Una revisione della spesa facile per l’Inps scaricando oneri sugli assistiti

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Gianni bort
Gianni bortDa quest’anno l’istituto non invia più via posta i modelli F24 ma li carica sul portale internet: Confcommercio Trentino attiva uno sportello gratuito per i moduli dei contributi di commercianti e artigiani. La critica della categoria

Snellimento burocratico o esternalizzazione dei costi? Sono in tanti a chiedersi a che cosa assomigli la novità introdotta dall’INPS per quel che riguarda i modelli F24 per il versamento dei contributi di commercianti e artigiani iscritti alla Gestione separata. Più che ad un vero e proprio processo di sburocratizzazione, infatti, l’operazione sembra un modo per tagliare costi facendoli ricadere su cittadini e imprese. E lo stesso può dirsi per i modelli CUD relativi alle pensioni erogate: non vengono più spedite per posta agli interessati, ma spetta a quest’ultimi farsi parte attiva scaricandoli da sé dal portale INPS oppure rivolgendosi ad un patronato.

Confcommercio Trentino ha attivato uno sportello per fornire assistenza gratuita agli associati. Questi dovranno scaricare dal portale dell’istituto, previa richiesta dell’apposito codice di accesso, il file pdf con le istruzioni e con gli importi. All’interno del “cassetto previdenziale” (questo è il nome del nuovo servizio), l’iscritto può tenere sotto controllo la propria posizione contributiva. Se è condivisibile il passaggio alla versione telematica, ci si chiede come mai, ad esempio, non si sia usata la posta elettronica certificata invece di costringere ad una procedura lunga e complicata sul web.

Si tratta di un’iniziativa, però, che mette in luce un meccanismo pericoloso e la cui diffusione deve essere scongiurata: la revisione della spesa degli enti pubblici non può avvenire con l’esternalizzazione tout-court dei costi, addossandoli a cittadini e imprese. “Non si fa seriamente una revisione dei costi – spiega il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort – semplicemente tagliando servizi e obbligando imprese e privati a nuove incombenze e burocratismi. Lo Stato e gli enti pubblici devono cambiare mentalità: ciò che va riorganizzata è proprio la gestione integrale dei servizi erogati, alla ricerca di una maggiore flessibilità, competitività ed economicità. Finché si ragiona in questi termini, è chiaro che non si fa una vera revisione della spesa, ma semplicemente si trasferiscono oneri e costi ai cittadini”.