A settembre immatricolazioni ancora in crescita

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Secondo il Csp la tendenza alla crescita è destinata a durare. Va male l’auto aziendale che soffre della pesante situazione legata alla mancata deducibilità fiscale

 

autoparco importatori 1A settembre la Motorizzazione ha immatricolato 130.071 autovetture, con una variazione di +17,15% rispetto a settembre 2014, durante il quale ne furono immatricolate 111.027 (nel mese di agosto 2015 sono state invece immatricolate 59.506 autovetture, con una variazione di +11,22% rispetto ad agosto 2014, durante il quale ne furono immatricolate 53.505).

Nello stesso periodo di settembre 2015 sono stati registrati 386.347 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +7,43% rispetto a settembre 2014, durante il quale ne furono registrati 359.615 (nel mese di agosto 2015 sono stati invece registrati 233.338 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -0,78% rispetto ad agosto 2014, durante il quale ne furono registrati 235.179). 

Nel mese di settembre 2015 il volume globale delle vendite (516.418 autovetture) ha dunque interessato per il 25,19% auto nuove e per il 74,81% auto usate. Nel periodo gennaio-settembre 2015 la Motorizzazione ha in totale immatricolato 1.196.270 autovetture, con una variazione di +15,32% rispetto al periodo gennaio-settembre 2014, durante il quale ne furono immatricolate 1.037.388. Nello stesso periodo di gennaio-settembre 2015 sono stati registrati 3.310.491 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +7,85% rispetto a gennaio-settembre 2014, durante il quale ne furono registrati 3.069.510.

Il “Dieselgate”, deflagrato con grande fragore sui media il 21 settembre, non ha avuto alcun impatto sulle immatricolazioni del mese scorso. Così il Centro Studi Promotor (Csp) commentando i dati diffusi oggi dal Ministero dei Trasporti. «Si tratta di un tasso di sviluppo assolutamente coerente con l’andamento del mercato italiano del 2015 e che mostra anzi una certa tendenza all’accelerazione», aggiunge Csp per il quale, comunque, «non si può escludere che qualche modesta conseguenza possa esservi nei prossimi mesi. Comunque chi temeva (o sperava) sfracelli per le vendite di auto ha ricevuto una prima risposta che conferma l’ipotesi già formulata dal Csp secondo cui la recente vicenda non influirà sul volume complessivo delle vendite di auto». 

Gian Primo Quagliano, presidente di Csp, afferma che «non stupisce che non vi sia stato alcun effetto a caldo per la vicenda “Dieselgate”. Gli automobilisti che comprano un’autovettura infatti non prendono certo in considerazione i livelli di inquinamento (a meno che non vi siano pesanti incentivi sulle auto meno inquinanti), ma guardano alle caratteristiche della vettura che possono direttamente apprezzare e quindi al comfort, alla linea, ai consumi, alla presenza di dispositivi di sicurezza, ecc. In Italia poi e, in minor misura anche in Europa, esiste un tale contingente di domanda di sostituzione insoddisfatta da rendere ormai per molti l’acquisto di una nuova auto indifferibile». 

Secondo Massimo Nordio, presidente dell’Unrae, «siamo di fronte a segnali incoraggianti capaci finalmente di alimentare una spirale positiva di propensione alla sostituzione dell’auto, soprattutto in ragione della vetustà del parco circolante. Resta aperto il tema delle vendite a società che ristagnano con modeste performance, sintomo di una sofferenza fiscale ancora forte da parte delle piccole e medie aziende». Dall’analisi della struttura del mercato emerge nel mese un calo delle vendite a società (-3,8%) e una quota che scende di 4 punti percentuali al 18,5%, testimonianza che è ormai indifferibile la riforma della fiscalità gravante sull’auto aziendale, portandola da una deducibilità misera del 20% di un tetto risibile di 18.000 euro ad almeno il 50% del prezzo di acquisto e al 100% dell’iva versata. Nel cumulato +4,3% in volume e una quota al 16%. Quanto perso nel mese da queste ultime viene recuperato dai privati che evidenziano una crescita del 24,6%), raggiungendo in settembre il 67,1% del totale. Nel cumulato la crescita è del 17,4%, al 62,7%. Il noleggio nel complesso cresce nel mese del 17,6%, tutto dovuto al +28,9% del lungo termine, a fronte di un calo del 21,2% del breve termine. La quota del totale noleggio si conferma al 14,4% nel mese e si mantiene in leggera crescita nel cumulato. 

Csp osserva che sulla base della crescita dei primi 9 mesi si può prevedere un volume di immatricolazioni di 1.568.000 unità per il 2015 ed esclude un rallentamento nell’ultimo trimestre dell’anno del recupero a due cifre iniziato nel 2015. Anche gli operatori del settore auto confermano «un moderato ottimismo sull’evoluzione del mercato italiano». Dall’inchiesta congiunturale condotta dal Csp a fine settembre emerge infatti che il 74% degli interpellati si attende nei prossimi tre-quattro mesi una domanda stabile sui livelli attuali o in aumento. Dalla stessa fonte emerge anche che in settembre vi è stato un miglioramento delle valutazioni sull’affluenza di visitatori nei saloni. Gli operatori che dichiarano normale o alto il numero di potenziali acquirenti affluiti alle concessionarie passano dal 34% di luglio al 52% agosto e al 68% di settembre. Nel mese scorso, infine, anche l’indicatore del clima di fiducia del settore auto di Csp fa registrare un moderato progresso salendo a 41,1 da 39,9. 

«Sappiamo che il mercato dal 1 gennaio al 31 agosto è cresciuto mediamente del +15%. E molti temevano che l’affaire Volkswagen avrebbe rallentato se non azzerato la crescita. Per fortuna per ora, con un +17,2%, non è così. Le forti promozioni, la pubblicità e lo sforzo dei concessionari alimentano il trend di crescita a due cifre. E come avevamo anticipato nei mesi scorsi a questo ha contribuito anche la ripresa del canale noleggio» afferma Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, commentando i dati sulle immatricolazioni auto. Secondo Federauto «continuano a manifestarsi timidi segnali di ripresa in linea con gli ultimi dati Istat sulla crescita del potere di acquisto delle famiglie». 

Sul fronte Volkswagen, afferma Federauto, le vetture che in Italia sarebbero interessante dalla prossima campagna di richiamo ammontano a 648.458 unità. Si tratta di veicoli equipaggiati con motori Diesel Euro 5 di tipo Ea 189. Nel merito si tratta 361.432 Volkswagen, 197.421 Audi, 35.348 Seat, 38.966 Skoda e 15.291 veicoli commerciali. Ora il piano d`azione prevede che Volkswagen AG e le altre Case madri delle Marche del Gruppo coinvolte presentino le soluzioni tecniche e le relative misure alle Autorità competenti entro il mese di ottobre. Intanto i clienti verranno informati su tempistiche e modalità per l`esecuzione dell’intervento di manutenzione.