Rivedere la tassazione sul settore lattiero caseario per evitare distorsioni fiscali

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Olimpiadi formaggio bicchieri latte forme formaggio terraLa proposta da parte del senatore Sergio Divina in un’interrogazione al Ministro dell’Economia e Finanze Monti

 

Nei giorni scorsi, le Latterie Vicentina, la Latteria di Soligo e la Centrale del Latte di Vicenza lanciavano l’allarme derivate da una situazione fiscale ormai insostenibile, che genera in capo alle aziende di trasformazione una serie di crediti fiscali che non vengono liquidati con la doverosa puntualità da parte dello Stato, generando così vistosi fenomeni penalizzanti, visto che le aziende si trovano a gestire una situazione finanziaria decisamente critica, svolgendo un ruolo di banca nei confronti dello Stato che non è affatto compito di consorzi cooperativi o di aziende di capitale.

A loro sostegno è intervenuto il senatore leghista Sergio Divina che ha rivolto al Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti un’interrogazione urgente per risolvere l’attuale situazione, agendo anche sull’attuale tetto di compensazione Iva che prevedere un plafond massimo di 516.000 euro/anno, cifra che spesso è insufficiente per un’azienda di medio-grande dimensione o di consorzi con grande base sociale.

Sergio Divina 3-4 1Stante la situazione che vede l’Agenzia delle Entrate aver certificato l’esistenza dei crediti da parte delle aziende del settore lattiero caseario già ampiamente penalizzato dalla concorrenza spesso sleale proveniente dai paesi dell’Europa dell’Est, Divina chiede a Monti “se non ritiene d’intervenire tempestivamente provvedendo alla liquidazione dei crediti accertati dall’Agenzia delle Entrate, incaricando Equitalia di corrispondere le cifre dei rispettivi crediti maturati in seguito alla mancata compensazione IVA”, oltre ad “intervenire per modificare l’importo di 516.000 €, eliminando tetto massimo per la compensazione dell’IVA a credito, così definendo una volta per sempre le gravi vicissitudini che vivono molte aziende italiane del settore primario”.

Ora tocca a Monti dare una risposta credibile ai problemi di un comparto già di per sé in sofferenza, sempre che l’Italia non decida di abbandonare a sé stesso un settore strategico per il territorio e per l’economia agricola, specie quella di montagna.