Fipe: il fatturato della ristorazione nel II trimestre 2022 sale del 68% su base annua

Ma pesano inflazione, politica monetaria, situazione geopolitica e caro energia. Stoppani: «a rischio apertura 120.000 imprese e 370.000 posti di lavoro». 

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ristoranti e alberghi Fipe confcommercio

Segnali positivi dai risultati economici del comparto della ristorazione della Fipe Confcommercio che nel corso del II trimestre 2022 hanno fatto registrare una crescita in termini di fatturato del 67,9% rispetto al 2021 e del +9,8% rispetto al 2019.

«Si tratta certamente di un buon risultato che, pur tenendo conto del fatto che nello stesso periodo dello scorso anno erano ancora in vigore limitazioni parziali dell’attività testimonia un progressivo ritorno alla normalità – evidenzia il Centro studi di Fipe Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi -. Tuttavia, nonostante i riscontri siano positivi sia per il secondo trimestre che per il primo, che pure aveva fatto registrare una crescita importante, pesano sulla valutazione complessiva alcune situazioni molto delicate e di difficile risoluzione, quali la dinamica inflazionistica, una politica monetaria meno espansiva e il persistere della difficile situazione geopolitica».

Sui risultati economici del II trimestre 2022 pesa la situazione economica internazionale, con particolare riguardo alla crisi energetica e alla crescita folle delle forniture di energia elettrica e gas metano, elementi fondamentali per l’ambito della ristorazione e accoglienza.

Secondo Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe Confcommercio, «l’iniziativa “Bollette in vetrina” è il gridodi allarme e dolore di chi come noi è costretto ad assistere impotente al fallimento delle nostre aziende. A rischio adesso c’è un intero modello produttivo e distributivo del nostro Paese, perché quando le spese superano le entrate, il nostro sistema di imprese non sta più in piedi ed è concreto il rischio di ritrovarsi con il bar e con il negozio sotto casa spenti. E non per incapacità imprenditoriali, ma per impossibilità di sostenere questi costi. La questione forte che stiamo tutti affrontando è contestare queste bollette per eccessi fuori da ogni logica per nonessere messi in mora, anche perché stiamo constatando che la strategia dei grandi distributori di energia è quella di recedere dai contratti per proporne nuovi a nuove condizioni, ma soprattutto garantiti da fideiussioni bancarie. Il che vorrebbe dire passare dalla padella alla brace, perché se andiamo in mora è un elemento direcessione e tutti i distributori adesso non fanno contratti se non ci sono le garanzie bancarie per la solvibilità».

Il settore della ristorazione sta rivedendo i propri processi per sopravvivere: «cerchiamo di contenere i costi, rivedere i processi produttivi e i menù, di lavorare più i piatti freddi che necessitano più della conservazione che non della cottura – continua Cursano -. Stiamo rivedendo gli orari di lavoro del personale, chiudendo nelle ore più calde, ottimizzando l’organizzazione del lavoro, limitando l’uso delle fonti energetiche, del condizionamento. Però è avvilente. Soprattutto perché, di fronte a un minor consumo di kilowatt, triplicano le bollette».

E mentre le bollette energetiche hanno ormai superato il costo di locazione, a breve sono attesi i rincari delle materie prime.

La situazione è drammatica: per il presidente della Fipe, Lino Stoppani, «in queste condizioni i rischi sono sostanzialmente due: il fallimento e la chiusura delle imprese. Una situazione che produrrà effetti spaventosi sui conti economici delle nostre imprese che hanno già una bassa marginalità; se dovremo aggiungere costi di queste dimensioni, è evidente che la quadratura dei conti sarà impossibile. A livello generale stiamo parlando di 120.000 imprese, delle quali 17.000 pubblici esercizi, che sono nelle condizioni di non sostenere la pesantezza di questi aumenti. E dietro questi numeri c’è anche il rischio di perdere 370.000 lavoratori complessivamente, con tutti i problemi che ne deriverebbero, incluso quello della dispersione delle competenze».

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