occasioni di incontro con il pubblico proponendo temi trasversali e aspetti poco esplorati, e i progetti espositivi, basati su prestiti importanti e accordi con le maggiori istituzioni internazionali. E’ il caso di ‘Manet: Ritorno a Venezia’ (palazzo Ducale, 24 aprile-15 agosto), un’esposizione del tutto originale sul piano scientifico, elaborata insieme al Musée d’Orsay di Parigi, coprodotta con il Sole 24Ore Cultura, per indagare l’anima italiana della pittura di Edouard Manet (1832-1883), che con audacia sonda le istanze contemporanee e apre la strada all’Impressionismo. Contemporaneamente, aprirà nell’appartamento dogale e nella sala dello Scrutinio del Ducale, chiusura allungata al 15 settembre, ‘La Venezia al tempo di Manet nella fotografia dell’epoca’, una serie di stampe, guide, pubblicazioni, ma specialmente foto d’epoca, tese a ricostruire la storia e l’atmosfera di Venezia di metà Ottocento che il pittore francese respirò durante i suoi due soggiorni lagunari: il primo nel 1852, quando Venezia era ancora austriaca, il secondo nel 1874, con Venezia ormai italiana.

In ordine di tempo, la prima mostra avrà luogo al Museo del vetro di Murano dal 2 febbraio al 12 maggio: “Tra ‘800 e ‘900: l’invenzione di Amalric Walter”. I segreti e le innovazioni creative, legate a una delle più antiche e secolari tecniche di lavorazione vetraria, come la pasta di vetro, vengono messi in luce in una grande mostra dedicata alla figura di Amalric Walter (1870-1959) e alla sua produzione artistica, con una completezza e una ricchezza di opere senza precedenti.

Infine, nell’anno della grande esposizione internazionale della Biennale d’arte, la Fondazione ha voluto impegnarsi fortemente anche nella contemporaneità, fondamentale per la valorizzazione del patrimonio civico, attraverso grandi mostre – una per tutte, quella dello scultore britannico Sir Anthony Caro (1924, vivente) al museo Correr dal 1giugno al 24 ottobre – e singolari percorsi espositivi che coinvolgeranno, a partire da maggio/giugno, le diverse sedi museali, innescando contaminazioni audaci di forte suggestione.