Welfare aziendale via libera agli incentivi detassati

0
318

Treviso. Welfare aziendale per stimolare la produttività dei lavoratori contenendo i costi per l’azienda: detassate le spese per palestre, asilo, teatro, spese per la scuola e l’assistenza sanitaria pagati dall’azienda a favore dei lavoratori e famigliari.

Rinnovata con la Legge di Stabilità 2017 la detassazione dei premi di risultato ai dipendenti fino ad un valore massimo di 3 mila euro – avviata per la prima volta nel 2008 e sospesa nel 2015 – è tornata con alcune novità tra cui l’ampliamento della platea dei lavoratori beneficiari. Si tratta di un vantaggio per tutti gli operai, impiegati ed i quadri con un reddito inferiore agli 80 mila euro annui, contro i 50 mila previsti fino al 2016, che rappresentano la stragrande maggioranza della forza lavoro dipendente nel Triveneto, attuabile in esecuzione di contratti aziendali o territoriali sottoscritti dalle associazioni sindacali.

Una modalità per offrire al lavoratore offrire al lavoratore una porzione in più di reddito con una tassazione inferiore rispetto a quella ordinaria. È del 10% infatti l’aliquota fissa prevista per i premi, sicuramente inferiore all’ordinaria aliquota Irpef dello stipendio, ed è di 3 mila euro è il limite massimo di importo detassabile per ciascun lavoratore.

«La vera novità – Osserva Marilena Zugno, consulente del lavoro partner UpLex – è rappresentata dal fatto che, in alternativa alla classica erogazione del premio in busta paga al lavoratore, l’azienda può offrire beni e servizi al dipendente oppure ai suoi famigliari e questo, oltre a rappresentare una forma di fidelizzazione tra azienda e lavoratore, rappresenta una forma di “welfare aziendale” non tassabile».

Se ne è parlato mercoledì 14 dicembre 2016 al convegno organizzato presso Villa Guidini in Zero Branco intitolato “Welfare aziendale: il nuovo strumento per stimolare la produttività della forza-lavoro contenendo i costi” in cui è stato analizzato il trattamento previdenziale e fiscale dei servizi di welfare e di premi di risultato, anche attraverso la presentazione di alcuni casi pratici.

Non solo danaro ai dipendenti, ma anche beni e prestazioni a sostegno della famiglia che vanno dalle spese per l’istruzione dei figli, per le attività educative nei centri estivi e invernali o le vacanze studio, per le rette di asili nido per i più piccoli, oppure l’assistenza sanitaria al lavoratore e famigliari, con le prestazioni di assistenza per i genitori anziani o non autosufficienti. Senza dimenticare il sostegno alla previdenza attraverso il pagamento di premi e contributi alle assicurazioni e fondi di previdenza integrativa. Con il vantaggio di un costo integralmente deducibile per l’azienda mentre il lavoratore potrà godere di un valore pieno, non soggetto a tassazione, con un azzeramento del cuneo fiscale.

«Si tratta di una interessante opportunità per aziende e lavoratori – aggiunge Monica Bianco, dottore commercialista partner UpLex – poiché prima di questa normativa per dare al lavoratore un’utilità in danaro di 1.000 euro netti l’azienda doveva sostenere un costo di poco inferiore ai 3.000 euro comprensivo di carico fiscale e contributivo, motivo per cui le imprese spesso rinunciavano a dare un incentivo. Ora, grazie a questa novità, il costo per l’azienda coincide direttamente con il beneficio integrale dato al lavoratore che riceve un valore pieno e netto».

Senza contare i vantaggi che l’azienda otterrà mettendo a disposizione beni e servizi da elargire a tutti i lavoratori spuntando sconti importanti sull’acquisto di volumi elevati di beni o servizi, dato che la normativa prevede elargizioni “per la generalità dei dipendenti o per categorie omogenee”. Sarà a discrezione dell’azienda stabilire di pagare le rette dell’asilo nido per tutti i figli dei dipendenti a tempo pieno, l’abbonamento alla palestra a tutti gli impiegati o al teatro per tutti gli operai, mentre non saranno consentite prestazioni di welfare aziendale individuali.