Export manifatturiero, +0,3% quello del Veneto nel I semestre 2016

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Curto: «forte volatilità dei mercati di destinazione. Male extraUE. Cresce Europa a 28. Per ora nessun effetto “Brexit”»

 

dinamica exportL’export manifatturiero veneto conferma il ruolo di locomotiva dell’economia nazionale e si attesta, a giugno di quest’anno, ad oltre 28 miliardi di euro. Nel ranking nazionale è preceduto solamente dalla Lombardia (circa 55 miliardi di euro) e pesa per ben il 14,1% sul totale Italia. In termini dinamici questo primo semestre non vede il Veneto brillare. Si posiziona al XIII posto con una variazione di +0,3% rispetto al I semestre 2015, comunque superiore alla media nazionale fematasi ad un +0,1%.

Le regioni più virtuose sono state Basilicata e Molise ancora sotto la straordinaria spinta costituta dagli impianti produttivi di Fiat. E’ questo il quadro che emerge dalla ricerca condotta dall’ufficio studi di Confartigianato Imprese Veneto sui dati Istat appena rilasciati.

«Le vendite dei nostri prodotti all’estero sono sempre più importanti per i bilanci anche delle PMI –dichiara il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Luigi Curto – ma i mercati di destinazione si stanno caratterizzando per una volatilità mai registrata prima. Da un lato le sempre più frequenti “crisi internazionali”, dall’altro lo sviluppo tumultuoso, ma alle volte effimero, di nuove aree del mondo, l’alternanza dei mercati europei. Tutto influenza in modo determinate le nostre performances all’estero. Ed è così che, anche in questo ultimo semestre, cambiano drasticamente le dinamiche». 

Chi cresceva come Messico, Turchia, Stati Uniti adesso è in calo (Messico -3%, Turchia -1,3%) o al palo (USA +0,2%), la Russia che aveva registrato contrazioni in doppia cifra per diversi trimestri, cala ancora ma solo del -3,6%. A soffrire è tutto l’export verso i Paesi extra UE che nel complesso hanno perduto oltre 415 milioni di euro di valore pari ad un -3,5%, per fortuna compensato da un rilancio del mercato Ue28 cresciuto complessivamente del +3,1% pari a +497 milioni di euro rispetto al primo semestre 2015. 

 «Nel 2015 l’Europa – afferma Curto – sembrava perdere la sua predominanza rispetto al resto del mondo (ricordo il sorpasso delle esportazioni extra UE nel 2 trimestre). Ma da allora c’è stata una ripresa dei nostri mercati tradizionali che ha più che compensato il calo quasi costante dell’extra UE. Ed è in questo contesto che registriamo, con sollievo, l’assenza per ora, di un effetto Brexit sulle nostre vendite verso il Regno Unito che resta al terzo posto per valore (oltre 1.649 milioni di euro nel semestre e un +1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) dietro a Germania (3.756 milioni, +1,5%) e Francia (2.908 milioni e +5,6%). Una situazione – conclude Curto – di cui le nostre imprese devono costantemente tenere conto».

Una buona notizia arriva dall’andamento delle esportazioni manifatturiere venete dei settori a più alta concentrazione di Pmi (pelle, abbigliamento, metallo, alimentari, mobili, tessili e prodotti della stampa) che valgono oltre 12,3 miliardi di euro, quasi la metà dell’intero export manifatturiero regionale. Ebbene le vendite delle imprese di minori dimesnioni sono cresciute di più +0,7%, rispetto al totale veneto +0,3%. In particolare migliora molto la performance verso i Paesi Extra UE che, nel caso di questi settori, cala sì ma solo dello -1,1% -invece che del -3,5%-. A riprova che il lusso ed i beni 100% “Made in Italy” e garantiti dalle sapienti lavorazioni delle piccole imprese hanno un appeal più elevato.