Crollo dei prestiti a famiglie e imprese

Secondo l’indagine di Unimpresa, in un anno calo di 57 miliardi nelle erogazioni. In crescita (+26%) le sofferenze quota 4 miliardi.

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Crollo dei prestiti moratoria sui prestiti

L’economia rallenta e l’erogazione di liquidità a famiglie e imprese vede il crollo dei prestiti che, con il costo del denaro al 4,5%, ha registrato un taglio di oltre 57 miliardi di euro in un anno. Da agosto 2022 ad agosto 2023, lo stock di crediti concessi al settore privato è passato da 1.355 miliardi a 1.297 miliardi, con una discesa superiore al 4%.

Nel frattempo, complice il rallentamento della crescita economica e, soprattutto, il rialzo dei tassi d’interesse imposto dalla Banca centrale europea, è tornato a crescere l’ammontare delle sofferenze che ad agosto 2023, dopo un lungo periodo di tendenza in diminuzione, sono arrivate a sfiorare quota 18 miliardi di euro, in aumento di 1,6 miliardi su base annua e in salita nei primi otto mesi del 2023 di quasi 4 miliardi (+26%).

Il rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, evidenzia un’economia in sostanziale rallentamento se non di stallo. «Sullo scenario del credito bancario si è addensata la nube, molto fosca, della politica monetaria della Banca centrale europea. Era scontato – commenta il vicepresidente di Unimpresa,Giuseppe Spadafora -. Con 10 rialzi del tasso di riferimento in appena 14 mesi, le condizioni di accesso ai prestiti sono diventate di fatto proibitive e, chi aveva finanziamenti a tasso variabile ha dovuto fronteggiare un imprevisto aumento del costo dell’indebitamento con gli oneri finanziari che sono saliti anche del 70-80%».crollo dei prestiti

Uno scenario decisamente pesante per le famiglie e per le aziende, «in particolare – secondo Spadafora – per le piccole e medie imprese: quelle che non hanno riserve di liquidità sufficienti a coprire questa fase si trovano in enorme difficoltà. È un problema serissimo del quale deve farsi carico il governo, ci avevano provato con la tassa sugli extra profitti a carico delle banche, ma non c’è stata la forza di reggere e il passo indietro, purtroppo, è stato clamoroso. Peccato, sarebbe stata l’occasione per assetare un colpo al settore, più politico che economico»

Secondo il rapporto del Centro studi di Unimpresa, il totale dei crediti delle banche al settore privato, al netto delle cartolarizzazioni, è passato da 1.354,9 miliardi di agosto 2022 a 1.297,5 miliardi di luglio agosto, con un crollo dei prestiti di 57,4 miliardi (-4,24%).

Più nel dettaglio, i prestiti destinati alle aziende sono passati dai 678,2 miliardi di agosto 2022 ai 625,02 miliardi di agosto scorso, con una diminuzione di 53,2 miliardi (-7,84%). Sono diminuiti i finanziamenti a breve termine (fino a 1 anno di durata), passati da 153,2 miliardi a 139,1 miliardi in calo di 14,05 miliardi (-9,17%), sia quelli di lungo periodo (con scadenza superiori a 5 anni), crollati da 362,5 miliardi a 332,9 miliardi in discesa di 29,6 miliardi (-8,16%). In calo anche il credito di medio periodo (fino a 5 anni), sceso di 9,5 miliardi (-5,88%) da 162,4 miliardi a 152,8 miliardi.

Per quanto riguarda i prestiti alle famiglie, il credito al consumo e i mutui ipotecari hanno contenuto il calo complessivo che si è attestato 4,2 miliardi (-0,62%) da 676,7 miliardi a 672,5 miliardi: i prestiti per comprare casa sono saliti di 2,3 miliardi (+0,54%) da 422,06 miliardi a 424,3 miliardi; il credito al consumo (ovvero quello concesso principalmente per l’acquisto di viaggi, arredamento, automobili, elettrodomestici, computer e smartphone) è aumentato del 5,00% con una crescita di 5,6 miliardi da 113,8 miliardi a 119,5 miliardi. Si è registrato, invece, un calo significativo di 12,2 miliardi (-8,67%) per i prestiti personali (quelli concessi senza una finalità specifica), passati da 140,8 miliardi a 128,6 miliardi.

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