Le latterie vicentine lanciano l’allarme credito per il mancato incasso dallo Stato delle somme incassate in più

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latterie vicentine da sx gianni pinton latt vicentine - lorenzo brugnera latt soligo - alberto bizzotto ad centrale latte vicenza 1Pinton: “stiamo facendo da banca allo Stato, cosa che non è nostro compito societario. Se lo Stato vuole che i cittadini rispettino le regole, deve essere il primo a farlo, rispettando le scadenze”

Il gruppo delle latterie vicentine composto da Latteria di Soligo, Latterie Vicentine e Centrale del Latte di Vicenza, ha chiamato la stampa per lanciare forte un grido d’allarme alla politica, alle associazioni di categoria e alle organizzazioni sindacali affinché lavorino in rete per tutelare le imprese venete del lattiero caseario. Motivo del contendere con lo Stato è il mancato rimborso dei crediti Iva che al 31 dicembre 2011 ammonta ad una cifra complessiva di 14 milioni di euro, che al 30 Marzo 2012 è destinata a salire di altre 3 milioni di euro. La necessità di liquidità da parte di queste tre aziende si fa sempre più urgente, complice il comportamento delle banche, e il ritardo dello Stato nell’erogazione del debito dovuto è oramai insostenibile. Per il presidente di Latterie Vicentine, Gianni Pinton, “abbiamo dei buoni rapporti con i creditori, paghiamo i fornitori e il latte ai soci produttori entro 70 giorni dal conferimento. In questa filiera l’unico soggetto non virtuoso è lo Stato e noi ci troviamo a sostenere un ruolo che non è nostro: stiamo facendo da banca allo Stato”.

La questione dell’Iva, nel settore lattiero caseario è infatti un po’ particolare, in quanto le cooperative e le aziende che operano nel settore acquistano il latte dal produttore con Iva al 10%, acquistano i beni di consumo (carta, confezioni…) con Iva al 21% e rivendono il prodotto finito con Iva al 4%. Il gap di Iva viene colmato per una parte attraverso la compensazione che prevede però un tetto massimo di 516.000 euro l’anno, una cifra che è sostenibile per aziende medio piccole, ma che è inefficace per realtà grandi come quelle le tre latterie vicentine che, quindi, si trovano ad essere creditori nei confronti dello Stato. Latterie Vicentine ha una base sociale di 470 aziende e Latteria di Soligo conta su una base di oltre 250 soci. Il mancato recupero dell’Iva dovuta da parte dello Stato sta mettendo in difficoltà oltre 700 aziende territoriali.

“Stiamo soffrendo amaramente – ha spiegato Lorenzo Brugnera, presidente di Latteria di Soligo –  Se l’Italia vuole mettere in difficoltà le aziende produttrici di base dell’agricoltura territoriale, ci sta riuscendo, poi però è inutile riempirsi la bocca con il tanto decantato ‘Made in Italy’. Noi vogliamo investire nella ricerca, competere e garantire un futuro a questo settore nei mercati, ma abbiamo bisogno che i patti vengano rispettati. La BCE da i soldi alle banche con l’interesse all’1%, le banche li danno a noi, quando ci concedono un prestito, con l’interesse al 5%, se questo è sviluppo. Oggi ci troviamo a dover chiedere prestiti alle banche perché lo Stato non ci da soldi per 14 milioni di euro di crediti accertati dall’Agenzia delle Entrate. La situazione è grave e sta diventando insostenibile”.

Per Alberto Bizzotto, amministratore delegato della Centrale del Latte di Vicenza , “si tratta di un problema generalizzato che si trascina da troppo tempo. Ora la situazione è davvero insostenibile ed è venuto il momento di dirlo con forza. Per questo abbiamo voluto a questo incontro anche la politica, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria. E’ fondamentale che nasca un’azione comune per risolvere il problema”.

Amara ma giustificatissima la constatazione di Gianni Pinton: “se lo Stato pretende dai cittadini il rispetto delle regole, come è bene, è giusto che sia esso stesso a dare l’esempio per primo. Così sta mettendo in difficoltà oltre un migliaio di famiglie che gravita attorno all’attività di Latterie Vicentine. Io ho l’obbligo di dare risposte ai miei associati e ai miei dipendenti e pertanto ho il dovere, nel pieno rispetto dei ruoli, di fare la voce grossa se vedo lesi ingiustamente i nostri diritti. L’Agenzia delle Entrate ci ha accordato il credito, ora tocca ad Equitalia corrispondere la cifra, ma a quanto pare per la provincia di Treviso e quella di Vicenza i rubinetti sono chiusi. Non così la situazione per province come Mantova o Belluno, dove il credito è già stato corrisposto. Ci chiediamo il perché di questo trattamento”.

“Abbiamo già spiegato al situazione anche alla Regione del Veneto e all’assessore Manzato – ha proseguito Brugnera – ci auguriamo che ora la Regione faccia tutto quello che è in suo potere per portare avanti queste istanze legittime, e che l’argomento sia portato nella prossima conferenza Stato-Regioni”.

Le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali agricole presenti hanno fatto quadrato intorno alle istanze delle aziende, condividendo il grido d’allarme lanciato ed impegnandosi a portare la questione sul tavolo nazionale per trovare quanto prima risposta. Quanto alla politica, presente per il tramite di Floriano Zambon, vicepresidente della provincia di Treviso in rappresentanza del Pdl, l’On. Simonetta Rubinato per il PD e l’On. Antonio De Poli (UDC) hano raccolto le istanze dei produttori e promesso l’interessamento presso le sedi competenti, ad iniziare dalla presentazione al Ministro di un’interrogazione parlamentare urgente, da condividere con le altre forze politiche venete, per chiarire il perché del ritardo nei pagamenti risolvendo in tempi rapidi la situazione e soprattutto il perché di una tale disparità di trattamento tra province.