Emilia Romagna il commercio riparte, trainato dalla grande distribuzione

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Riprendono le vendite, nel trimestre con un leggero aumento dello 0,4%

 

cciaa emilia romagna andamento commercioIn Emilia Romagna torna un raggio di sole nell’economia con la ripresa delle vendite nel IV trimestre con un leggero aumento dello 0,4%, trainate dal canale degli iper, super e grandi magazzini. Nel complesso migliorano leggermente i giudizi sull’eccedenza delle giacenze. Anche per la stagionalità, le attese sono di una netta riduzione delle vendite nel primo trimestre del nuovo anno. Il 2015 si chiude con il primo segno positivo dal 2007 grazie a una ripresa delle vendite dello 0,5%. Questa indicazione emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

Continua il calo delle vendite del dettaglio specializzato alimentare (-0,6%), mentre lo specializzato non alimentare mostra segnali di ripresa (+0,4%). Prosegue la ripresa delle vendite di iper, super e grandi magazzini (+1,4%). Nel complesso del 2015, se le vendite degli specializzati alimentari si riducono lievemente (-0,2%), quelle dello specializzato non alimentare crescono dello 0,8% e quelle di ipermercati, supermercati e grandi magazzini, non vanno oltre una lieve ripresa dello 0,2%. Tuttavia, occorre estrema cautela prima di parlare di ripresa, le attese di una netta riduzione delle vendite nel primo trimestre del 2016 dominano tutte le tipologie del dettaglio.

Si conferma la forte correlazione tra andamento delle vendite e dimensione aziendale. L’andamento positivo delle vendite nel trimestre compone una tendenza negativa della piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) e delle medie imprese (da 6 a 19 addetti), -0,2% per entrambe le classi, e una positiva delle imprese con 20 o più addetti (+1,3%). Si base annuale la piccola e la media distribuzione ottengono un lievissimo aumento delle vendite (+0,1% per entrambe), il primo dall’avvio della rilevazione, e le imprese maggiori una più concreta crescita dell’1,1%, la prima dopo quattro anni negativi.

La lunga fase della crisi preme ancora sulla base imprenditoriale. A fine anno erano attive 47.000 imprese del dettaglio, lo 0,6% in meno (283 unità) rispetto a un anno prima. Crescono rapidamente le società di capitale (+4,5%, +177 unità) e all’opposto, si riducono le società di persone (-292 unità) e le ditte individuali (-167 unità).